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Pescara, 25/04/2024
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Data: 25/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Reddito per 4 milioni di persone: il 20% andrà agli stranieri. Romeni e marocchini in cima alla lista il 29,2% degli extracomunitari è povero

ROMA In tutto 1.248.000 nuclei familiari, che corrispondono a 4 milioni scarse di persone. Le famiglie formate da soli stranieri sono stimate in 241 mila, ovvero poco meno del 20 per cento del totale e anche la spesa relativa ai benefici a loro destinati assorbe una quota analoga delle risorse complessive. Con la relazione tecnica al decretone che avrebbe avuto il via libera della Ragioneria generale dello Stato, si chiariscono le platee di riferimento del Reddito di cittadinanza destinato a diventare operativo dal prossimo aprile. E sotto il profilo finanziario risulta confermato un piccolo ridimensionamento della somma assorbita per la sola erogazione delle prestazioni, pari per il 2019 a 5,6 miliardi. Altri fondi sono destinati al rafforzamento dei centri per l'impiego (480 milioni), alla coda di applicazione del reddito di inclusione (274), all'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (200) all'Inps per l'assunzione di personale (50) e ad ulteriori voci minori.
Alla fine dunque i cittadini italiani o stranieri coinvolti nell'operazione risulteranno un po' meno numerosi rispetto a quanto annunciato in precedenza e confermato anche nelle comunicazioni seguite al Consiglio dei ministri della scorsa settimana. Il totale dei beneficiari veniva fatto coincidere con i circa 5 milioni di persone, (corrispondenti a quasi 1,8 milioni di famiglie) che secondo l'Istat si trovavano nel 2017 in situazione di povertà assoluta; cioè non erano in grado di sostenere la spesa di un paniere di beni ritenuti indispensabili. Già nelle fasi preparatorie il numero di famiglie era stato ridotto a poco più di 1,3 milioni e ora si assesta appunto a quota 1.248.000. Il numero di singoli individui coinvolti non è indicato direttamente nella relazione ma applicando la stessa numerosità implicita nelle bozze precedenti (3,17 persone per nucleo familiare) si arriva intorno a 3.950.000, dunque appena al di sotto di quota quattro milioni.
IL PERMESSO
Lo sfoltimento progressivo della platea potenziale, che comprende pure gli anziani destinatari della pensione di cittadinanza, è avvenuta anche attraverso l'esclusione di 87 mila nuclei composti da soli stranieri, stimati non in possesso del permesso di lungo soggiorno o del requisito di residenza nel nostro Paese da almeno 10 anni. Tolta questa quota, il numero di famiglie con soli componenti stranieri che saranno ammesse a fruire del reddito è stimato in 241 mila. Un valore non sorprendente: proprio dall'analisi fatta dall'Istat risulta che l'incidenza di povertà assoluta in questo tipo di nuclei è pari al 29,2 per cento, contro il 5,1 delle famiglie composte da soli italiani. Per quelle miste, in cui c'è almeno un componente italiano, il problema dell'ammissione al beneficio non si pone visto che il reddito di cittadinanza viene chiesto da un singolo componente per tutta la famiglia ed i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno vengono valutati solo in relazione al richiedente. Questo vuol dire che gli stranieri coinvolti nel reddito sono in realtà di più.
ESONERO CONTRIBUTIVO
Il documento tecnico allegato al decreto specifica anche i dettagli dell'erogazione della somma (corrispondente al reddito di cittadinanza) alle imprese che assumono la persona inclusa nel percorso di avviamento al lavoro. Viene precisato che il beneficio, sotto forma di esonero contributivo, sarà riconosciuto per la differenza tra 18 mesi e il periodo in cui è stato percepito dall'interessato, con un minimo di 5 mesi, nei limiti della contribuzione Inps riferita al lavoratore assunto per le mensilità incentivate.

