Iscriviti OnLine
 

Pescara, 19/04/2024
Visitatore n. 736.215



Data: 14/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Verso la capitale. I pescaresi: sarebbe un disastro spostare il terminal di Roma. Da Pescara dove ogni giorno partono 50 bus per la Capitale, i pendolari svelano sacrifici e levatacce all’indomani della mobilitazione dei politici abruzzesi a Roma per difendere lo scalo a Tiburtina

Un «incubo», uno «stress pazzesco ». Almeno due ore di viaggio in più. Che vanno ad aggiungersi alle 2 ore e un quarto (anche 3 col traffico, i cantieri, gli scioperi e altri incidenti di percorso) che già si impiegano per percorrere la tratta Pescara-Roma Tiburtina. Per i pendolari che ogni giorno o periodicamente partono da Pescara, alla volta della capitale (sono 50 le corse a disposizione complessivamente), il solo pensiero di trasferire il collegamento su ruote dalla stazione Tiburtina (18 stalli) al terminal Anagnina, come vorrebbe il sindaco Virginia Raggi è «un incubo », un «disastro», un «provvedimento disagevole». Soprattutto in termini di «dispendio di tempi» oltre che «di esborso ulteriore di denaro» considerato l’allungamento del tragitto. Sono circa 22 i chilometri dalla stazione dei bus Anagnina al centro della città e circa 50 minuti per percorrerli con la metropolitana. Mentre, chi scende a Tiburtina, raggiunge il centro cittadino in pochi minuti e qualche centinaio di metri percorribili anche a piedi. Così raccontano i tanti viaggiatori “pescaresi” all’indomani della trasferta- protesta degli amministratori e rappresentanti di istituzioni regionali (dal presidente vicario Giovanni Lolli al sindaco di Pescara Marco Alessandrini) nella capitale, per difendere il terminal Tiburtina e chiedere al sindaco Raggi di ripensarci. Giorgia Belisario, 27 anni di Montesilvano, ha studiato all’università di Tor Vergata e ha lavorato, come insegnante di educazione fisica, nella zona di Villa Torlonia, «dieci minuti a piedi dalla Tiburtina». «Quando lavoravo», racconta la ragazza che sogna di vivere nella città Eterna, «mi alzavo alle 3 e mezzo del mattino, andavo in macchina a Pescara, lasciavo l’auto al parcheggio a pagamento e alle 5 prendevo il bus per Roma. Un massacro di tre ore tra ritardi, cantieri, scioperi e quanto altro, figuriamoci allungare il tragitto fino ad Anagnina. La Raggi pensasse a chiudere le buche e far rimuovere la spazzatura». «Fino ad Anagnina sarà un incubo», dice Francesca Cimini mentre salta a volo sul bus in partenza. Il primo mezzo lo prende alle 2 del mattino da San Salvo («praticamente non dormo») con un bus no stop Pescara- Roma che trasporta 350 passeggeri al giorno. Poi l’arrivo «tre ore dopo, se va bene». Enza Miliè, romana, che spesso viene a Pescara per trascorrere il fine settimana con gli amici, analizza: «Questo provvedimento non ha alcun senso, Anagnina è troppo lontana dal centro, vi si potrebbero trasferire i viaggi internazionali, non penalizzare i pendolari che hanno tempi stretti». Grazia D., ricercatrice universitaria, si reca a Roma almeno una volta al mese. Si alza all’alba nella sua Roccamorice, poi scende al terminal bus di Pescara, paga il biglietto «15 euro biglietto unico, oppure 10 euro, sconto “metro e bus card” che però le aziende di autotrasporti vogliono cancellare a fine anno», prende il bus e arriva a Tiburtina. Ma «se il tragitto si allungasse all’estrema periferia Anagnina, dovrei tornare indietro con la metro per arrivare in centro, altri 50 minuti di viaggio e 1 euro e 50 per il biglietto. A proposito, per la nuova tratta, i prezzi aumenteranno? ». Alessandra è una sindacalista della Cgil che «si sta battendo contro questa iniziativa disagevole per i viaggiatori». Per quanto la riguarda, «se arrivassi ad Anagnina, dovrei prendere la metro A fino alla stazione Termini, di qui la coincidenza con la linea B fino all’Eur. Un tragitto che richiederebbe due ore in più di viaggio senza contare i tanti disagi per una regione che ha un alto tasso di pendolarismo ». Maria Fiorenza Cappola, di Pescara, è infuriata. Sta per prendere il pullman delle 11.40. Va a trovare la figlia a ponte Milvio. E riflette: «Per l’Abruzzo sarebbe un disastro totale. Io non potrei prendere la metro perché non mi piace andare sotto terra e fino a ponte Milvio avrei 15 fermate del bus. Assurdo». Ferdinando Cellini, pescarese, dice «no anche al trasferimento del terminal all’aeroporto d’Abruzzo perché scomodo e no ad Anagnina. Per noi pendolari è un bruttissimo colpo».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it