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Pescara, 28/03/2024
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Data: 23/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Porto, dragaggio anche nel week end

Le ultime carte che la burocrazia impone dovrebbero essere state raccolte ieri. Tra oggi e domani, questo l'auspicio, l'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale dovrebbe indicare, in un lotto di tre già selezionate, l'impresa cui affidare il dragaggio per liberare il porto di Pescara dalla sabbia che ostruisce l'ingresso e l'uscita dei pescherecci. «Parliamo di seimila metri cubi di sabbia, un quantitativo minimo eppure essenziale per restituire allo scalo marittimo l'operatività oggi negata - ha spiegato Enzo Del Vecchio, rappresentante della Regione Abruzzo nell'Autorità di sistema portuale -. La sabbia all'imboccatura del porto sarà solo spostata in mare a ridosso della diga foranea in un punto libero da correnti e consentirà di liberare il passaggio e riportare i fondali a una profondità minima di 4 metri e mezzo». La spesa prevista è di 40mila euro, nulla a che vedere con gli appalti milionari che ad oggi si sono rivelati tanto dispendiosi quanto inutili per la funzionalità del porto. Strettissimi anche i tempi - alla ditta sarà chiesto di lavorare anche nel fine settimana - considerato che la draga dovrebbe risolvere in meno di una settimana, al ritmo di mille metri cubi di sabbia al giorno. Andranno poi nuovamente verificate le batimetrie prima della riapertura al traffico marittimo.
PESCHERECCI DANNEGGIATI
Non pochi i disagi provocati da quest'ultima impraticabilità: i pescherecci più grandi, una decina circa, sono stati dirottati al porto di Ortona per evitare il rischio di incagliarsi sul fondale: non a tutti è andata bene e più di qualche barca ha avuto danni ingenti a scafo ed eliche. Autorità di sistema portuale di Ancona e la Capitaneria di porto coordinata dal direttore marittimo Donato De Carolis stanno intanto studiando, per accogliere i pescherecci, la possibilità di sfruttare una porzione dello scalo nell'ambito dell'asta fluviale. Si sta inoltre predisponendo un prossimo minidragaggio che consenta di evitare un'altra paralisi del porto a causa di insabbiamento del canale di accesso. Il costo limitato di tali operazioni, se previste con buon anticipo, agevola il mantenimento delle condizioni di navigabilità.
LOLLI SCRIVE AL MINISTRO
L'altro grosso nodo da sciogliere in tema di portualità è quello legato allo svuotamento della vasca di colmata. Una ulteriore proroga di un anno - l'ultima possibile - è stata concessa al Provveditorato ma obiettivo della Regione Abruzzo e dalla stessa Autorità di sistema di Ancona è quello di stringere i tempi e di liberare almeno 80mila metri di sabbia dalla banchina entro febbraio, tempo permettendo. Preme in tal senso lo stesso presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, che di recente ha inviato una lettera al riguardo al ministro alle Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli. Il superamento di tali problematiche si avrà tuttavia solo con il completamento del progetto del nuovo porto: l'apertura della diga foranea è già stata in parte realizzata, ma vanno soprattutto realizzati i moli guardiani per la deviazione dell'asta fluviale. Un'altra lettera al ministro Toninelli l'ha invece inviata ieri Antonio Spina, portavoce dell'ex comitato Porto di Pescara, che ha sintetizzato una cronistoria degli eventi che hanno determinato l'impasse dello scalo e posto interrogativi sulle scelte progettuali adottate per il rilancio dello stesso.

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