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Pescara, 25/04/2024
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Data: 07/11/2018
Testata giornalistica: Il Centro
«Mossa orchestrata da chi cambia bandiera». Il primo cittadino replica all'assessore: te ne vai per fare un percorso che non è con il centrosinistra «Lui ha fatto vincere la destra». Il gruppo consiliare del Pd all'attacco: ecco perché abbiamo perso le elezioni

PESCARA «Io credo che non ci siano ragioni amministrative dietro le dimissioni di Giuliano Diodati dalla giunta». Sono le prime parole pronunciate ieri pomeriggio da Marco Alessandrini dopo aver letto la lettera di dimissioni inviata dal suo ormai ex assessore al bilancio e alla mobilità.Dimissioni che hanno spiazzato il sindaco, il quale forse non si aspettava una mossa così repentina da parte di Diodati. Tanto è vero che il segretario cittadino del Pd Moreno Di Pietrantonio aveva convocato per ieri sera, prima delle dimissioni, una riunione con Alessandrini, il gruppo consiliare, Di Matteo e Diodati. Riunione che poi non si è più tenuta. E l'addio dell'assessore rischia ora di compromettere le prossime elezioni. Il gruppo degli antidalfonsiani, capeggiato da Donato Di Matteo, adesso appare al Pd difficilmente recuperabile in vista del voto per le regionali e delle comunali. Il sindaco, in proposito, ha detto chiaramente da dove nasce questa spaccatura. «Le dimissioni di Diodati», ha fatto notare, «sono la prevedibile conseguenza della scelta che ha portato alla perdita della Provincia di Pescara, orchestrata da chi ha bene in mente un percorso che, probabilmente, già da diverso tempo non è con il centrosinistra». Il riferimento di Alessandrini è alla scelta compiuta dal consigliere regionale Donato Di Matteo di presentare un proprio candidato alle elezioni provinciali del 31 ottobre scorso, in contrapposizione a quello del Pd, dividendo così il centrosinistra e contribuendo alla vittoria del candidato del centrodestra.«Parliamo di un assessore che ho rivoluto in squadra alla prima occasione utile, dopo l'avvicendamento del settembre 2017», ha fatto presente il sindaco, «e che in questi mesi ha governato, non senza distinguo sull'operato di un'amministrazione di cui è stato parte per la maggior parte del mandato». «Un amministratore», ha continuato, «che oggi, a sei mesi dalle elezioni comunali e a tre da quelle regionali, si chiama fuori sentendosi improvvisamente alieno dai progetti strategici per Pescara, pur avendo avuto sempre piena possibilità di agire politicamente con le sue importanti deleghe e di confrontarsi liberamente con la maggioranza». «Parliamo di un vizio antico della politica italiana», ha concluso, «che è quello di dire cose vecchie con il vestito nuovo, fare finta che il proprio passato non esista e che ciò che si è promesso e raccontato alla pubblica opinione per essere eletti, possa assumere forme e colori diversi per un non meglio precisato "bene comune"»

«Lui ha fatto vincere la destra». Il gruppo consiliare del Pd all'attacco: ecco perché abbiamo perso le elezioni

PESCARA Le dimissioni dell'assessore Giuliano Diodati hanno scatenato la dura reazione anche del gruppo consiliare del Pd. «Dopo aver determinato con il suo attivismo di manovra la sconfitta del centrosinistra alle elezioni provinciali di Pescara», ha scritto in una nota il gruppo guidato dal consigliere Marco Presutti, «un assessore, eletto a suo tempo in due diverse tornate elettorali nelle liste del Partito democratico, nominato e rinominato assessore da un sindaco come Marco Alessandrini che rappresenta con la sua storia un segmento del Dna del centrosinistra non solo a Pescara ma in tutto il Paese, non avverte il bisogno di giustificare la sua scelta inaudita che ha fatto trionfare la destra e gonfiato gli incerti contorni di un movimento civico non meglio determinato nelle istanze politiche, salvo quelle di tenere la scena. Ritiene, anzi, di poter sbattere la porta di una casa che non appartiene a questo o a quello, ma che è di tutti gli uomini e le donne che a Pescara si riconoscono nelle ragioni del centrosinistra, soprattutto in questi tempi preoccupanti per la qualità della democrazia e della libertà nel nostro Paese, rilasciando una nota fosca e impettita nella quale si ritaglia un ruolo di vittima di un partito miope e ostile al confronto e alla proposta». «Se in questi mesi», ha aggiunto, «c'è una persona che si è sottratta al confronto e alla pratica della collegialità all'interno dell'amministrazione, questa è stata Diodati che ha inteso procedere di rottura in rottura, comunicando direttamente alla stampa idee e progetti senza essersi confrontato né con gli assessori, né con i consiglieri».

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