Iscriviti OnLine
 

Pescara, 27/04/2024
Visitatore n. 736.383



Data: 06/03/2009
Settore:
Cgil Abruzzo
LA CRISI FA SPROFONDARE L'ABRUZZO, LA CASSA INTEGRAZIONE CRESCE DEL 1.237%. - Senza lavoro 6.000 precari. Gianni Di Cesare (Cgil): «Dato drammatico. Urgente alimentare l'economia regionale» - Rassegna stampa

Il dato è purtroppo drammatico e non permette interpretazioni di sorta: in Abruzzo la cassa integrazione ordinaria è aumentata del 1.237%, passando dal primo bimestre del 2008 al primo bimestre di quest'anno da 239.521 ore a 3.202.398 ore, con un incremento che ha interessato tutte le province abruzzesi e che avuto punte maggiori in quelle di Chieti e L'Aquila. Allo stesso modo circa 6.000 precari hanno già perso il lavoro, mentre altri 5.000 rischiano di perderlo a breve.
Sono numeri che devono preoccupare moltissimo. E che devono richiamare la classe dirigente abruzzese alle proprie responsabilità, per mettere in campo ogni iniziativa possibile dando un contributo fattivo al sistema economico.
Il riferimento è in particolare - secondo il segretario della Cgil Abruzzo Gianni Di Cesare - al bisogno di alimentare velocemente l'economia regionale con tutti i soldi disponibili, in una fase nella quale proprio la carenza di denaro liquido sta aumentando i danni. La Cgil per prima cosa chiede alla giunta regionale di impiegare immediatamente tutti i finanziamenti disponibili sui fondi Fas, per le aree sottosviluppate, che andrebbero indirizzati a quei settori in grado di produrre da subito lavoro e occupazione. Mettere questo denaro in campo in autunno, come sembra, potrebbe essere tardi e la crisi potrebbe essersi ulteriormente aggravata.
Un'altra cosa che va accelerata sono i bandi per spendere i fondi europei. Anche qui chiediamo al governatore Chiodi di velocizzare al massimo l'iter burocratico e di usare il denaro che l'Unione ha dato all'Abruzzo. Allo stesso modo la Regione e tutte le pubbliche amministrazioni dovrebbero dare il via ai pagamenti che hanno sospeso, liberando subito risorse economiche a vantaggio delle aziende e del lavoro.
Tutto ciò senza dimenticare le banche, naturalmente. Perché è anche il sistema creditizio, con la sua decisione di "chiudere i rubinetti", a peggiorare una crisi di per sé drammatica. Alle banche operanti in Abruzzo chiediamo quindi un atto diretto e un'assunzione precisa di responsabilità nei confronti delle imprese e dei cittadini.
Ognuno faccia la sua parte dunque e svolga appieno il suo ruolo. Per quanto ci riguarda siamo convinti che in periodo così un duro l'Abruzzo ha bisogno di far girare nel suo sistema economico ogni euro disponibile.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it