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Data: 07/04/2008
Settore:
Previdenza
LAVORI USURANTI, IL VOTO DEFINITIVO RIMANDATO AL NUOVO PARLAMENTO - Al Senato manca il numero legale. Piccinini: «Atteggiamento immotivato e inaccettabile» - Rassegna stampa

«Quanto avvenuto è un fatto gravissimo».  Con queste parole la segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini, ha commentato la notizia del rinvio al prossimo Parlamento  dell'iter legislativo sui lavori usuranti bloccatosi in Commissione Lavoro al Senato per mancanza del numero legale. La normativa, come è noto, prevede la possibilità per i lavoratori sottoposti a mansioni usuranti di essere esentati dagli aumenti dell'età pensionabile subentrati dal 1° gennaio 2008. «Considero immotivato e inaccettabile - sostiene Morena Piccinini - l'atteggiamento di coloro che, soprattutto se facenti parte dell'attuale maggioranza, con la loro assenza, si sono assunti la responsabilità di impedire che un provvedimento dovuto, già concordato con le parti sociali e già finanziato anche per gli anni a venire, non abbia trovato la sua naturale conclusione prima delle elezioni». 

Piccinini osserva che questo «significa affermare che si è lavorato e contrattato mesi e mesi per nulla e, inoltre, significa anche privare i lavoratori interessati di un loro legittimo diritto, da tempo molto atteso, al riconoscimento della gravosità del lavoro che stanno svolgendo».


Si ricorda che il decreto stabilisce il diritto all'anticipo di tre anni per l'età o di quota pari a tre, per i lavoratori impegnati in lavori notturni, un diritto che verrà scaglionato su tre fasce. E’ prevista la possibilità di andare in pensione un anno prima per coloro che lavorano fra 64 e 71 notti l'anno; due anni di anticipo per chi lavora fra le 72 e le 77 notti l'anno e tre anni di anticipo per chi lavora oltre 77 notti l'anno. La decorrenza sarà dal primo luglio 2009. Il beneficio interessa quattro categorie di lavoratori: lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti come da decreto Salvi; lavoratori notturni impegnati in lavori a turni, o per l’intero anno lavorativo; lavoratori addetti alle linee a catena; conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo. Ne dovrebbero beneficiare oltre 7.300 persone nel 2008, numero destinato a crescere fino a superare gli 8.800 lavoratori dal 2013 in poi.

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