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Data: 06/11/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
E gli autisti diventano scrutatori del referendum che boicottano

Chi conterà (e controllerà) le schede del referendum che potrebbe mandare in soffitta l'Atac? Gli autisti dell'Atac. Non è cosa nuova che i conducenti della partecipata romana smanino per disertare i turni di lavoro e passare la giornata ai seggi, succede praticamente a qualsiasi elezione. Il fatto è che stavolta i macchinisti e gli altri dipendenti sono parte in causa del voto. Se vincesse il «sì» e si procedesse alla messa a gara del servizio di bus e metro, non perderebbero il posto di lavoro (per legge sarebbero assunti dal nuovo gestore) ma dovrebbero probabilmente rinunciare a una serie di benefit e indennità previsti dal contratto decentrato offerto oggi dall'Atac. Non è detto, infatti, che le imprese che subentrerebbero al gigante malato di via Prenestina siano disponibili ad accollarsi anche tutte le voci extra dello stipendio attuale.
Non stupisce allora che tutti (tutti) i sindacati e la stragrande maggioranza dei lavoratori si sia schierata massicciamente contro la consultazione di domenica, che invece chiede al Campidoglio di assegnare i trasporti di Roma al miglior offerente attraverso una gara pubblica, anziché affidare il servizio sempre e solo all'Atac, come avviene da decenni, coi risultati che sappiamo. Molti sindacalisti e dipendenti, legittimamente, stanno facendo campagna per il «no» oppure invitano a disertare il referendum sperando che non si centri il quorum (deve votare il 33% degli aventi diritto).
Molti altri, invece, hanno chiesto di fare gli scrutatori o i rappresentanti. Nei seggi, insomma, ci saranno e, nel primo caso, con un ruolo che dovrebbe essere terzo. Negli uffici del Personale di Atac sono arrivate oltre 700 domande. Non è una novità, si diceva: alle politiche del 4 marzo, in 800 tra autisti e macchinisti scansarono i turni di lavoro, accaparrandosi tre giorni di permesso nelle sezioni elettorali. Stavolta però la consultazione riguarda direttamente gli autisti dei bus.
Anche il Campidoglio grillino, che ha sempre maldigerito il referendum, ha mostrato un attivismo mai visto per la selezione degli scrutatori. Per la prima volta, infatti, è stato chiesto all'Atac di mettere in bella mostra, nei depositi e negli uffici, le locandine per ricordare ai conducenti che avrebbero potuto partecipare allo spoglio come scrutatori. «È previsto per legge, ma non era mai stato fatto finora», spiegano fonti qualificate dell'azienda.
LE PROMESSE ELETTORALI
Domenica quindi tra gli arbitri del voto su Atac ci saranno parecchi dipendenti dell'Atac, gli stessi che alle comunali del 2016 votarono in massa per il M5S strappando la promessa che la partecipata sarebbe rimasta saldamente in mano al Campidoglio. Una promessa che Raggi farà di tutto per onorare - «il referendum ha valore solo consultivo», ha già detto - col rischio di archiviare uno dei totem del grillismo d'antan, la democrazia partecipata e diretta che viaggerà pure sul web, ma a volte passa anche per le urne.

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