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Pescara, 26/04/2024
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Data: 26/01/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Intervista esclusiva - «Ho nel cuore il mio Abruzzo». Berlusconi, dai ricordi dei giorni del sisma alle regionali, il candidato Marsilio e i 5 Stelle

L'AQUILA Onorevole Silvio Berlusconi, ha scelto L'Aquila per tornare in Abruzzo. Dalla città dove, in un momento tragico, lei riuscì a dare un segno concreto di ricostruzione, veloce e reale, pensa che possa ripartire anche un'altra rinascita, quella politica abruzzese?
«Proprio per questo ho voluto che il mio primo incontro in Abruzzo per la campagna elettorale si svolgesse all'Aquila. L'Aquila è un simbolo, ci ricorda il dramma del 2009 ma anche la straordinaria capacità di reazione della gente abruzzese.Lei ricorda gli interventi post-terremoto effettuati dal nostro governo, ai quali mi dedicai personalmente e che ancora oggi sono un modello studiato e replicato nel mondo. Ma io voglio aggiungere che stare all'Aquila in quei giorni, incontrare le famiglie che avevano perso la casa, consolarle, poter promettere una soluzione, è stata un'esperienza straordinaria, che non dimenticherò mai.La dignità, la forza, la solidarietà, lo spirito di sacrificio e la voglia di fare che ho trovato tra i cittadini dell'Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma è davvero unica. Così come straordinario è l'affetto che ho sentito intorno a me tutte le volte che sono venuto in questa vostra bellissima terra. Per questo credo assolutamente nella capacità degli abruzzesi di far ripartire la loro Regione che tuttavia e purtroppo in questi anni ha perso molte occasioni importanti».

Le elezioni in Abruzzo sono una grande occasione per tutti i partiti. Per il centrodestra è un laboratorio politico che vede di nuovo uniti Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e i centristi moderati. Pensa che sia l'alternativa vincente?
«Sono convinto che il centrodestra rappresenti la maggioranza naturale degli abruzzesi e degli italiani. Come centrodestra abbiamo vinto le elezioni politiche dello scorso anno, anche se abbiamo ottenuto la maggioranza relativa e non assoluta, e poi abbiamo vinto tutte le elezioni regionali e locali dal 4 marzo ad oggi.Il centrodestra governa diverse grandi Regioni e importanti città dal Nord al Sud. Credo che i nostri programmi, meno tasse, meno Stato, meno burocrazia, più infrastrutture - strade, ferrovie, porti, reti - più sicurezza, più giustizia giusta, più libertà, siano esattamente quello che chiedono gli abruzzesi e gli italiani. Poi certamente all'interno del centrodestra esiste una forza politica, che è Forza Italia, che di questi programmi è la promotrice e l'interprete più coerente, in Parlamento e nel Paese. È, Forza Italia, il movimento politico che in Italia e in Europa custodisce e pratica i valori e le idealità della filosofia politica e della democrazia occidentale. Voglio anche precisare che per noi l'Abruzzo non è, come qualcuno ha scritto, un "laboratorio politico". Non intendiamo fare nessun esperimento sulla pelle degli abruzzesi. Il centrodestra è una formula consolidata e quello che ci proponiamo è prima di tutto il buon governo della vostra stupenda Regione. Il nostro candidato, Marco Marsilio è a questo riguardo una garanzia, per competenza ed esperienza».

Forza Italia ha in Abruzzo una tradizione storica che le ha permesso alle elezioni politiche di marzo di essere il primo partito del centrodestra. Ritiene che si possa bissare il risultato?
«Penso di sì, perché siamo la forza politica più coerente con il progetto del centrodestra, a livello nazionale e locale, e perché in Abruzzo proponiamo una squadra di candidati di elevata qualità: donne e uomini che hanno dimostrato nel lavoro, nella cultura, nell'impegno sociale, prima ancora che in politica, di essere capaci di ottenere risultati concreti e di saper mantenere gli impegni. E i nostri impegni non sono mai slogan: hanno contenuti precisi e concreti».
Parliamo di avversari e cioè del Movimento 5 Stelle e dell'ampia coalizione di civiche che appoggia Giovanni Legnini. Quali dei due teme di più?«Preferirei parlare di noi e dei nostri programmi».

