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Data: 27/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
La Lega insiste: «La Tav si deve fare» Tensioni nella commissione del Mit

ROMA Forte del contro dossier che dimostra quanto sia anti economico bloccare la Tav - lo stop costerebbe circa 3,4 miliardi, isolerebbe l'Italia e avrebbe un impatto negativo su occupazione ed economia - Matteo Salvini va all'attacco. Anzi in pressing serrato sui 5Stelle. «Stiamo lavorando - dice il vice premier, che ha già in mano l'analisi di 30 pagine degli esperti dell'Università di Milano e di un pool di avvocati - a un progetto che tagli sprechi, opere sovrastimate. Se uno vuole un'Italia che cresce e aiutare le imprese e difendere l'ambiente deve togliere i Tir e le macchine dalle strade e dalle autostrade e far viaggiare merci e uomini in treno e quindi non è un derby sì o no». Come dire che la relazione sui costi benefici elaborata dai tecnici voluti dal ministro Danilo Toninelli e che va proprio contro la cura del ferro, è scritta sull'acqua. Del resto le incongruenze della commisione presieduta dal prof No Tav Marco Ponti erano state evidenziate non solo dall'Osservatorio sulla Torino Lione, ma anche da Confindustria Piemonte e da numerosi centri studi indipendenti. Nel mirino - come più volte sottolineato dal commissario del Governo Paolo Foietta - l'impostazione stessa dell'analisi che suggerisce, come noto, di puntare tutto sulla strada invece che sulla nuova linea ferroviaria. Non considerando che l'attuale tratta è obsoleta e non regge l'aumento dei traffici commerciali tra Italia e Francia. Non a caso la Tav fa parte delle linee ferroviarie considerate strategiche dall'Europa, che finanzia generosamente l'opera. Salvini nè è pienamente convinto. «Farò di tutto - ha detto il vicepremier - e andrò a Chiomonte perché l'Italia sia collegata con il resto del mondo, anche perché sotto le Alpi sono in corso di lavorazione 7 tunnel e quindi non si capisce perché dovremmo essere gli unici a rimanere isolati». A dar ragione alla Lega c'è poi anche il verdetto, mai ufficializzato, dell'Avvocatura dello Stato che, come rivelato dal Messaggero, stima in circa 3 miliardi i costi di un blocco dell'infrastruttura tra sanzioni, disdetta dei contratti, ripristino degli scavi. Anche all'interno della commissione costi-benefici, secondo alcuni rumors, sarebbero emerse posizioni diverse e qualche tensione. La maggioranza dei componenti guidati dal prof. Marco Ponti hanno comunque espresso un parere fortemente negativo, mentre solo uno dei docenti avrebbe avanzato delle perplessità. Sopratutto sulle perdite legate alle mancate accise del gasolio dei Tiri. Analisi che, nonostante le anticipazioni, non è ancora stata resa pubblica nei dettagli.

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