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Data: 22/10/2011
Settore:
Trasporto pubblico locale
ATAF, I LAVORATORI ROTTAMANO IL SINDACO RENZI - «Non si cancellano 35 anni di contratti». Respinta al mittente la proposta di tagliare stipendi e normative - La lettera aperta del Sindaco ai dipendenti Ataf - Rassegna stampa

Il Sindaco rottamatore del Pd ... rottamato dai lavoratori dell'Ataf. Questa potrebbe essere la sintesi di un duro scontro in atto nella città di Firenze che vede contrapposti da un lato il Sindaco Renzi e l'intera Amministrazione Comunale del capoluogo Toscano e dall'altro i lavoratori e i sindacati dell'azienda di trasporto pubblico fiorentino. All'origine della vertenza c'è la necessità di far quadrare il bilancio della società di proprietà del Comune di Firenze e di altre amministrazioni minori (all'appello mancherebbero dai 5 ai 7 milioni di euro) anche alla luce degli ulteriori tagli che il Governo centrale ha riservato agli enti locali.

SOLUZIONI CONTRAPPOSTE: PER IL COMUNE TAGLI A RETRIBUZIONI E NORMATIVE. PER I SINDACATI MIGLIORAMENTO DEL SERVIZIO ED EFFICIENTAMENTO DELL'AZIENDA - Il Sindaco Matteo Renzi ha messo i 1300 lavoratori dell'Ataf (dei quali quasi 900 autisti) di fronte ad un bivio che, secondo il primo cittadino, non prevede ulteriori possibilità: «Una gestione pubblica con le caratteristiche di risparmio indicate dalla proprietà o in alternativa la privatizzazione». Un prendere o lasciare che il primo cittadino di Firenze, famoso sia per il suo ruolo di rottamatore del partito nel quale milita, ma anche per aver varcato i cancelli di Arcore, ha indirizzato ai dipendenti Ataf attraverso una lettera aperta (leggi).

RENZI AI DIPENDENTI: «CARE LAVORATRICI E CARI LAVORATORI ATAF, O L'AZIENDA STA IN PIEDI DA SOLA OPPURE SALTA TUTTO» - Nella lettera aperta indirizzata ai dipendenti Ataf, il primo cittadino ha descritto un quadro apocalittico che prevede la priorità assoluta far fronte a 6-7 milioni di euro di attuale disavanzo nei conti dell'azienda: «Dobbiamo fare i conti, come fanno le aziende serie - dice il sindaco Renzi che aggiunge - questi soldi sono necessari per far stare Ataf sul mercato con le proprie gambe». Dopo aver elencato una serie di iniziative portate avanti dal Comune per garantire una cura dimagrante in grado di eliminare gli sprechi e di ridurre all'osso i costi non necessari quali consulenze, assistenze esterne, spese per marketing, per il CdA e per il Direttore Generale, il Sindaco Renzi ha tuttavia ribadito la necessità per l'azienda di produrre un ulteriore e decisivo sforzo per garantire un quadro di stabilità strutturale tra costi e ricavi e per fronteggiare i tagli del Governo sul trasporto pubblico locale.
Da qui la considerazione e l'appello finale ai lavoratori Ataf«E' finita l'era in cui si possono devastare i bilanci delle aziende pubbliche perché tanto poi Pantalone paga - incalza il rottamatore - Quindi o l'azienda sta in piedi da sola oppure salta tutto. Ataf ha un grande passato, ma noi vogliamo che abbia anche un grande futuro. A voi la scelta - conclude Renzi - se questo futuro debba passare da una gestione pubblica con le caratteristiche di risparmio che abbiamo illustrato ai sindacati e su cui siamo pronti a discutere oppure se preferite affidarvi alla gestione privata».