Romeni e marocchini in cima alla lista il 29,2% degli extracomunitari è povero

ROMA Una torta con 5 fette, di cui una finirà tra le mani di una famiglia straniera. Il Reddito di Cittadinanza a trazione tricolore che aveva in mente il governo scolorisce e si trasforma in una sorta di bandiera esperanto di fronte alla realtà dei numeri. Nonostante il giro di vite operato a inizio anno (soggiorno nel Paese alzato da 5 a 10 anni, di cui gli ultimi 2 consecutivi) per cercare di riservare la maggior parte delle risorse agli italiani, l'operazione di Palazzo Chigi ha centrato gli obiettivi solo in parte.
I NUMERI
La platea delle famiglie beneficiarie del sussidio, secondo la Ragioneria del Tesoro, sarà di 1 milione e 248 mila nuclei e tra questi 241 mila (il 19,3% del totale) dovrebbero essere soli straniere. Conti alla mano, gli stranieri si divideranno 1 miliardo e 486 milioni di euro su un totale di 7.493 milioni (il 19,8%) per il 2019. E per dare un'idea di una strategia che non ha del tutto funzionato, basti pensare che l'ultima relazione tecnica del governo indicava 164 mila nuclei di stranieri beneficiati. Ben 77 mila in meno rispetto al risultato finale. La verità, spiega una fonte alle prese con il dossier, è che per quante limitazioni e paletti si possano introdurre resta un fatto: l'incidenza dei poveri, tra gli stranieri, è 6 volte maggiore rispetto agli italiani. Dunque era inevitabile che andare a finire in questo modo. Alla fine del 2018, in Italia, c'erano circa 5,1 milioni di stranieri residenti e il 29,2% è povero, rispetto al 5,1% delle famiglie di soli italiani. Non solo: secondo i dati della Caritas, dal 2010 al 2016 l'incremento maggiore di povertà ha riguardato i residenti provenienti da Paesi Ue (dal 35,4% al 48,5%), seguiti dai cittadini originari di Paesi non-Ue (dal 43,5% al 54%). C'è poi da considerare un elemento. Il vincolo dei 10 anni di residenza, ovviamente, non può essere applicato ai cittadini Ue, tra i quali spiccano rumeni (1,2 milioni), che sono la componente non italiana più numerosa nel Paese, polacchi (circa 100 mila) e bulgari (circa 60 mila). Il giro di vite produrrà certamente effetti sugli extra-Ue. Ma meno di quanto auspicava la maggioranza giallo-verde. E c'è una ragione. Dati Istat alla mano, nel 2009 i cittadini stranieri registrati in Italia erano 3,9 milioni (1,2 milioni in meno rispetto ad ora) e si tratta di un nucleo che, per la stragrande maggioranza, ha ormai un radicamento forte e non si è spostato negli ultimi 10 anni. Insomma, si parla di individui con le carte in regola per aspirare al Reddito. A patto, ovviamente, di avere un Isee molto basso.
AUMENTO
Tra gli extracomunitari le comunità più numerose sono quella marocchina (500mila persone), albanese (440mila) e ucraina (250mila) che dunque non possono essere escluse se gli individui risiedono in Italia da almeno 10 anni. Nutrita la componente asiatica. La Cina conta 290 mila, Filippine 167 mila, l'India 151 mila, il Bangladesh 131 mila, il Pakistan 114 mila e lo Sri Lanka 107 mila. Tra l'altro, alcune popolazioni sono tutelate da convenzioni di sicurezza sociale stipulate da Roma con i governi di Tunisia, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia. Ad infittire la platea degli stranieri c'è inoltre un dato statistico: dal 2013 al 2016 ben 611 mila stranieri hanno messo le mani sulla cittadinanza italiana. In particolare, sono stati 101 mila nel 2013, 130 mila nel 2014, 178 mila nel 2015, 202 mila nel 2016 e per circa il 75% si tratta di extracomunitari che provengono da Albania, Marocco, India, Bangladesh e Pakistan.

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