PESCARA Non chiamateli dissidenti ma ortodossi che sabato usciranno allo scoperto. Ha il nome di una costellazione, Cassiopea, la fronda dei 5 Stelle che contesta ai vertici di aver tradito i principi fondativi del Movimento. E annuncia la protesta con questa nota diffusa ieri di cui riportiamo i passaggi chiave. «Il momento del voto è l'occasione per fare il bilancio dell'attività politica di una forza che si candida per la seconda volta al governo della Regione. Il M5S è diventato primo partito in Abruzzo grazie all'impegno dei suoi iscritti in base alla promessa che "nessuno sarebbe rimasto indietro" e che ognuno di noi avrebbe avuto la medesima importanza. "Uno vale uno". In cinque anni quel patto è stato sciolto unilateralmente», afferma Cassiopea, «e chi è andato avanti grazie al mandato elettorale, affezionandosi al ruolo, ha lasciato indietro molti, forse troppi (...). Molti uomini e donne che hanno fatto la fortuna del M5S e quella dei suoi rappresentanti pro tempore, si stanno interrogando su ciò che non ha funzionato, decisi a dare un senso all'impegno profuso nel passato, nel presente e che si desidera ribadire per il futuro». Ed ecco la richiesta: «Cassiopea è il nome dato a un gruppo formato da iscritti al movimento di tutta la regione, attraverso il quale, prima di confermare la fiducia per il prossimo quinquennio, chiedere ai candidati il rispetto dei principi fondamentali e la risposta a 5 quesiti. Il primo è prioritario e riguarda i programmi politici e il diritto di rappresentanza negato negli ultimi anni: "in caso di elezione a portavoce regionale, sei disposto a partecipare ad assemblee provinciali mensili convocate dalla base per raccogliere le istanze da tradurre in proposta politica?" È già paradossale, infatti, che siano stati scelti i candidati senza rispettare le regionarie online», afferma Cassipea, «e nemmeno in base a dei programmi che restano sconosciuti anche per la lista a pochi giorni dalle elezioni. Gli altri quesiti saranno resi noti dopo il 26 gennaio. Confidiamo in una risposta chiara in sede pubblica prima del 10 febbraio».