MA LA RISPOSTA DEI LAVORATORI NON SI E' LASCIATA ATTENDERE: SARA' SCIOPERO. «NON SI CANCELLANO 35 ANNI DI CONTRATTI» - I lavoratori Ataf hanno respinto immediatamente al mittente la proposta del sindaco di Renzi di rimettere mano ai conti, attraverso una revisione delle normative e un taglio agli stipendi. E' bene ricordare che la proposta di Renzi per evitare la privatizzazione prevede, oltre ad un piano di prepensionamenti, una serie di misure restrittive indirizzate in modo particolare verso gli autisti: una riduzione da 84 a 62 giorni di riposo annuo, una riduzione del contratto integrativo per un totale complessivo di 4 milioni e un aumento sostanziale delle ore lavorative settimanali con inevitabile riflessi sulle ore di guida effettiva.
Dopo l'ultima delle tre assemblee indette dai sindacati di Ataf, i lavoratori hanno dato mandato alla Rsu di indire una serie di scioperi. Le date possibili sono i primi giorni di dicembre e verso la metà dello stesso mese, probabilmente anche nel fine settimana. Per protestare contro il sindaco di Firenze i lavoratori vogliono inoltre organizzare, il 29 ottobre, una manifestazione davanti alla stazione Leopolda mentre sarà in corso il 'big bang' del 'rottamatore' Matteo Renzi.
«I lavoratori - si legge in un documento unitario approvato dall'assemblea - hanno valutato con molta attenzione le rinnovate e più volte replicate richieste di tagli alle normative e agli stipendi, proposte direttamente dal sindaco. Il dibattito si è poi focalizzato sull'assenza di un piano industriale» e «l'inattesa mancanza di progettualita', ha reso chiara la vera capacità di un sindaco che non riesce a concretizzare ciò che platealmente contesta ai suoi predecessori». Il documento spiega che «il fallimento di un sistema politico ha portato a privilegiare l'interesse e il profitto di pochi privati rispetto al bene comune. L'intenzione di Renzi di privatizzare l'azienda - si legge ancora - è la conferma che egli incarna questa 'cultura', come ha dimostrato nei giorni scorsi con la sostituzione dei lavoratori in sciopero del Maggio musicale. A loro va tutta la nostra solidarietà e il biasimo per tale decisione che ricorda purtroppo atteggiamenti tipici del triste 'ventennio'».

I SINDACATI REPLICANO ALLE BUGIE DI RENZI: «DICE CHE LAVORIAMO POCO E GUADAGNIAMO TANTO: LO STIPENDIO MEDIO E' DI 1200 EURO PER 39 ORE SETTIMANALI» - Renzi ci chiede cose tali che significano cancellare di un colpo l'intera contrattazione aziendale di 35 anni. E' impossibile. Lo sapeva anche lui. Gli autisti hanno rimandato le provocazioni al mittente, tutte intere». Già, ma ci penserebbe poi il privato a riorganizzarli. «Peggio di quanto fanno loro non potrebbe essere». Il sindaco chiedeva, tra l'altro, 39 anziché 35 ore di lavoro, 62 giorni di riposo l'anno invece degli 84 degli autisti fiorentini, bollati come più della media nazionale. «Bugie - replicano i sindacati - Non lavoriamo poco e guadagniamo molto come dice la campagna denigratoria scatenata senza risultati, perché i cittadini sono con noi e contro la privatizzazione, come si è visto anche dal referendum. Lavoriamo le regolari 39 ore, stiamo al volante circa 37, è lavoro anche andare da un capolinea all'altro. L'azienda ha già fatto molte cause ai singoli autisti su questo tema e le ha perse tutte. Gli autisti bolognesi hanno 90 riposi. Lo stipendio medio è sui 1.200 euro, quello dei giovani è sotto. Si arriva, dopo 25 anni, a 1.450. Non è da nababbi». Soprattutto, precisano i sindacati, «il sindaco non può dire faccio come voglio e decido io. La storia dell'o voi rinunziate a tutti gli integrativi o privatizzo è un ricatto e come tale inaccettabile». Con metodi diversi e su proposte diverse, gli autisti, sarebbero disposti a confrontarsi. «Ma non senza sapere dove si va a parare. Sacrifici ne abbiamo già fatti molti nel 2006 e siamo punto e a capo. Se ne facessimo ora, tra due anni ci risaremmo. Il costo del lavoro è fermo da tre anni e i bilanci Ataf continuano a essere in perdita. Non è colpa dei lavoratori, ma c'è un problema strutturale nell'azienda». Dunque la pregiudiziale per qualsiasi confronto futuro è «un serio e credibile piano di impresa pluriennale che garantisca un futuro». L'altra condizione è «che Firenze partecipi alla gara per l'azienda unica del trasporto pubblico toscano. Prima della quale la privatizzazione servirebbe solo al Comune per fare cassa e, dopo, lo scambio di quote con i privati che già siedono nelle aziende toscane sarebbe obbligatorio».


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