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Data: 13/06/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'ipotesi della proroga per i pedaggi congelati

L'AQUILA La strada, anche se non è la sola possibile, appare piuttosto segnata: proroga del congelamento dei pedaggi A24 e A25, in un contesto, però, in cui si assuma l'impegno definitivo a varare il nuovo Pef, il Piano economico e finanziario che ridisegnerà la gestione. La giornata di ieri è stata a suo modo storica, sebbene non decisiva. Per la prima volta a Roma il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, ha incontrato i vertici di Strada dei Parchi, Cesare Ramadori e Mauro Fabris, oltre alla componente tecnica. È evidente che non si tratta solo di una formalità. Mai, finora, in un'epoca di rapporti piuttosto burrascosi, Toninelli si era messo a faccia a faccia con la società. Non era accaduto in occasione del primo caso sui pedaggi, quello che poi si è chiuso con la proroga fino al 30 giugno, non è accaduto per la complessa vicenda della messa in sicurezza, su cui sono stati stanziati 192 milioni poi diventati 110, non è accaduto per la ventilata chiusura del traforo del Gran Sasso, non è accaduto durante l'interlocuzione per il Pef. È lecito pensare, dunque, che la sua decisione di scendere in campo in prima pensare possa preludere a una buona notizia le migliaia di persone che viaggiano sulle autostrade abruzzesi e che dal primo luglio rischiano di dover pagare il pedaggio con un aumento superiore al 19%.
Su questo si è ragionato ieri in un incontro che è andato avanti per circa due ore. «Importante, ma non decisivo» dicono fonti di Strada dei Parchi. E poi stop. Perché la consegna, condivisa con il Mit, è quella del più stretto riserbo e della massima cautela. Logico immaginare il perché: la soluzione, tecnicamente parlando, è difficile. E al momento non si vuole offrire alcun elemento speculativo, per evitare che si possano irrigidire le posizioni. Ecco perché sarà necessario un nuovo vertice, già oggi, forse allargato al Mef, al Ministero dell'Economia e delle Finanza. Impossibile pensare che si arrivi alla definizione del Pef entro fine mese, data ultima per prorogare ancora le tariffe rimaste ferme al 2017. E allora la strada di un'altra proroga è quella più agevolmente percorribile.
LO SCENARIO
Ci sono diverse questioni non del tutto accessorie da risolvere. Partiamo da un elemento inequivocabile: la società ha il diritto ai soldi stabiliti dai vari aumenti annuali, perché così impone la convenzione e perché così hanno ribadito anche i giudici amministrativi. La sospensione degli stessi, che ha evidentemente comportato minori entrate, è stata adottata per far fronte alla crisi economica, ma il decreto del Mit della fine 2018, che ha fissato una proroga di sei mesi, è chiaro: «I minori ricavi risulteranno recuperati attraverso la revisione del Piano economico finanziario attualmente in corso di valutazione». Ecco perché è chiaro che SdP chiederà il rispetto di quella norma e la definizione, più celere possibile, del nuovo Pef, ormai fermo al 2014. Già quella proroga era stata oggetto di grandi tensioni, accompagnata addirittura da un conteggio alla rovescia sul sito istituzionale di Strada dei Parchi, visto che non si era riusciti ad avere un faccia a faccia con Toninelli.
IL RUOLO DELLA POLITICA
Oggi, dunque, si attende che sia la politica a trovare la quadra. Il nodo è legato alle coperture finanziarie. Una possibile soluzione potrebbe arrivare dall'ipotesi già percorsa mesi fa, senza successo, quando società e Mit avevano intavolato una trattativa che però era stata stoppata da Anas che, per concedere il posticipo delle rate dei canoni annuali 2017 e 2018 versati da Strada dei Parchi (55,9 milioni), aveva preteso un tasso di interesse del 6% annuo al posto di quello legale stabilito ope legis in un precedente caso analogo, nonostante gli inviti contrari del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, suo controllante. Oggi il Mef potrebbe mediare su questo fronte e sbloccare l'impasse. Una cosa è certa: la volontà di evitare la stangata estiva esiste, ma andrà messa nera su bianco. Non facile.

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