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Data: 30/01/2007
Settore:
Ferrovieri
SCORPORO RFI - Fabrizio Solari (Filt Cgil): «Non è certo il caso di aprire nuovi scontri nelle ferrovie»

Sul progetto di scorporo di Rfi dal Gruppo Ferrovie, si è aperto un ampio dibattito che vede più fronti contrapposti a partire da coloro che sostengono apertamente l'operazione definendola irrinunciabile e improcrastinabile anche alla luce delle forti pressioni esercitate da Bruxelles. Poi vi sono i più transigenti, ovvero coloro che pur ammettendo un problema di competenze nel doppio ruolo di vigilante e vigilato esercitato da Fs, ritengono tuttavia che la questione non sia stata posta ufficialmente. Infine vi sono i sindacati trai quali la Filt Cgil che definisce surreale la discussione sullo scorporo di Rfi. Secondo il segretario generale Fabrizio Solari «Non esistono in Europa ipotesi simili. Soprattutto dopo anni di abbandono le Ferrovie si trovano in una situazione per la quale c'é molto da fare e non è certo il caso di aprire nuovi scontri» Prosegue il Segretario Generale della Filt Cgil «A suo tempo avevamo criticato la separazione del ministero delle Infrastrutture e da quello dei Trasporti e la discussione che si è riaperta in questi giorni sulle ipotesi di scorporo di Rfi dalla holding Ferrovie ha del surreale». Non la pensano allo stesso modo i due ministri interessati chiamati in causa dal sindacato. Per Antonio Di Pietro, a capo del Dicastero delle Infrastrutture si è già perso troppo tempo in quanto sarebbero scaduti anche i termini Ue. «Lo scorporo di Rfi deve essere fatto il prima possibile - ha dichiarato il Ministro che ha aggiunto - prima si fa e meglio è, per quanto mi riguarda già si sarebbe dovuto fare". Più prudente appare il collega dei trasporti Alessandro Bianchi secondo il quale il problema è legato essenzialmente alla sicurezza per la quale i vertici Fs stanno cercando di porre rimedio. Infine c'è la voce dell'azienda che attraverso il proprio amministratore delegato Mauro Moretti parla di un problema di competenza esclusivamente politica pur invitando ad osservare cosa accade in proposito in Francia e in Germania dove evidentemente vi è una situazione in linea di massima molto simile.

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