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Data: 28/03/2012
Settore:
Filt Cgil Abruzzo
ART.18 E TRASPORTI: SCATTA LA MOBILITAZIONE DELLA FILT CGIL ABRUZZO - Scaccialepre ai Segretari regionali di Fit, Uilt, Faisa e Ugl: «Pronti ad organizzare iniziative ed assemblee unitarie» - Preleva la nota trasmessa ai Segretari Regionali - Il Ddl sulla riforma del lavoro - Rassegna stampa - Il volantino della Filt Cgil

E’ partita la macchina organizzativa della Cgil per contrastare la riforma del lavoro e in modo particolare le norme che limitano l’applicabilità dell’art.18 e che facilitano, conseguentemente, il licenziamento dei lavoratori, soprattutto per motivi economici, senza alcuna possibilità di reintegro da parte del giudice.
Alle sedici ore di sciopero generale che il direttivo della Cgil ha già deliberato e che si materializzeranno entro maggio, attraverso manifestazioni di piazza e assemblee nei luoghi di lavoro, si stanno altresì predisponendo numerose ed ulteriori iniziative a carattere locale per protestare contro la nuova riforma del lavoro e la modifica dell'art.18.

ART.18 E TRASPORTI: LO SPETTRO DEL LICENZIAMENTO PER MOTIVI ECONOMICI - La variegata categoria che comprende i lavoratori dei trasporti e che risulta tra le più penalizzate dalle nuove regole anche in virtù dell’assenza, in taluni settori, di qualsiasi strumento di ammortizzatore sociale, è già fortemente in allarme. La probabilità che con la modifica dell’art. 18, possano aumentare notevolmente i licenziamenti individuali per motivi oggettivi e quindi economici nel caso di ragioni che attengono «all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa», è decisamente alta. Le aziende, del resto, trincerandosi dietro la motivazione economica, sarebbero messe nelle condizioni, anche di fronte all’insussistenza del presupposto, di sottrarsi all’obbligo del reintegro, e di cavarsela semplicemente con il solo pagamento di un indennizzo.

FILT ABRUZZO: CONVOCATI I DIRETTIVI PER FISSARE MANIFESTAZIONI ED ASSEMBLEE - La Filt Cgil Abruzzo, nei giorni scorsi, ha riunito il proprio Esecutivo regionale allo scopo di stabilire e predisporre le iniziative a sostegno di una capillare campagna di sensibilizzazione tra i lavoratori e per respingere il tentativo di smantellare l’art.18 che, contrariamente alle finte aspettative del Governo, non creerà un solo posto di lavoro, ma andrà esattamente nella direzione opposta.
I quattro segretari provinciali della Filt Cgil predisporranno in tempi brevi le convocazioni dei rispettivi Comitati direttivi, che per l’occasione saranno allargati a tutti i delegati sindacali presenti nelle singole aziende e che avranno l’obiettivo di programmare manifestazioni, sit-in e assemblee nei luoghi di lavoro, possibilmente unitariamente alle altre Organizzazioni Sindacali che condividono le ragioni della protesta.

SCACCIALEPRE AI SEGRETARI REGIONALI DI FIT, UILT, FAISA E UGL: «PRONTI AD ORGANIZZARE INIZIATIVE ED ASSEMBLEE UNITARIE» - Luigi Scaccialepre – Segretario Generale della Filt Cgil Abruzzo, ha inoltrato ai segretari regionali delle altre organizzazioni Di Naccio (Fit Cisl), Murinni (Uiltrasporti), Lizzi (Faisa Cisal) Lupo (Ugl autoferro) una nota (preleva il documento)con la quale la Cgil trasporti, preannunciando la volontà ad organizzerà una serie di assemblee aziendali e territoriali per informare, ascoltare, mobilitare lavoratori e cittadini, al fine di dare forza alla richiesta di modifiche idonee a reintrodurre garanzie di tutele e civiltà nei posti di lavoro, ha chiesto di verificare se vi è la volontà e la disponibilità ad intraprendere iniziative comuni.

COME CAMBIA L'ART.18 SECONDO IL DISEGNO DI LEGGE FORNERO

LICENZIAMENTI DISCRIMINATORI - Il licenziamento discriminatorio - dovuto a un motivo sindacale, politico, religioso, razziale, di lingua o di sesso, di handicap, di età, maternità, o in concomitanza con il matrimonio - non è consentito dall’attuale ordinamento e non lo sarà nemmeno con la riforma disposta nel Disegno di Legge. E questo vale indipendentemente dalla dimensione dell’azienda (quindi anche per quelle con meno di 15 dipendenti). Di fronte a un licenziamento discriminatorio c’è sempre il reintegro e il risarcimento danni (con un minimo di 5 mensilità di retribuzione, oltre ai contributi previdenziali e assistenziali in misura piena). E’ facoltà del dipendente chiedere al datore di lavoro, in sostituzione della reintegrazione, il pagamento di un’indennità pari a 15 mensilità: in questo caso il rapporto di lavoro sarà chiuso.