Allora quale ruolo spetterà a Forza Italia in un eventuale futuro governo regionale gestito dal centrodestra?
«Il ruolo che ci assegneranno i cittadini abruzzesi con il loro voto, naturalmente.Io credo sarà un ruolo importante perché Forza Itala è la sola grande forza politica che rappresenta la tradizione del cattolicesimo liberale e democratico, quella tradizione così radicata in Abruzzo che ha determinato la crescita e la trasformazione della vostra Regione dal dopoguerra ad oggi. Nello stesso tempo siamo anche l'unica forza politica che sostiene davvero l'impresa e il lavoro. L'unica forza che è senza esitazioni al fianco delle categorie produttive. L'Abruzzo ha un'importante tessuto di piccole imprese, di artigiani, commercianti, agricoltori. Le nostre proposte per ridurre le tasse e la burocrazia, per creare infrastrutture, per far funzionare la giustizia sono determinanti proprio per chi, come loro, lavora e crea lavoro per gli altri.Sull'impresa che crea lavoro puntiamo moltissimo: mentre i 5 Stelle con il loro cosiddetto Decreto dignità hanno reso più difficile per le imprese la continuità delle assunzioni a tempo determinato, noi abbiamo un pacchetto di provvedimenti per rendere più facile e conveniente per le aziende assumere giovani e anziani con la detassazione e la decontribuzione totale dei contratti di praticantato (3 anni) e dei contratti di primo impiego (altri 6 anni).Qual è secondo lei la priorità da affrontare nella Regione che soffre ancora per le conseguenze del terremoto?«Al di là della ricostruzione post-terremoto, di cui sono molto orgoglioso per quanto riguarda prima fase gestita da noi, mentre negli anni successivi ci sono state contraddizioni e lentezze intollerabili, mi pare che l'Abruzzo soffra di alcuni problemi che sono rimasti irrisolti da anni. Il primo e più drammatico è il lavoro, soprattutto per i giovani: non si può tollerare che un ragazzo abruzzese debba in molti casi lasciare la sua Regione se vuole avere una speranza di lavoro, a maggior ragione un lavoro adeguato alle sue capacità. Vi è poi lo storico problema dei collegamenti, soprattutto in direzione Est-Ovest: la tratta ferroviaria con Roma è praticamente inutilizzabile e quella autostradale - all'avanguardia quando fu realizzata - è resa meno sicura dai danni del tempo, oltre a comportare pedaggi fra i più cari d'Italia. L'aeroporto di Pescara è troppo piccolo e troppo poco utilizzato.Anche le ferrovie e la viabilità minore devono essere migliorate con investimenti adeguati. Tutto questo significa anche sfruttare di più e al meglio - tutto l'anno - la straordinaria potenzialità turistica dell'Abruzzo, cuore verde d'Europa, Regione dei parchi, ma anche di un mare bellissimo, di località sciistiche straordinarie, di città d'arte di grande fascino. I collegamenti sono anche uno degli strumenti necessari per attrarre investimenti, per attrarre in Abruzzo attività produttive che si dovranno favorire anche con una fiscalità di vantaggio.Tutto questo, la creazione di infrastrutture, di nuovi insediamenti produttivi e il potenziamento del turismo sono strumenti necessari per creare quei posti di lavoro che devono essere il primo impegno e il primo risultato del nostro futuro governo della Regione.Vi sono poi altri temi, come per esempio la sanità, penalizzata dall'insufficiente numero dei medici, da liste d'attesa troppo lunghe e quindi intollerabili, da strutture non sempre adeguate. Vogliamo insomma portare anche in Abruzzo il modello di efficienza sanitaria delle regioni del Nord che governiamo. Un modello che ci è invidiato da tutta l'Europa».

Proviamo ad andare oltre le elezioni regionali guardando verso le europee. L'Abruzzo rappresenta il primo vero banco di prova in cui populismo e popolarismo si confronteranno. Forza Italia indubbiamente rientra nella seconda categoria. Ritiene che il risultato elettorale di febbraio inciderà sulle scelte politiche per le europee in cui lei sarà candidato?
«Non mi piace usare la parola "populismo" in senso negativo: in democrazia il popolo è sovrano ed è giusto che sia così. Preferisco quindi parlare di "isolazionismo" che è la situazione nella quale ci porterebbe una vittoria del cosiddetto populismo e del cosiddetto sovranismo. Quello che dobbiamo denunciare con forza è il "pauperismo", cioè l'invidia sociale che non serve a nulla, che distrugge invece di costruire, che crea povertà raccontando di volerla alleviare.Condanno anche e soprattutto il sovranismo, che non è amore per l'Italia - quello noi lo abbiamo addirittura nel nostro nome - è la falsa convinzione che un Paese possa farcela da solo rispetto alla globalità, senza alleati, senza la collaborazione e il sostegno di un'Europa certo profondamente diversa dall'attuale. Infine il giustizialismo, cioè l'illusione che l'onestà si ottenga condannando colpevoli e innocenti allo stesso modo, mettendo in pericolo la libertà di tutti. I signori dei 5 Stelle con il loro giustizialismo feroce hanno addirittura trasformato la "presunzione di innocenza" che ci è garantita dalla Costituzione in "presunzione di colpevolezza"».

E quindi, che accadrà alle europee?
«Io sono in campo alle elezioni europee per combattere queste idee e questi propositi, per costruire un futuro di libertà, di benessere e di sicurezza, difendendo la nostra identità e l'identità di un'Europa che deve fare passi avanti verso una politica estera unica e deve mettere insieme le forze armate di tutti gli Stati per diventare una potenza militare mondiale in grado così di sedersi al tavolo delle altre potenze militari mondiali per decidere il destino dei popoli del mondo.Solo un'Europa così, forte militarmente oltre che culturalmente ed economicamente, potrà non farsi sopraffare dall'impero cinese che è all'opposto dei nostri valori e delle nostre idealità occidentali perché in Cina invece della democrazia, della pari dignità degli uomini, della priorità dell'uomo sullo Stato, del diritto di libertà di tutti e di ciascuno, invece dello Stato di diritto, è in vigore un sistema politico che conferisce a chi è al potere un potere totale su tutti e su tutto.Non voglio nemmeno immaginare per i miei concittadini italiani e europei, per i miei figli e per i miei nipoti un futuro di sottomissione alla filosofia politica e alle regole dell'impero del capitalismo cinese. Le elezioni in Abruzzo - oltre ad essere importantissime per la guida della Regione - segneranno anche una importante vittoria di queste idee. Gli abruzzesi sapranno indicare la giusta strada a tutti gli italiani».

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