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Data: 31/12/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Disturbi polmonari raddoppiati in Italia. L’ombra dello smog. Per il Cnr tra i fattori di rischio non soltanto fumo e lavoro. Gli esperti: necessario controllare auto e qualità del gasolio

ROMA Nel 1985 respiravamo meglio. Nell’arco di quasi 30 anni infatti i disturbi polmonari in Italia sono più che raddoppiati e i rischi per chi vive nelle città sono maggiori rispetto a quelli di chi vive nelle zone suburbane. A dirlo è un’indagine dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, condotta con l’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare (Ibim-Cnr) di Palermo e le università di Pisa e Verona. Lo studio, pubblicato sulla rivista Respiratory Medicine, ha infatti monitorato dal 1985 al 2011 più di 3.000 persone residenti a Pisa per indagare l’evoluzione della diffusione delle malattie respiratorie. «I tassi di prevalenza di alcuni disturbi polmonari sono più che raddoppiati negli ultimi 25 anni - spiega Sara Maio dell’Ifc-Cnr - Gli attacchi di asma sono passati dal 3.4 per cento al 7.2 per cento, la rinite allergica dal 16.2 per cento al 37.4 per cento, e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) ha raggiunto il 6.8 per cento contro il 2.1 per cento iniziale». Si tratta di dati analoghi a quelli di altri studi condotti a livello nazionale e in altri Paesi europei come la Svezia. L’osservazione è stata svolta partendo da un campione di gruppi familiari scelto casualmente, e poi estesa negli anni ai nuovi membri delle famiglie. Lo studio è stato articolato su tre periodi, dal 1985 al 1988, dal 1991 al 1993 e dal 2009 al 2011, e ai volontari è stato chiesto di rispondere ad un questionario, indicando i fattori di rischio a cui erano stati esposti e i disturbi sofferti. «L’abitudine al fumo e l’esposizione lavorativa restano fra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di affezioni respiratorie - continua la ricercatrice - Ad esempio, chi fuma anche meno di sette pacchetti di sigarette all’anno rischia di soffrire di più rispetto ai non fumatori, dell’85% per quanto riguarda la tosse e dell’80% per quanto riguarda il catarro». Ma anche il “fattore urbano” rimane un elemento importante, sia per le allergie che per le malattie croniche ostruttive. «I risultati hanno mostrato che chi vive in un’area cittadina, rispetto a chi risiede in zone suburbane - aggiunge Giovanni Viegi, dell’Ibim-Cnr di Palermo - ha un rischio maggiore del 19 per cento di rinite allergica, del 14 per cento di tosse, del 30 per cento di catarro e del 54 per cento di Bpco». Secondo gli esperti la riduzione di 20 chilometri l’ora dei limiti di velocità cittadini per tutti i veicoli potrebbe subito avere immediati risultati contro l’emergenza smog. Un’altra misura che viene considerata efficace potrebbe essere quella di vendere nei distributori soltanto gasolio di qualità superiore, che è già in commercio ma con un costo più alto rispetto a quello normale. Ancora più importante sarebbe controllare lo stato del parco macchine pubblico e, per i privati, dei sistemi di abbattimento e dei filtri nelle automobili che viaggiano con carburante diesel.

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