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Data: 29/12/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Emergenza nazionale. L'Italia sta soffocando. Lo stop alle auto un po’ per tutti è un provvedimento tampone che non può essere sufficiente. Si pensa a qualcosa di più corposo per ridurre lo smog nelle grandi città. A Milano primo giorno di blocco totale della circolazione. Strade deserte. Roma nella bufera. Le targhe alterne convincono poco.

Domani incontro governo, Regioni e sindaci: «Servono misure strutturali»

ROMA Strade deserte, traffico ridotto a zero, perfino i marciapiedi sono rimasti semivuoti, poche bici in giro. Di familiare, c’era soltanto la cappa di nebbia che dal primo dicembre ingabbia Lombardia e Pianura Padana. Ieri, alle 10 Milano si è trasformata in un’altra città. Per sei ore è rimasta sospesa in un clima surreale a causa del blocco totale del traffico, deciso dal sindaco Giuliano Pisapia. Una misura straordinaria varata per cercare di ripulire, almeno in parte, l’aria dalle famigerate polveri sottili causate dai gas di scarico delle auto e dal riscaldamento. Il terribile Pm10 che sta avvelenando le città e che è diventato il nemico numero uno dei sindaci d’Italia. Oggi e domani si replica. E per capire se il “sacrificio” dei milanesi (300 sono state le multe su 1.500 controlli), che per altri due giorni saranno costretti a lasciare l’auto a casa, dalle 10 alle 16, abbia portato ai risultati sperati, bisognerà attendere qualche giorno. Al momento, le uniche notizie che arrivano dall’Arpa Lombardia, l’agenzia che monitora l’aria, non sono confortanti. Perfino il giorno prima che scattasse lo stop alle auto private sia a Milano che in altri 13 comuni dell’hinterland, le centraline di rilevamento dello smog hanno lanciato l’allarme: c’erano concentrazioni di Pm10 superiori alla soglia del 50 milligrammi per metri cubo. Ciò significa che a Milano, il limite di polveri sottili è stato superato per 33 giorni consecutivi per un totale di 98 dall’inizio dell’anno. La legge prevede che possa avvenire “solo” 35 giorni nell’arco di dodici mesi. Al di sopra, complice anche la nebbia si crea una specie di “effetto-Pechino”, ossia si respira smog. Targhe alterne a Roma. A Roma i “danni” all’aria non li ha causati la nebbia ma la mancanza di pioggia e vento che ha fatto alzare il livello del Pm10 per 35 giorni non consecutivi. Ma ieri i romani si sono svegliati senza traffico. Questa volta, infatti l’ordinanza firmata dal prefetto Francesco Paolo Tronca che ha deciso le targhe alterne per due giorni (ieri il blocco toccava alle pari oggi alle dispari) pare l’abbiano rispettata in molti: su 1.737 controlli le sanzioni sono state 232. Qui la fascia oraria prevista per il blocco è dalle 7,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 20,30. È stato il dipartimento dell’Ambiente a deciderlo, spiegando che a Roma la circolazione dell’aria ha il picco negativo (ristagno) nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, mentre la ventilazione è maggiore nelle fascie intermedia. Coordinare gli interventi. E se tutti i sindaci guardano con speranza al meteo che annuncia cali di temperature a ridosso della notte di San Silvestro, questo strano dicembre caldo ha convinto Regioni, Comuni e il governo che è arrivato il momento di affrontare il problema dell’inquinamento non più come un’emergenza. E la parola d’ordine adesso è diventata: “coordinare gli interventi”. Così domani è previsto un vertice al ministero dell’Ambiente convocato dal ministro Gian Luca Galletti. Intorno ad un tavolo si siederanno il capo della Protezione civile, i governatori delle Regioni e i sindaci dei maggiori centri urbani. Davanti a loro, troveranno i dati elaborati dalle varie agenzie regionali che mostreranno i risultati delle misure straordinarie varate in questi giorni dai primi cittadini, da Torino a Palermo. Così il ministro in vista della riunione: «I sindaci hanno fatto bene di fronte all’emergenza a prendere decisioni, ma ora queste iniziative vanno coordinate, valutando quelle che hanno funzionato meglio». Insomma, bloccare il traffico solo in una parte della Pianura Padana oppure soltanto nella zona di Roma, all’interno del raccordo anulare non serve a molto per ripulire l’aria dai veleni. Sembra dunque arrivato il momento che il governo stia valutando misure strutturali e più a lungo termine per evitare che lo smog raggiunga livelli di avvelenamento. Maroni polemico. Mettere tutti d’accordo è comunque difficile, anche su questo argomento che tocca la salute dei cittadini. Così, il sindaco di Milano Pisapia difende la sua scelta di bloccare totalmente il traffico privato spiegando che gli esperti dell’Arpa gli hanno suggerito che è l’unica soluzione. «Parziale, ma la sola possibile di fronte a questa situazione», il governatore della Lombardia Roberto Maroni ha però subito replicato. «Non mi schiero, non voglio fare polemica, ma i miei tecnici mi hanno detto che non è efficace». Perché? «Alla fine dei tre giorni c’è un picco di inquinamento maggiore rispetto al giorno prima del blocco. Servono misure strutturali» ha sottolineato il governatore che ieri sera ha ricevuto al Pirellone i vertici dell’Anci della Lombardia che gli hanno consegnato un decalogo per coordinare le iniziative antismog. L’Istat e il post di Grillo. E ieri l’Istat ha risposto ad un post di Beppe Grillo che aveva attribuito allo smog l’aumento di decessi in Italia nel 2015. Per l’istituto di statistica che ha reso noto il dato le cause dei decessi sono da chiarire, «è ancora presto per trarre conclusioni». Forse, è meglio concentrarsi sulle strategie per ripulire l’aria.

