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Pescara, 20/04/2024
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Data: 09/05/2019
Testata giornalistica: Mapero'
Montesilvano, il salto sul Carroccio

Una specie di smottamento. E non bisogna dare tutta la colpa a lei, Stella Cantelli, solo perché fa la pattinatrice e il suo esempio ha fatto scuola: bella, giovane, bionda, il 10 febbraio scorso si è candidata con Giovanni Legnini alle Regionali dicendo “Scendo in pista per la mia terra” e poi, con una veloce e pronta piroetta, dopo due mesi si è messa in lista con la Lega.
Stella Cantelli

Fosse solo lei: qui a Montesilvano tutto il vecchio centrosinistra si è specializzato nel salto sul Carroccio. Parlare di smottamento è poco, il Capitano nella città adriatica ha fatto campagna acquisti a mani basse, ma forse non si è dovuto sforzare neppure tanto: da quando si è capito che il sindaco lo avrebbe scelto Salvini, barattato con quello di Pescara regalato su un vassoio d’argento a Forza Italia, il telefono del commissario leghista Gianfranco Giuliante ha cominciato a fibrillare, come il cuore di quei consiglieri ansiosi di fare il cambio di stagione. Tutti pronti a candidarsi con lui, ma non solo con lui, tutti pronti a cambiare casacca purché di centrodestra, a vendersi i voti di mogli figli e parenti.

E niente, Montesilvano adesso rischia di finire negli annali della peggiore politica per questo esodo di massa verso lo schieramento dei probabili vincitori: qui la politica ha toccato il suo punto più basso e qui, a dispetto dei bistrattatissimi Antonio Razzi e Scilipoti che finora hanno rappresentato l’emblema del mercato della politica, si può toccare con mano quanto poco contino gli ideali, la formazione, l’appartenenza, la coerenza, l’amore per il popolo. Qui a Montesilvano, tutto si fa per una poltrona.

L’elenco dei transfughi è lunghissimo. E che transfughi.

Così, per esempio, il caso più emblematico è quello di Lino Ruggero, che è stato vice sindaco di Di Mattia nel 2012 e candidato sindaco del centrosinistra nel 2014 contro Francesco Maragno, eletto alla Provincia il 31 marzo scorso sempre col centrosinistra e grazie ai 1.700 voti del Pd, a distanza di 25 giorni si candida con Forza Italia come capolista di Maragno, quello stesso Maragno che negli ultimi anni lui ha definito Pinocchio, con tanto di locandine sparse sul web.

C’è di più: Fabrizio Treccia, eletto consigliere comunale nella lista “Uniti per Cantagallo” prima, si è candidato sempre nel centrosinistra nel 2014 in una lista di appoggio a Ruggero, e ora fedelmente lo ha seguito, candidato anche lui con Forza Italia. D’altronde Treccia di Maragno è mezzo parente (essendo figlio di Tecla Di Giovanni, sorella del più famoso Raffaele, suocero del sindaco uscente), anche se non sono proprio in ottimi rapporti.
Fabrizio Treccia

Poi c’è Damiana Rossi, figlia dell’attuale consigliere comunale Paolo Rossi, anche lui eletto in una lista di centrosinistra in appoggio al candidato Ruggero (sempre lui) candidata con Forza Italia in appoggio a Maragno (e che fa che il papà a Maragno ha sempre fatto la guerra per cinque anni, scurdammece ‘o passato, siamo ‘è Montesilvano).

Di figli sono piene le liste del centrodestra: per esempio c’è anche Debora Comardi, figlia di Kennedy Pettine, attuale compagna del famoso architetto Aurelio Colangelo, eletta la prima volta nel 2012 nella lista dei comunisti italiani a sostegno di Attilio Di Mattia (che sfiduciò nel 2014 firmando dal notaio per la sua decadenza), poi nel 2014 viene eletta nella lista di Forza Italia e ora, dopo essere stata per quattro anni l’assessore di Maragno, si sposta nella Lega in coppia con quel Gabriele Di Stefano, uno dei consiglieri comunali del centrosinistra più attaccati alla poltrona, visto che viene eletto sin dal 1999. Una transumanza, quella di Di Stefano, che non provoca molto stupore a Montesilvano visto che in questi lunghi anni si è spesso dedicato a soccorrere la maggioranza di centrodestra in difficoltà. Quando si dice la coerenza.
La Comardi con la mamma e Aurelio Colangelo

Poi c’è Enea D’Alonzo, eletto consigliere comunale col Pd nel 2012 a sostegno di Di Mattia di cui diventa persino assessore, nel 2014 viene eletto sempre col centrosinistra a sostegno di Ruggero sindaco e ora, dopo cinque anni, è candidato con la Lega.

Ma non è ancora finita: Feliciano D’Ignazio, storico candidato consigliere di “Villa Carmine”, quartiere in cui sono nati due ex sindaci come Carmine D’Andreamatteo ed Enzo Cantagallo, viene eletto nel 2007 con i Ds, rieletto nel 2012 col Pd, per due anni assessore ai Lavori pubblici con Di Mattia, nel 2014 rieletto sempre nella lista Pd, e oggi dopo 12 anni passati in prima fila non ha accettato di farsi da parte per far candidare un po’ di giovani e si è trasferito armi e bagagli in una lista di destra, quella ideata da Lorenzo Sospiri col suo fedelissimo Carlo Tereo De Landerset (uno di quelli che aveva contribuito a mandarlo a casa quando era assessore della giunta Di Mattia), a sostegno del candidato sindaco della Lega Ottavio De Martinis. Ma si sa, quando c’è di mezzo il bene della collettività (si fa per dire), meglio lasciare da parte i rancori.
Feliciano D’Ignazio

E poi ci sono le famiglie: nel centrodestra quella che fa capo al patron Raffaele Di Giovanni, famoso imprenditore del mattone, ha candidato il sindaco uscente Maragno che è il marito della figlia Cristina nella lista di Forza Italia; Barbara Di Giovanni, figlia del fratello Adriano nella lista della Lega e Fabrizio Treccia (in passato non proprio organico alla famiglia), figlio della sorella Tecla sempre nella lista di Forza Italia.

Sempre a proposito di famiglie: Sergio Agostinone, per oltre dieci anni comandante della polizia municipale di Montesilvano ed eletto consigliere comunale nel 2004 con la lista della Margherita, oggi è candidato nella lista di destra “Montesilvano in Comune” mentre il figlio Giuliano, eletto consigliere anche lui nel 1999 con la Margherita a sostegno di Renzo Gallerati, oggi è candidato col movimento 5 stelle. Almeno lui spariglia un po’.

Questo è lo scenario che si presenta ai cittadini che il 26 maggio dovranno eleggere il nuovo sindaco. Uno scenario brutto, bruttissimo, fatto di transumanti dell’ultim’ora che dovrebbe far riflettere tutti. Da scappare a gambe levate.

ps: ma il voto ci dirà se i transumanti sono solo i politici o anche i cittadini

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