Data: 11/05/2006
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Autostrade, i finanziamenti partito per partito. 150 mila euro a Forza Italia, An e Udc, contributi anche all'Unione.

ROMA - Un'attenzione «modesta ed equamente ripartita», nel «rigoroso rispetto della legge e della libertà di pensiero e d'azione di ognuno». Era stato definito in questi termini, dalle Autostrade, il contributo che la società del gruppo Benetton aveva deliberato a favore dei partiti per la campagna elettorale. Quanto «modesta», tuttavia, finora non era noto, se si eccettua l'Italia dei Valori, il cui leader Antonio Di Pietro ha quantificato al Corriere in 20 mila euro il finanziamento ricevuto. Dalle dichiarazioni che stanno arrivando alla Camera alla spicciolata, in questi giorni, e che certamente saranno seguite da altre, risulta che Autostrade ha versato 150 mila euro ciascuno a Forza Italia, Alleanza nazionale e Udc. Stessa cifra che avrebbe messo a disposizione anche delle principali formazioni politiche del centrosinistra (il contributo non è stato accettato dai Verdi e da Rifondazione comunista). Ma non è l'unico concessionario autostradale che si è impegnato concretamente per le elezioni. Al comitato per Romano Prodi 2006 sono arrivati 50 mila euro dalla Codelfa, azienda controllata al 50% dalla Grassetto del gruppo Gavio. Ma l'imprenditore di Tortona non si è fermato lì. Il secondo concessionario autostradale italiano ha fatto avere anche 100 mila euro all'Udc. Metà dalla Interstrade spa di Roccaforte Mondovì e metà dalla Sea Segnaletica stradale.
Poi c'è Vito Bonsignore, siciliano originario di Bronte, già deputato della Democrazia cristiana, già direttore generale dell'autostrada Torino-Piacenza, ora infine terzo concessionario italiano dopo Autostrade e Gavio. Al partito guidato da Lorenzo Cesa ha dato la bellezza di 250 mila euro, materialmente erogati dalla Management engineering consulting di Torino. Ma nel suo caso c'è anche la motivazione della fede politica, visto che è anche uno degli europarlamentari dell'Udc.
Il suo è tuttavia un nome piuttosto noto anche alle cronache finanziarie: la scorsa estate partecipò, insieme a un gruppo di immobiliaristi, al contropatto della Bnl capitanato da Francesco Gaetano Caltagirone. Il cui nome figura, come quello di Bonsignore, fra quelli dei più generosi finanziatori del partito dell'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, compagno di sua figlia Azzurra Caltagirone. Francesco Gaetano Caltagirone ha contribuito personalmente alla campagna dell'Udc con 100 mila euro. Altrettanti ne hanno versati rispettivamente la moglie Luisa Farinon e i figli Alessandro (con la Alca 1969) e Francesco. Nell'elenco dei contributori ci sono anche Gaetano Caltagirone, vicepresidente di Caltagirone Editore e Caltagirone spa (100 mila euro), Igc srl (altri 100 mila) che fa capo a Francesco Gaetano, e Immobiliare Futuretime (100 mila) dello stesso Gaetano. Il totale dei finanziamenti in qualche modo «targati» Caltagirone all'Udc ammonta dunque, finora, a 700 mila euro. Ben più modesti sono invece i contributi arrivati dal produttore televisivo Bibi Ballandi (30 mila euro) e dell'amministratore della Borsa elettrica Sergio Agosta (40 mila euro).
Per avere il quadro completo dei finanziamenti ci vorrà ancora tempo. E alla fine qualche buco resterà: la legge approvata dal Parlamento proprio allo scadere della legislatura ha infatti elevato da 2.582 a 50 mila euro il tetto al di sopra del quale c'è obbligo di pubblicità per i contributi privati alla politica. Ma anche con la modifica apportata dall'ultima legge per il petroliere Gianmarco Moratti non cambia proprio nulla. Per la campagna elettorale di sua moglie Letizia Brichetto Moratti, candidata dal centrodestra per il posto di sindaco di Milano, di euro ne ha stanziati un milione 200 mila. Più altri 120 mila per «studio, ricerca e registrazione di domini internet».

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