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Data: 30/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tav, M5S contro la Lega E Salvini va al cantiere

ROMA Monta la tensione sulla Tav. Danilo Toninelli, ministro grillino alle Infrastrutture, non gradisce affatto l'analisi costi-benefici sfornata dalla Lega. «Sono dati sbagliati», tuona. «Sono dati incontrovertibili», replica il viceministro all'Economia, Massimo Garavaglia. E Matteo Salvini, determinato a «imporre un po' di sì» dopo aver dovuto ingoiare lo stop alle trivelle imposto dai 5Stelle, venerdì sarà al cantiere dell'Alta velocità di Chiomonte. Per dire: «La Torino-Lione va fatta». E per dimostrare solidarietà e sostegno agli agenti a guardia del cantiere «vittime da anni delle violenze» dei no-Tav, il movimento sostenuto dai grillini.
Il risveglio di Toninelli non è stato dei migliori. Dopo che ormai da due mesi culla segretamente l'analisi costi-benefici svolta dalla sua commissione presieduta dal no-Tav Marco Ponti, ieri mattina il ministro 5Stelle si è ritrovato sul Messaggero l'anticipazione della contro-analisi compiuta da alcuni docenti dell'Università di Milano e da un pool di avvocati, diventata in questa difficile partita il Vangelo della Lega. Si tratta di un lavoro dettagliato che, in oltre trenta pagine piene di grafici e tabelle e di comparazioni con altre grandi opere infrastrutturali, dimostra «inequivocabilmente» che stoppare la Tav comporterebbe un costo di 4,2 miliardi tra sanzioni, risarcimenti e penali. Più altri 20,3 miliardi di danni derivanti dalla perdita di ricavi e dei benefici socio-economici dell'Alta velocità.
La mossa di Salvini fa infuriare Toninelli. Di buon mattino il ministro dichiara: «Anche Matteo vedrà la nostra analisi e prenderemo insieme una decisione nel rispetto del contratto di governo». Poi, a muso duro: «Chiederò a Salvini delucidazioni sui conti che ha fatto, perché non corrispondono a quelli effettivi. E comunque mi sono rotto di sentirmi dire che siamo quelli che blocchiamo i cantieri. Non è vero». Poco più tardi dal ministero di Toninelli esce una nota che definisce il dossier della Lega «una minestra riscaldata di dubbia attendibilità e piena di errori grossolani».
LA REAZIONE
A stretto giro arriva la risposta della Lega. Salvini tace, impegnato sul fronte-migranti e sullo spinoso caso dell'immunità per dribblare l'indagine sulla nave Diciotti. Per conto del capo leghista parla Garavaglia: «I nostri dati sbagliati? Sono in contatto con decine di professori, i nostri numeri sono giusti, giustissimi. Anzi, incontrovertibili. Quando vedremo lo studio dei 5Stelle potremo discutere».
Peccato che Toninelli, d'accordo con Luigi Di Maio, invece non abbia alcuna fretta di pubblicare l'analisi costi-benefici della commissione di Ponti. La versione ufficiale: «C'è un trattato internazionale, dobbiamo prima condividerla con la Francia e con Bruxelles». La verità: i grillini puntano a rinviare quanto più possibile. Addirittura a dopo le elezioni europee se Parigi, come credono, offrirà sponda per convincere la Commissione europea a non bloccare i fondi comunitari.
La situazione è talmente ingarbugliata, le diffidenze tra Lega e 5Stelle così radicali e radicate, che alla Camera la maggioranza non riesce neppure a scrivere l'annunciata mozione unitaria con cui contrastare i documenti di Forza Italia e del Pd a favore dell'Alta velocità. Alla mozione giallo-verde lavorano i capigruppo Riccardo Molinari e Francesco D'Uva, ma al momento non è pronta neanche una bozza. La spiegazione di una fonte leghista che lavora al dossier: «I grillini sono per non fare la Tav, noi per realizzarla. Ebbene, scrivere un testo di mediazione tra posizioni del tutto inconciliabili è un'operazione decisamente complessa...». La speranza: un rinvio in una fase meno incandescente. E, complice il calendario affollato di Montecitorio, è quasi certo che oggi la conferenza dei capigruppo decida di far slittare il voto.
IL BOTTA E RISPOSTA
Salvini però non resta fermo: il vicepremier fissa per venerdì la trasferta al cantiere di Chiomonte, in modo da schierare plasticamente la Lega a difesa della Tav. E sale sulle barricate Alessandro Di Battista, pronto a svelare a Porta a Porta una sorta di patto con Luigi Di Maio: «Quando sono tornato e mi sono riunito con Luigi, non dico che ho posto condizioni, ma ho detto che ritengo la questione No-Tav prioritaria. E chiedo che il no alla Tav venga dato il prima possibile». Chissà se Di Maio è d'accordo.

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