Data: 29/08/2007
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporti, ai sindacati piace la holding. Approvato il progetto della giunta che unisce le aziende e taglia i cda

PESCARA. «Basta con gli sprechi nel sistema regionale dei trasporti. Ci vuole subito una riforma radicale basata sull'azienda unica per colpire il fitto sottobosco di sperperi: a cominciare dall'esorbitante numero di Cda, oltre ad Arpa, Sangritana e Gtm, quelli delle tante società partecipate creati per dare poltrone ai protetti della politica e dall'eccessivo numero di dirigenti, per continuare con le consulenze d'oro e le duplicazioni di strutture operative e servizi». I tre segretari regionali del settore trasporti della triplice invocano il varo in tempi brevi della riforma del sistema pubblico dei trasporti.
Alessandro Dinaccio (Cisl), Paolo Di Credico (Uil) e Luigi Scaccialepre (Cgil), si schierano con l'assessore regionale al ramo Tommaso Ginoble, che sta lavorando a un progetto di riforma che prevede una holding pubblica regionale con l'unificazione delle tre Spa Arpa, Sangritana e Gtm, e il taglio di Cda e poltrone.
I sindacalisti chiedono che la rivoluzione del settore, la cui bozza è stata annunciata da Ginoble per ottobre, comprenda il varo di un piano regionale integrato dei trasporti e, soprattutto, del miglioramento del servizio, in particolare nelle zone interne meno popolate.
«Ci vuole un'azienda unica con un solo Cda e molti meno direttori. Gli sprechi non sono più sostenibili», dice Dinaccio, «c'è un sottobosco a cui si deve mettere mano. Oltre ai costi della politica si deve risparmiare sui costi della strutture». Dinaccio fa un esempio: «Tra le sedi di Arpa e Gtm c'è un muro di divisione, eppure sono di proprietà della Regione Abruzzo. L'officina Arpa potrebbe servire il fabbisogno. E che dire delle numerose sovrapposizioni di corse? Per la stessa tratta si sono anche cinque vettori. La politica deve avere il coraggio di fare scelte nette».
Di Credico denuncia una mancanza di programmazione e «vede» una riforma vera che, però, non deve essere basata solo sull'aspetto economico ma soprattutto su quello sociale. «I trasporti sono come la sanità, a forte impatto sociale», chiarisce, «quindi se si guarda alla convenienza dei servizi, si tagliano corse nelle zone a minore densità. Gli sprechi? Eccome, se ci sono. Basti pensare che le tre aziende hanno piani di impresa diversi che non unificano servizi, non hanno progetti di sviluppo e quindi nuove opportunità e nuovi introiti».
Eloquente il pensiero di Scaccialepre: «Meno Cda, meno collegi di sindaci revisori, meno direttori generali e meno figure dirigenziali, si sommerebbero a economie di scala e a sinergie tra i settori e le attività aziendali. Un percorso che, abbinato all'eliminazione di doppi e tripli incarichi e alla contestuale diminuzione di consulenze esterne, favorirebbe il recupero di ingenti risorse da destinare al servizio in termini di qualità e quantità di mobilità collettiva, di cui la nostra regione ha urgente necessità».

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