Iscriviti OnLine
 

Pescara, 20/04/2024
Visitatore n. 736.225



Data: 15/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Guerra dei simboli esclusa a Chieti la lista Di Matteo. Masci esulta, Abruzzo Insieme presenterà entro oggi un ricorso. Popolari per l’Italia, ko definitivo. Casapound non ce la fa a Pescara

L'AQUILA Marco Marsilio, candidato del centrodestra, dovrà fare a meno di una delle liste annunciate: è stata infatti confermata l'esclusione di Popolo della famiglia Popolari per l'Italia che ha deciso di non inoltrare ricorso dopo la decisione assunta dai collegi circoscrizionali provinciali. Mancanza delle firme, è la motivazione ufficiale, confermata dagli stessi delegati. Il caso più clamoroso, però, è quello che riguarda la lista Abruzzo Insieme, ispirata da Donato Di Matteo, in corsa con Giovanni Legnini: è stata regolarmente ammessa dai tre uffici centrali circoscrizionali di Pescara, Teramo e L'Aquila ed esclusa, invece, «pur in presenza di identica documentazione», solo da quella di Chieti, dopo una prima decisione d'ammissione. Un'esclusione che, però, non riguarda la famigerata disputa sul simbolo, quello di Abruzzo Futuro, inserito nel logo principale con lo scopo di evitare la raccolta delle firme da cui sono esentati i gruppi presenti in Consiglio regionale. Va specificato che non vi è alcuna proprietà o titolarità del simbolo, non essendo lo stesso registrato. È accaduto, come previsto dalle norme, che Mauro Di Dalmazio, capogruppo in Consiglio, ha firmato l'apposita dichiarazione di collegamento tra il gruppo e la lista presentata. Carlo Masci, storico esponente del centrodestra, ha tuonato sin dal principio, ribadendo le sue tesi ieri in tribunale, dove è stato convocato dall'ufficio circoscrizionale: «Questo simbolo rappresenta decine di migliaia di cittadini abruzzesi, che l'hanno votato sempre nell'area liberale e moderata del centrodestra. In Abruzzo tutti sanno che questo simbolo è riferibile a Carlo Masci. Legnini e Di Matteo, che hanno nascosto il loro simbolo del Pd, stanno utilizzando il simbolo Abruzzo Futuro senza alcuna autorizzazione da parte mia, che ne sono il legittimo proprietario e utilizzatore».
Quando l'ufficio di Chieti ha escluso la lista di quel collegio, Masci ha esultato su Facebook: «Giustizia è fatta!». Secondo gli esponenti di Abruzzo Insieme ciò sarebbe avvenuto «incomprensibilmente prima che la stessa decisione fosse stata resa nota alla lista interessata». Il punto, però, è che dietro l'esclusione non ci sarebbe la questione-simbolo: «Le affermazioni di Carlo Masci, oltre ad essere gravissime e diffamatorie dicono gli esponenti di Abruzzo Insieme -, non trovano alcun riscontro neanche nella decisione emessa in autotutela dallo stesso ufficio circoscrizionale di Chieti, che ha incredibilmente disposto l'esclusione sulla base di una motivazione formale riguardante la legittimazione dell'ufficio competente della Regione Abruzzo a rilasciare l'attestazione prevista dalla legge. La lista Abruzzo Insieme è stata presentata nel pieno rispetto delle procedure. Le identiche procedure sono state adottate da altre liste civiche che sono state regolarmente ammesse. La lista Abruzzo Insieme ha già presentato ricorso al Collegio elettorale di Garanzia, presso la Corte d'Appello. Abruzzo Insieme si batterà in tutte le sedi». A quanto si appreso, l'Ufficio circoscrizionale di Pescara ha contestato alla lista una questione di confondibilità con il simbolo usato nella scorsa tornata, aspetto comunque sanato con una variazione in corsa.
GLI ALTRI NODI
Azione politica, sempre collegata a Marsilio, ha dovuto presentare un ricorso perché è stata sollevata un'eccezione sulla candidatura di Cesidio D'Alessandro (collegio L'Aquila), per un problema relativo all'accettazione. Casapound è stata esclusa su Pescara, ma l'avvocato Maurizio Dionisio ha annunciato battaglia: «L'atto con cui si notifica l'esclusione - spiega il legale - è radicalmente nullo. Nella sua intestazione, infatti, c'è una data sbagliata, in quanto si fa riferimento alle Elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale d'Abruzzo del 24 maggio 2014. Nel corpo del provvedimento, poi, non c'è nessun altro riferimento alla data corretta». Alla luce di questo errore materiale, Dionisio ha chiesto di invalidare l'atto. Infine il caso Udc: la lista con Idea e Dc non ha presentato le firme, ma il gruppo non è presente né in Regione né in Parlamento. Nel simbolo della lista c'è il riferimento a Noi con l'Italia-Udisei, sottogruppo in seno al gruppo Misto alla Camera dei Deputati. Bisognerà capire se i sottogruppi rientrano nelle fattispecie previste dalla legge.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it