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Data: 08/01/2014
Settore:
Cronache
(ULTIM'ORA) TANGENTI SULLA RICOSTRUZIONE ALL'AQUILA. QUATTRO ARRESTI E PERQUISIZIONI - Arrestato ex assessore di Forza Italia. Indagato il vice sindaco (Pd) - Rassegna stampa

All’Aquila le tangenti non si pagano più solo in contanti, ma anche con le casette del terremoto. Con i moduli abitativi provvisori. E così quei fabbricati di legno che per migliaia di aquilani, a quasi cinque anni di distanza dal sisma, ancora oggi, sono luoghi del dolore, del rifugio dalla disperazione per aver perso la propria casa, invece per alcuni politici locali sono diventati tangenti, soldi sporchi.

C’è anche questo nelle carte dell’ultimo scandalo della ricostruzione che questa mattina ha portato all’arresto di quattro persone, tra cui due politici: Pierluigi Tancredi, ex consigliere comunale con delega alla “salvaguardia dei beni artistici dell’Aquila” e Vladimiro Placidi, ex assessore comunale alla ricostruzione dei beni culturali.

Tra gli indagati, invece, c’è il vice sindaco dell’Aquila, Roberto Riga, colpevole di aver ricevuto una tangente di 10 mila euro, nascosta dentro un pacco dono con una confezione di grappa, per la promessa di un appalto.

A mettere tutti nei guai è stato un imprenditore veneto, Daniele Lago, amministratore delegato della Steda spa, che messo alle strette dagli agenti della squadra mobile dell’Aquila rispetto ad una presunto illecito per un valore superiore ad un milione di euro (legato ad un appalto), ha deciso di confessare e raccontare al procuratore Fausto Cardella e ai pm David Mancini e Antonietta Picardi, il sistema della tangenti nella città del post sisma.

“Gli indagati hanno rivelato una dedizione costante ad attività predatorie in danno della collettività, arrivando a suggerire i metodi corruttivi, a costituire società ad hoc, a rappresentare realtà fittizie, anche in momenti (il post sisma) in cui il dramma sociale e umano avrebbe suggerito onestà e trasparenza. Da ciò si ricava la certezza della reiterazione di reati della stessa specie”, scrive il gip Romano Gargarella nell’ordinanza d’arresto motivando le esigenze cautelari.



“Tancredi anche in virtù del suo ruolo politico pubblico si è posto nel dopo-sisma, caratterizzato dalla fase dell’emergenza, come collettore di compensi di imprese in cambio di agevolazioni per il conferimento di lavori” è scritto ancora nell’ordinanza.

Ed è proprio Tancredi che oltre a farsi consegnare dalla Steda del denaro per il suo aiuto, chiede e ottiene, secondo la Procura - attraverso una società creata ad hoc per incamerare i proventi illeciti - anche cinque Map, cinque moduli abitativi provvisori, dal valore di 40 mila euro l’uno.

Moduli che poi provvederà in parte a rivendere. 

Tra le tangenti - racconta l’imprenditore veneto - hanno riguardato anche il vertice dell’amministrazione comunale dell’Aquila, il vice sindaco Riga.

Scrive il gip Gargarella: “L’amministratore della Steda spa ha riferito che uno degli appalti che gli vennero “offerti” riguardava quello relativo all’esecuzione delle opere provvisionali di messa in sicurezza di un immobile della dottoressa Sabrina Cicogna, medico presso l’ospedale de L’Aquila. Dalle dichiarazioni del Lago emerge che, l’assegnazione di quell’intervento, gli venne garantito oltre che da Tancredi, anche da Riga, vice sindaco de L’Aquila”.

E per ottenere quell’appalto a Lago fu chiesto di finanziare con un contributo elettorale di cinque mila euro il partito politico “La Destra”, di cui “la Cicogna era esponente locale”.


(tratto da "repubblica.it")

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