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Data: 20/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tfr statali, l'anticipo salirà a 40 mila euro Sulla buonuscita anche un taglio dell'Irpef

ROMA Il tetto massimo per l'anticipo del Trattamento di fine servizio (Tfs) passerà da 30.000 a 40.000 euro. Anche se a livello parlamentare si spinge per salire fino a 45.000 euro. Mentre non saranno necessari al ministero del Lavoro e all'Abi i 60 giorni previsti dal decretone su reddito di cittadinanza e Quota 100 per firmare l'intesa sulle condizioni del prestito bancario alla base dell'acconto: le parti, nelle ultime ore, hanno limato i contenuti dell'accordo. Nel provvedimento che vuole riscrivere parte del welfare italiano, il governo ha provato anche a superare un nodo da tempo contestato dai sindacati e che a breve dovrebbe vedere esprimersi la Corte Costituzionale su un ricorso di Unsa: il differimento del pagamento della liquidazione nel pubblico impiego. Nel decretone, infatti, si prevede che tutti i neo pensionati della Pa - indipendentemente che aderiscano a Quota 100 o meno - possano avere al momento dell'uscita un anticipo della cifra dovuta fino a 30.000 euro grazie a un prestito bancario coperto con la garanzia statale e di fatto senza interessi. Per finanziare l'anticipo di una cifra non superiore ai 30.000 euro con un intervento bancario, il decretone istituisce un fondo da 50 milioni di euro necessari per accollarsi tutte le spese del prestito. Per facilitare l'operazione saranno previsti anche sgravi Irpef per le liquidazioni sotto i 50.000 euro: un punto e mezzo in meno se il lavoratore percepirà l'indennità con un anno di ritardo, tre punti dopo due anni, 4,5 punti dopo tre anni, 6 punti dopo quattro anni e 7,5 punti per uno slittamento superiore ai 60 mesi.
L'INTESA
Come detto, il governo e la maggioranza spingono per alzare il tetto massimo: a livello governativo si lavora per portarlo a 40.000 euro, a livello parlamentare si vuole salire a 45.000. La modifica - come per lo stanziamento di risorse ad hoc di risorse per i lavoratori disabili - arriverà con un emendamento da presentare durante l'approvazione alle Camere. Intanto è stato di fatto conclusa l'intesa tra governo e Abi sulle modalità e le condizioni per il prestito. In primo luogo le parti hanno esteso l'erogazione anche alle società finanziarie e alle realtà del credito al consumo. L'ammontare massimo dell'anticipo è di 30.000 euro, ma dall'Abi sono pronti a salire fino a 45.000 euro. La durata del finanziamento oscilla tra i 2 e le 8 annualità in base agli anni di anticipo dell'uscita del lavoro garantita da Quota 100. A rimborsare le banche, per la parte garantita di Tfs garantita dal governo, sarà l'Inps. Lo sgravio fiscale, poi, sterilizzerà gran parte degli interessi (intorno all'80 per cento).
Nella Pa quest'anno potrebbero abbandonare il loro posto - la stima è potenziale - oltre 200.000 travet: soltanto 140.000 hanno raggiunto i requisiti di età anagrafica (62 anni) e di contribuzione (38 anni) previsti da quota 100, mentre gli altri andranno via con la pensione di vecchiaia o con quella di anzianità come previsto dalle regole della Fornero. Come detto, parliamo di numeri potenziali che nella pratica scontano lo slittamento della prima finestra utile e il ricalcolo con il contributivo che abbassa fino al 25 per cento l'entità del futuro assegno in base alle annualità di uscita rispetto a quanto previsto dalla Fornero. Fatto sta che la media di ogni liquidazione è intorno ai 75mila euro.
Per tutto questo il tema del differimento del Tfs è molto sentito nel pubblico impiego. Anche perché dopo la spending review del 2010 il legislatore ha dilatato di molto la sua erogazione: entro 105 giorni in caso di cessazione dal servizio per inabilità o per decesso, dopo 12 mesi per cessazioni del rapporto di lavoro avvenute per raggiungimento dei limiti di età o di servizio (compreso un contratto a tempo determinato); non prima di 24 mesi in caso di dimissioni volontarie con o senza diritto a pensione, licenziamento o destituzione. In teoria, per motivi di natura burocratica, si possono aspettare anche tre anni. Se non bastasse, il pagamento avviene soltanto in una rata se l'ammontare non supera i 50.000 euro, tre oltre i 100.000.

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