ROMA I due giorni di targhe alterne? Inutili, o comunque non risolutivi, secondo tanti romani alle prese con mezzi pubblici affollati e in forte ritardo. Il provvedimento anti smog scelto dal commissario Francesco Paolo Tronca continua a suscitare critiche. Per Fabrizio Cicchitto è «ridicolo». «La questione va affrontata sui 365 giorni», taglia corto la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. «Il governo e le città dovrebbero scontare i giorni di targhe alterne dal bollo auto, perché traffico e inquinamento sono una conseguenza del malgoverno», tuona Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, che ha presentato un emendamento per chiedere lo sconto del bollo per ogni giorno di blocco. Intanto il livello delle polveri sottili è ancora alto, tanto che gli esperti invitano a tenere i bambini piccoli in casa e limitare l’attività sportiva all’aperto. E mentre politici e cittadini chiedono interventi strutturali, il Codacons decide di rivolgersi direttamente al Consiglio di Stato, chiedendo la nomina di un commissario «ad acta» che si sostituisca all’attuale amministrazione nell’attuazione di un piano di potenziamento del trasporto pubblico. Il provvedimento. Il divieto di circolazione nella cosiddetta fascia verde va dalle 7,30 fino alle 12,30 e dalle 16,30 alle 20,30. Ieri lo stop è toccato alle targhe dispari, oggi è la volta delle pari. Possono circolare i veicoli meno inquinanti: metano, gpl, ibride, euro 6, ciclomotori due ruote quattro tempi euro 2 e motocicli quattro tempi euro 3. Chi lascia l’auto a casa può usare i mezzi pubblici usando per tutto il giorno un solo biglietto da 1,50 euro. I controlli. Se Milano, nelle ore del blocco totale delle auto, sembrava una città irreale, fuori dal tempo, a Roma il traffico è continuato a scorrere malgrado i controlli dei vigili urbani siano stati più intensi rispetto alle settimane precedenti. I cittadini hanno trovato i vigili da piazza Venezia a Terme di Caracalla, da Circo Massimo a piazzale Ugo la Malfa, da via Tuscolana a via dell’Arco di Travertino. Così su Twitter la polizia locale di Roma capitale: «Già alle 11 abbiamo superato la soglia dei mille controlli e quasi il 10% di sanzioni rilevate sulle macchine fermate - ha precisato il comandante generale della polizia locale di Roma Capitale Raffaele Clemente -. Abbiamo quadruplicato gli sforzi. Ci sono quattro diversi posti di controllo a piazza Venezia che vengono spostati in continuazione, più motociclisti che si occupano di selezionare i mezzi. Già nelle prime ore abbiamo fatto un ottimo risultato, maggiore di quello dei giorni scorsi». Alle 18, sempre su Twitter, arrivano i numeri della giornata: 232 sanzioni e 1.737 controlli. Boom di patologie respiratorie. Intanto la Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) lancia l’allarme per il forte aumento di patologie irritative alle vie respiratorie, come sinusiti, laringiti, faringiti, raffreddori, raramente con febbre. «I dati circa la presenza elevata di polveri sottili dovute alle condizioni meteorologiche eccezionali per il periodo possono suggerire un correlazione di tali sintomi con l’inquinamento atmosferico».

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