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Data: 16/06/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Statali, al via il giro di vite fuori un dirigente su cinque

Iniziano palazzo Chigi e via XX settembre. Grilli: misure drastiche

ROMA - A memoria di Ragioneria dello Stato si tratta del taglio all’amministrazione pubblica più robusto degli ultimi 60 anni. Ridurre (per ora solo per Presidenza del Consiglio e Tesoro) del 20 per cento i dirigenti e il 10 per cento il personale, alla voce costo del lavoro, vuol dire un risparmio complessivo di 62 milioni di euro: 25 milioni di euro da Palazzo Chigi e 37 milioni da Via XX Settembre. Si tratta di tagli alle piante organiche e quindi permanenti. Non si faranno più concorsi o trasferimenti per i posti perduti.
In termini assoluti, considerato lo squilibrio di forze in campo tra le due istituzioni, sarà il Mef (Ministero economia e finanza) a pagare il prezzo più alto in termini di dieta degli organici. Si parla in queste ore di 12 dirigenti di prima fascia in meno e di 130-140 di seconda fascia. Dunque circa 150 rispetto ai 700 al lavoro in questo momento. Mentre nelle Agenzie fiscali, che dipendono dal ministero, il rapporto dirigenti-dipendenti dovrà scendere a 1 su 40.
«Abbiamo varato misure drastiche e strutturali - assicura il vice-ministro all’Economia Vittorio Grilli - Dobbiamo far capire a tutto lo Stato che è finito il tempo che consentiva di avere troppi dirigenti rispetto al totale del personale. Ora tocca a tutte le amministrazioni pubbliche comportarsi altrettanto seriamente».
Fa comunque una certa impressione il taglio sui dipendenti del Tesoro: il ministero perderà 1.200 lavoratori (sono circa 12 mila attualmente).
«Anche sul fronte delle società pubbliche lanciamo un segnale forte - spiega Grilli - Abbiamo ridotto a tre membri i consigli di amministrazione delle nostre società, Sogei e Consip. Anche su questo fronte ci aspettiamo di essere emulati». Se davvero le circa 13 mila società pubbliche seguissero l’esempio del Tesoro ne nascerebbe un esodo biblico.
Dal canto suo la Presidenza del Consiglio, invece, rinuncerà a 60 dirigenti (20 di prima fascia e 40 di seconda). Portando così il numero dei grand commis da 259 a 199.
Raccontano che cura dimagrante che colpirà Palazzo Chigi viene vista con favore dal resto del mondo della Pubblica amministrazione. La relazione 2011 sul costo del lavoro pubblico redatta dalla Corte dei conti, mostra che il personale non dirigente a tempo indeterminato della Presidenza del Consiglio costa 131 milioni di euro, con un aumento, rispetto al 2007, del 22 %.
Un decollo della spesa incredibile se si pensa che, nella stessa fase temporale, le altre amministrazioni dello Stato sono state costrette a tagli dell' 1,8%. Se si guarda agli stipendi, del resto, si capisce bene perché i costi si sono gonfiati in questo modo. A Palazzo Chigi, la retribuzione media del 2010 è stata di 43 mila euro. Con una crescita, negli ultimi 8 anni, del 29%. Negli altri ministeri, per dire, i salari medi raggiungono a malapena i 28 mila euro: c’è una forbice di 15 mila euro. E solo nell’ultimo anno, assicurano le carte del Conto economico del ministero del Tesoro, i dipendenti della Presidenza del Consiglio hanno goduto di un aumento salariale del 4,4%. Superfluo dire che nessun’altra amministrazione pubblica è stata gratificata allo stesso modo.
La tagliola voluta dal governo rappresenta dunque un vero e propria inversione di marcia. Voluta con forza da Mario Monti che a marzo «dopo aver completato gli incontri con ciascuno dei responsabili delle strutture della Presidenza del Consiglio - informò una nota ufficiale - ha deciso di non confermare coloro che, pur essendo in pensione, svolgevano ancora attività». Si trattava di ben 6 capi dipartimento.
Ancora 8 mesi fa, un decreto firmato dall’allora ministro della funzione pubblica Brunetta portò all’assunzione di 19 dirigenti assunzioni in pianta stabile, e una crescita degli stanziamenti per il 2012, per Palazzo Chigi, da 456 milioni di euro a 486 milioni. Venti milioni tondi tondi in più rispetto all’anno scorso. Ancora dalla relazione della Corte dei Conti si apprende che le spese del personale del segretariato generale, sono aumentate del 117% negli ultimi 13 anni.
Un’epoca che sembra finita. Ieri il Tesoro ha anche deciso di accorpare ad altre amministrazioni l’Agenzia del Territorio e i Monopoli. Meno poltrone per tutti.

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