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Pescara, 28/03/2024
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Data: 30/04/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Caso Gran Sasso, la giunta ha chiesto il commissario. Approvata la delibera che scarica sul governo la sicurezza dell'acqua. Marsilio e Imprudente: «Conte ci aiuti in tempi brevi con fondi e progetto»

PESCARA «Valutare se sussistano le condizioni per lo stato di emergenza e nominare un commissario, con pieni poteri e risorse per sciogliere tutti i nodi e mettere in sicurezza il sistema». Lo ha chiesto ufficialmente al governo Conte la Regione Abruzzo, con una delibera di giunta, anticipata dal Centro, approvata ieri per fare fronte al caso del Gran Sasso dove insistono il traforo autostradale dell'A24, i laboratori dell'Istituto nazionale di fica nucleare (Infn), contestualmente alla captazione delle acque potabili per un bacino di utenza di 700mila abruzzesi. «È una situazione unica al mondo che impone decisioni importanti ed emergenziali» dice il governatore, Marco Marsilio. La giunta si è riunita a Pescara alle 9,30 per trattate questo punto. Poi, al termine della seduta, il governatore e il vicepresidente e assessore al Sistema idrico, Emanuele Imprudente, hanno sottolineato che, comunque, al momento «non c'è una situazione di emergenza e non ci sono problemi per l'acqua» grazie a «protocolli e dispositivi per il monitoraggio costante».Nel 2017 nell'area in questione ci fu un incidente ambientale cui seguì la nomina, da parte della Regione, di un gruppo di lavoro composto dai soggetti interessati. Marsilio ha ricordato che al mondo «non c'è altro luogo in cui un traforo autostradale nasconde al suo interno un laboratorio di rilevanza internazionale e tutto attorno a questo sistema c'è una falda acquifera da cui gli acquedotti di Teramo e L'Aquila captano le acque». Questo, ha evidenziato il presidente della Regione, «provoca problemi che tutti conosciamo e abbiamo già vissuto. Non c'è più tempo da perdere, è da troppo che assistiamo a un rimpallo di responsabilità. La giunta ha quindi deliberato la richiesta al Governo di valutare lo stato di emergenza e l'unicità della situazione del Gran Sasso. È necessario che ci sia un'assunzione di responsabilità a tutti i livelli. La Regione non ha competenze dirette: non è né proprietaria degli impianti né dell'autostrada e non può spendere le risorse che servono per fare gli interventi importanti che devono essere fatti».«La Regione», ha aggiunto Marsilio, «si pone in un atteggiamento collaborativo e propositivo con il Governo che, a nostro avviso, deve nominare un commissario che abbia i poteri e le risorse per sciogliere tutti i nodi, per mettere in sicurezza e a regime tutto questo sistema e garantire contemporaneamente la sicurezza e la captazione delle acque, la percorribilità dell'autostrada e del traforo e la funzionalità e operatività dei Laboratori nazionali del Gran Sasso». Su tempi e modalità degli interventi, come la chiusura del traforo autostradale, annunciata dalla società Strada dei Parchi per il 19 maggio, Imprudente ha invece dichiarato: «Non può essere la politica a dirlo, ma servono tecnici che possano valutare come gestire i sistemi contemporaneamente. I tempi non possono che essere dettati dall'azione stessa che metterà in piedi il commissario, perché ad oggi abbiamo soltanto degli studi che la passata Giunta ha trasmesso. Da parte nostra, chiediamo la nomina di un soggetto che abbia ampi poteri, che possa fare progetti veri e non gli studi, che possa quantificare le risorse necessarie (una prima stima parla di oltre 170 milioni di euro, ndr) e i tempi dell'intervento. È un problema di cui si parla da vent'anni, senza che si sia mai arrivati a una soluzione definitiva. Noi», ha concluso il vicepresidente della Giunta, «vogliamo trovarla, nell'interesse della salute degli abruzzesi, delle persone che quotidianamente passano sotto al traforo e della scienza internazionale». (l.a.)

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