LICENZIAMENTI DISCIPLINARI, DIVENTA PIU' DIFFICILE IL REINTEGRO ANCHE SE LA MOTIVAZIONE E' INSUSSISTENTE - Se la motivazione disciplinare è fondata il lavoratore sarà licenziato. Se invece il giudice accerta che il fatto contestato al lavoratore è inesistente, oppure alla luce dei contratti collettivi applicabili si tratta di una condotta punibile con sanzioni più lievi, o ancora il licenziamento è intimato a causa della malattia del lavoratore, il magistrato disporrà il reintegro, il pagamento dei contributi e il risarcimento dei danni entro un massimo di 12 mensilità. Resta facoltà del lavoratore preferire l’indennità di 15 mensilità alla reintegra.
In tutti gli altri casi di licenziamento disciplinare illegittimo, non c’è il reintegro, ma un’indennità compresa tra 15 e 27 mensilità. Se l’illegittimità è dovuta solo a vizio di forma e procedura l’indennità sarà compresa tra 7 e 14 mensilità.

LICENZIAMENTI PER MOTIVI ECONOMICI, NON C'E' PIU' L'OBBLIGO DEL REINTEGRO, ANCHE SE PER IL GIUDICE IL MOTIVO E' ILLEGITTIMO - Secondo la riforma questo tipo di licenziamenti, se illegittimi, potranno essere sanzionati dal giudice solo con un indennizzo compreso tra 15 e 27 mensilità a seconda dell’età del lavoratore e della sua anzianità aziendale. Si parla di licenziamenti individuali per motivi oggettivi e quindi economici nel caso di ragioni che attengono «all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa». Ad esempio, il calo di fatturato, la riduzione degli ordini o la soppressione della mansione. Finora se il giudice verificava - senza mettere in discussione le scelte imprenditoriali - l’insussistenza del motivo, scattava il reintegro in base all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Ora, l’azienda rischia solo il pagamento dell’indennizzo.

E IN TOSCANA SCATTA IL PRIMO LICENZIAMENTO DI UN AUTISTA PER MOTIVI ECONOMICI - E' successo ad un dipendente di Autolinee Toscana . L'azienda ha motivato il suo licenziamento con i tagli del Governo al trasporto locale. "Ma una cosa del genere non si era mai vista", tuonano i sindacati che sono pronti allo sciopero regionale. Sembrerebbe un'applicazione ante litteram del nuovo articolo 18, nella versione prospettata dal Governo. La compagnia di trasporti Autolinee Toscana ha attivato la procedura di licenziamento di un autista per “riduzione del servizio” (leggi l'articolo). E secondo i sindacati, si tratterebbe di un vero e proprio licenziamento “per motivi economici”. La compagnia, che fa parte del gruppo francese Ratp ed è attiva tra Mugello, Casentino, Valdarno Aretino e Vadisieve, giustifica la propria decisione come conseguenza dei tagli di fondi pubblici al trasporto locale. “Una cosa che, in questa modalità, in Toscana non si era mai vista”, commenta Massimo Milli della Filt-Cgil. I sindacati, dunque, gridano allo scandalo, chiedono il reintegro del lavoratore e promettono, riporta La Nazione, uno sciopero regionale dei trasporti, per proclamare il quale hanno già attivato le relative procedure. “È un atto vergognoso: l’azienda ha di fatto anticipato la riforma del lavoro”, tuona la Rsu di Ataf. “Un comportamento inaccettabile, andremo fino in fondo”, è stata la reazione a caldo di Andrea Viciani, segretario della Filt Cgil, sempre riportata da La Nazione. La condanna è arrivata anche dalla Rsu di Fsbusitalia-Sita nord, che chiede l’intervento di Regione, Provincia, Prefetto e di tutte le forze politiche a sostegno della vertenza che si è aperta. "Ricordiamo alla dirigenza di Autolinee Toscane – si legge nella nota diffusa dalla Rsu – che prima di arrivare a licenziare è possibile trovare forme e soluzioni diverse per ricollocare il personale". E, in ogni caso, conclude la nota, “l’articolo 18 non si tocca. Siamo pronti a scendere in sciopero anche ad oltranza in difesa dei nostri diritti". Dura condanna anche dai sindacati di Li-nea che ritengono il licenziamento "una provocazione ed un tentativo pioneristico con il quale si vuol dare un messaggio ben preciso da parte della proprietà di Autolinee”. “Ancora una volta – è la reazione delle segreterie provinciali di Siena di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl – i lavoratori pagano in base alla riorganizzazione del tpl in Toscana voluto fermamente dalla Regione e che, se non corretto, produrrà ripercussioni sulla mobilità dei cittadini nonché un esubero di personale nelle aziende di tpl”.

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