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Data: 27/06/2009
Testata giornalistica: L'unione sarda
Trasporto merci, FS dice addio. Dal 1° luglio Trenitalia Cargo chiuderà i battenti. Cisl: «È una beffa, il gruppo riceve contributi pubblici»

Nei pensieri di Trenitalia Cargo non c'è la Sardegna. La scorsa settimana, la società del gruppo FS ha annunciato ai sindacati il suo nuovo modello organizzativo. Il documento è dettagliato, ma è senza un tassello: «L'Isola», tuona Walter Carta, segretario della Fit Cisl Sardegna, «sarà l'unica regione italiana che, a partire dal primo luglio, non avrà stazioni abilitate al trasporto ferroviario merci». I COSTI La tratta che verrà soppressa definitivamente è quella che lega Golfo Aranci a Civitavecchia. «È una decisione sciagurata e discriminatoria», sbotta Carta: «Appare chiaro che, in assenza di interventi di contrasto verso le scelte di Trenitalia-Cargo, la nostra isola perderà la possibilità di restare collegata ai grandi flussi del trasporto merci europei, aggravando lo stato di isolamento dal quale stenta ad uscire». C'è poi un problema di spese. «Le aziende isolane non potranno contare su costi di trasporto sostenibili, perdendo l'opportunità di trasferire i loro prodotti alle stesse condizioni assicurate alle aziende concorrenti nazionali», osserva il leader della Cisl. IL LAVORO Anche i lavoratori potrebbero subire ripercussioni: con il rischio di perdere il posto di lavoro. Non sono soltanto i diretti del gruppo FS a vacillare. C'è di mezzo pure l'indotto. «La Keller di Villacidro», sottolinea Carta, «conosciuta nel mercato mondiale e aggiudicataria di importanti commesse per la costruzione di vagoni ferroviari, potrebbe chiudere perché impossibilitata a trasferire fuori dalla Sardegna il proprio prodotto finito». Di più. Nel gruppo FS, circa 100 lavoratori sardi di Trenitalia «sono stati costretti a emigrare» verso le stazioni del Nord Italia. «Anche Rfi e Ferservizi, della famiglia Ferrovie dello Stato», incalza il sindacalista, «si avviano a ridurre il proprio personale, non più impegnato nelle lavorazioni connesse al trasporto merci: si tratta di una sessantina di addetti che vivono nell'angoscia». Il segretario della Fit Cisl ricorda poi il caso della Geas, società attiva negli appalti ferroviari: «I dipendenti temono di perdere il posto, dopo che l'azienda non gli ha riconosciuto nemmeno l'aumento contrattuale previsto dall'accordo nazionale del 14 maggio scorso». GLI AIUTI Il taglio voluto da Trenitalia, agli occhi della Fit Cisl, appare ancora più ingiusto: «L'amministratore delegato del gruppo FS, Mauro Moretti, contrariamente a quanto assicurato nei mesi scorsi, ha dichiarato di non poter garantire il trasporto in continuità territoriale - per la quale incassa tuttora 15 milioni di euro annui - neanche a richiesta delle imprese che ne abbiano necessità». La richiesta alla Regione è immediata: «Preoccupa il silenzio della Giunta che ha competenze primarie sul settore», conclude Carta. «Le aziende e i lavoratori sardi hanno bisogno di vedere un'azione politica più incisiva». In caso contrario, i sindacati sono pronti alla lotta.

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