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Data: 29/07/2006
Testata giornalistica: Abruzzo Oggi
Macchinista licenziato da Fs. La sua storia in un convegno. Il lavoratore ha rifiutato l'uso del "pedale dell'uomo morto"

Pescara. - «Il pedale dell'Uomo Morto è come una punizione corporale». E' quanto ha dichiarato l'assessore al Lavoro, Fernando Fabbiani, durante un convegno sulla sicurezza ferroviaria e sui licenziamenti, svoltosi ieri nella sala consiliare del Comune di Pescara, dopo aver utilizzato per qualche minuto un simulatore del contestato dispositivo introdotto sui treni. Quello stesso dispositivo che era costato il licenziamento al macchinista e delegato alla sicurezza delle FS Dante De Angelis.
«Non si può licenziare un lavoratore - ha proseguito Fabbiani - per aver rifiutato di utilizzare un meccanismo così umiliante che lega l'uomo alla macchina come la palla al piede dei condannati, ritengo sia una vera e propria ritorsione.
Aquilino Di Sano, segretario regionale del sindacato Fast-Ferrovie ha espresso la solidarietà dei ferrovieri abruzzesi a De Angelis, presente all'incontro, il quale ha illustrato l'lnstant Boook di Alessandra Valentini «Licenziato...per Sicurezza» che racconta la storia del licenziamento. Un licenziamento che per De Angelis «è palesemente illegittimo anche a detta di esimi esperti di diritto del lavoro». «Esso è stato operato - si legge in una nota divulgata nel corso del dibattito - nei confronti di un macchinista ed Rls mentre adottava lo stesso comportamento di centinaia di altri macchinisti in tutta Italia, cioè il rifiuto del dispositivo dell'uomo Morto per il quale Trenitalia aveva già ricevuto diverse prescrizioni dalle Asl di Livorno Prato, Genova, Prato, Campobasso, Reggio Calabria, Torino e Bologna, per la sua rimozione».
Durante l'incontro, organizzato dall'associazione Sma e patrocinato dal Comune di Pescara, è intervenuto anche il presidente del Consiglio comunale e consigliere regionale, Gianni Melilla, il quale ha stigmatizzato «il comportamento di Trenitalia nei confronti dei delegati e dei problemi della sicurezza.
Il deputato Maurizio Acerbo, infine, ha denunciato «la mancanza di responsabilità da parte dei dirigenti FS che oggi non rispondono più a nessuna delle loro azioni, paradossalmente neanche al Governo ed al Parlamento nonostante la proprietà delle FS sia ancora interamente pubblica».

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