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Data: 11/05/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Traforo, confermata la chiusura dal 19. A24, Strada dei parchi presenta il piano: si passa sulla statale 80. Biondi insorge: atto irresponsabile

L'AQUILA Strada dei Parchi, concessionaria di A24 e A25, va avanti con l'intento di chiudere il traforo del Gran Sasso, sull'A24, nel tratto tra Assergi e Colledara-San Gabriele, in entrambe le direzioni, dalla mezzanotte del 19 maggio. La società ha presentato un piano in una riunione svoltasi in prefettura a Teramo, presenti tutti gli enti e i soggetti coinvolti. Il piano prevede l'utilizzo della viabilità ordinaria, la statale 80 con il Passo delle Capannelle.«La chiusura del traforo del Gran Sasso costituisce un atto irresponsabile e potenzialmente lesivo della normativa e degli interessi dei cittadini. Per questo motivo, lunedì notificherò una diffida formale indirizzata a Strada dei Parchi a non interrompere un pubblico servizio indispensabile per i collegamenti sulla direttrice Tirreno-Adriatica». Lo dichiara il sindaco Pierluigi Biondi, che ha riunito d'urgenza la giunta e alcuni dirigenti. «Nelle ultime ore ho avuto una nuova interlocuzione con la concessionaria dell'autostrada A24-A25 in cui è stata ribadita la volontà di interdire al traffico, in entrambe le direzioni di marcia, la tratta tra gli svincoli di Assergi e Colledara-San Gabriele dalla mezzanotte del 19 maggio», spiega il primo cittadino. «Se nel giugno 2010 l'occupazione pacifica dell'autostrada da parte degli aquilani, per una legittima rivendicazione post-sisma, diede vita all'apertura di un fascicolo per il reato di interruzione di pubblico servizio, a maggior ragione il blocco del transito in galleria comporterebbe un pregiudizio irreparabile per diverse categorie: dai pendolari agli studenti, passando per coloro che hanno bisogno di recarsi negli ospedali dell'Aquila e di Teramo, fino alle attività legate al turismo montano e balneare. A ciò si aggiunge lo stop delle attività dei Laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso che, oltretutto, rimarrebbero senza presidio, stante l'impossibilità, ad oggi, di accesso del personale e degli addetti alla sicurezza. Circostanza che, oltre a mettere a rischio la sopravvivenza di un'eccellenza scientifica del territorio di rilevanza internazionale e a cagionare ingenti danni economici, impone di valutare le conseguenze che potrebbero derivare dalla mancata manutenzione e controllo dei macchinari all'interno della struttura. Qualora la chiusura dovesse concretizzarsi, l'amministrazione è pronta a tutelare nelle sedi opportune gli interessi della comunità aquilana e delle aree interne, stanti le notizie concomitanti della paventata interruzione della circolazione veicolare sulla statale 80, emersa da una riunione a Teramo, e l'annunciata chiusura da parte di Strada dei Parchi delle rampe di entrata in autostrada dello svincolo di Bussi-Popoli dal 20 maggio al 30 giugno sia in direzione Pescara-interconnessione A-14 che in direzione Roma-L'Aquila-Teramo per lavori di manutenzione urgenti». «Chiedo che, qualora si dovesse procedere alla chiusura, il ministro Danilo Toninelli valuti la revoca della concessione a Strada dei Parchi», conclude Biondi, «costituendo la condotta della società una giusta causa di risoluzione per inadempienza».Non si è fatta attendere la replica. Fonti della società fanno sapere che, in base a quanto emerge dal piano presentato, non esiste alcun rischio per i Laboratori del Gran Sasso dell'Infn perché viene garantito l'accesso ai Laboratori a determinate condizioni, tra cui l'impiego di auto elettriche. «Non può essere considerato, il nostro, un atteggiamento irresponsabile», affermano dalla società, «perché la scelta di chiudere il traforo nasce dalla necessità di evitare ulteriori situazioni pregiudizievoli in sede penale sia per i singoli amministratori sia per la società. SdP, inoltre, rigetta le responsabilità perché, come ha confermato il ministero dei Trasporti, l'infrastruttura è dello Stato e il problema non può essere affrontato e risolto dalla società». La Procura di Teramo ha aperto un'inchiesta su presunte responsabilità nell'inquinamento delle falde acquifere. La Regione ha chiesto al governo la nomina di un commissario ad acta per le opere, stimate in 172 milioni, necessarie alla messa in sicurezza dell'acquifero.

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