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Data: 02/10/2008
Testata giornalistica: Il Messaggero
Contratti, Epifani: «Per noi la trattativa è finita». Marcegaglia: «Valutiamo firma senza la Cgil». Bonanni: «Cgil non è l'unico sindacato».

«Fino all'ultimo non ci alzeremo dal tavolo ma per noi la trattativa è finita». Lo ha detto Guglielmo Epifani, leader della Cgil, uscendo dalla sede di Confindustria, dove si è tenuto l'incontro sulla riforma del modello contrattuale. Confindustria e Cgil, Cisl e Uil si sono aggiornati al prossimo 10 ottobre per un nuovo incontro, dove Confindustria presenterà un nuovo documento con alcune modifiche, rispetto alla proposta presentata il 12 settembre. Le modifiche, frutto della trattativa, sono state apprezzate da Cisl e Uil, ma non dalla Cgil.

Epifani, infatti, ha ribadito il giudizio negativo del sindacato sulla proposta degli industriali e ha sottolineato che se si arrivasse ad un accordo separato «sarebbe una responsabilità di Confindustria». «Alcuni aspetti fanno a pugni con il buon senso», ha detto Epifani, parlando dell'indice dell'inflazione che gli imprenditori vorrebbero depurato dalla componente energetica importata. «Il lavoratore che paga i rincari di benzina e bollette, negli aumenti contrattuali si vede togliere gli incrementi dell'energia, così paga due volte ed in più - ha spiegato - si deresponsabilizzano governo ed imprese a tenere i prezzi bassi». Il segretario della Cgil ha quindi evidenziato che nel documento di Confindustria «la base di calcolo degli aumenti viene abbassata, questo significa che gli aumenti salariali partiranno da un livello più basso». In questo modo, ha insistito, «si programma una riduzione dei salari e sono sempre i lavoratori che pagano». Secondo il sindacalista inoltre la contrattazione di secondo livello non viene potenziata: «Ci troviamo con quello che abbiamo oggi», ha detto sottolineando inoltre che con il documento «si favoriscono tanti modelli contrattuali, uno per l'industria, uno per il commercio e così via».

Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha dichiarato che «Confindustria valuta l'ipotesi di una firma senza la Cgil». La Cgil «chiede il ritorno alla scala mobile, con una totale indicizzazione dei salari all'inflazione. È inaccettabile», ha detto la Marcegaglia, spiegando che un meccanismo del genere «ci porterebbe fuori dall'Europa». Il presidente degli industriali ha quindi precisato che una riforma dei contratti impostata sui temi discussi fino adesso non ridurrà i salari dei lavoratori, «anzi. La Cgil dice che ci sarà un salario ridotto per i lavoratori. Non è vero». Confindustria - ha proseguito - ha dato prova di una «grande apertura rinunciando all'inflazione programmata e proponendo un indice previsionale a tre anni depurato solo dall'energia importata» per evitare di assorbire gli schock petroliferi. Invece «la Cgil vuole il far west, dove vale tutto e si contratta su tutto a tutti i livelli. Sembra che la Cgil viva in un castello di vetro e non si renda conto di cosa succede nel mondo, dell'aumento della disoccupazione, della crisi finanziaria e del ricorso alla cassa integrazione. L'unico modo per aumentare i salari, cosa che vogliamo fare, è aumentare la produttività - ha detto Marcegaglia -. Rispetto alle posizioni iniziali noi abbiamo fatto passi avanti importanti, la Cgil invece non si è mossa di un millimetro».

Angeletti: «Incontro proficuo». Per il segretario generale della Uil Luigi Angeletti l'incontro tra sindacati e Confindustria è stato «proficuo», perché la Confindustria «ha modificato parti del documento e ha risposto abbastanza positivamente alle nostre osservazioni». Uscendo dalla riunione, Angeletti ha giudicato «significativi» i cambiamenti apportati dagli industriali al documento avanzato il 12 settembre e tali da poter dire che «il 10 ottobre potrebbe essere l'incontro conclusivo. La trattativa è praticamente conclusa - ha spiegato - dobbiamo stendere il documento finale, sui temi fondamentali siamo d'accordo, si tratta di trascriverli in un documento». I cambiamenti apportati da Confindustria, ha illustrato Angeletti, riguardano la contrattazione di secondo livello, l'inflazione e la «perequazione», quel meccanismo cioè che consentirà a tutti i lavoratori che non godono della contrattazione di secondo livello di vedersi erogato «un aumento a compensazione». Il fatto più innovativo, secondo Angeletti, è però che «quando i contratti scadono i rinnovi saranno in vigore dal giorno successivo alla scadenza. Non ci sarà più vacanza contrattuale. È un vero cambiamento - ha proseguito - che non eravamo mai riusciti ad ottenere».

Bonanni: «Cgil non è l'unico sindacato». Il tavolo sul rinnovo del modello contrattuale è ad un punto «di svolta», per il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che ha sottolineato come la Cgil non sia «l'alfa e l'omega del sindacalismo italiano. Ci sono altre organizzazioni che godono di un vasto consenso e lo useranno». «È un momento decisivo, Confindustria ha sciolto molti nodi e c'è stato un avanzamento molto forte. L'impianto è abbastanza condivisibile, è stato fatto un passo avanti notevole ed incoraggiante», ha affermato Bonanni. Secondo lui «si tratta di stendere ancora i singoli capitoli, ma ci siamo: siamo vicini alla verifica definitiva tra ciò che abbiamo chiesto noi e ciò che hanno chiesto loro, in termini di sintesi». Tornando a parlare della posizione della Cgil, Bonanni si è detto «molto stupito»: nelle trattative «bisogna avere pazienza e costruire una sintesi per chi è animato da scopi solo sindacali questa è la priorità».

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