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Data: 22/11/2018
Testata giornalistica: Mapero'
Cena da Berlusconi, bufera su Pagano

Telefoni impazziti, messaggi di fuoco, minacce e altolà: è stata una mattinata difficile quella di ieri per il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano. No, non è stata una bella idea quella di invitare alla cena organizzata da Silvio Berlusconi solo i suoi favoriti, e con che criterio poi? Figli e figliastri: lui, il bel Nazario, ha sempre fatto così, infischiandosene di tutti ma adesso basta, adesso i figliastri gli hanno dichiarato guerra. E così ieri sera la cena a Palazzo Grazioli gli è andata di traverso: dall’Abruzzo gliel’hanno giurata in tanti e le invettive gli sono arrivate a raffica.

A cena con Silvio, ai lati i rappresentanti del partito dell’Abruzzo e della Basilicata, due regioni vicine al voto. In mezzo lui, il Cavaliere, sorridente e ammaliante. Prima di sedersi a tavola, foto di gruppo con al centro la sindachessa di San Salvo, in blu elettrico.

Certo, Berlusconi non immaginava certo il gran scontento che ha provocato la notizia della cena che Nazario incautamente ha fatto circolare, con annessa lista di invitati.


L’apriti cielo si scatena ieri mattina presto, quando i coordinatori del partito apprendono dalla stampa che il neo senatore si sarebbe portato a cena il parlamentare Antonio Martino (l’unico in cravatta rossa, forse in ricordo dei tempi politici che furono) i consiglieri regionali Mauro Febbo, Lorenzo Sospiri, Emilio Iampieri e Paolo Gatti, e ci può stare, e tre sindaci tre, escludendo tutti gli altri. Perché invitare solo Umberto Di Primio sindaco di Chieti, Tiziana Magnacca, sindaco di San Salvo e il sindaco di Avezzano Gabriele De Angelis? Perché escludere tutti gli altri e soprattutto non informare nessuno? Lui prova a giustificarsi, dice che almeno due dei tre sindaci avevano fatto trapelare di non volersi impegnare nella campagna elettorale, per ragioni diverse, e che quindi occorreva rimotivarli: Di Primio perché deluso dalla mancata candidatura alla Regione e la Magnacca perché un suo assessore si candiderà con le civiche di Fabrizio Di Stefano.

Ma non ha convinto nessuno. Il risentimento bolle in pentola: da parte di Daniele D’Amario, di Carlo Masci scalpitante per fare il candidato sindaco di Pescara, del sindaco di Pratola Antonella Di Nino, del sindaco di Montesilvano Maragno. Si sentono traditi, ingannati dal neo senatore ubriaco del successo conseguito il 4 marzo, quando ha finalmente coronato il suo sogno entrando in Parlamento. Affilano i coltelli i figliastri, che già non avevano digerito che Pagano avesse candidato nell’unico collegio sicuro uno come Antonio Martino, arrivato dritto dalla Leopolda, costringendo a candidarsi a Chieti-Pescara in un collegio scomodo che non era manco il suo, un sindaco bravo come la Di Nino. Ma di ingiustizie e coltellate, il bel Nazi ne aveva distribuite a volontà. Anche a Fabrizio Di Stefano, al quale all’ultimo momento ha sfilato la candidatura. Insomma, non basterà forse il buon rapporto con Berlusconi a rendere la vita facile al senatore in terra d’Abruzzo.

In ogni caso, ieri sera a cena a Palazzo Grazioli, Pagano ci ha provato a proporre al Cavaliere la possibilità che la scelta del candidato presidente del centrodestra passi nelle mani degli azzurri, vista l’inerzia e l’impossibilità di Fratelli d’Italia di esprimere un nome condiviso.

ps: E infatti non è sfuggito agli esclusi che la cena di ieri sera, al di là delle intenzioni, servisse invece a presentare a Berlusconi il futuro candidato, da scegliere tra Mauro Febbo e a sorpresa ma manco tanto, Antonio Martino: insomma una tecnica diabolica, conoscendo i criteri di scelta di Berlusconi.

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