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Data: 04/10/2012
Testata giornalistica: Rassegna.it
Ccnl mobilità - Trasporti, non era uno sciopero selvaggio

Il garante apre un'indagine sullo sciopero del 2 ottobre: "Verifichiamo se c'è stato il rispetto delle fasce protette". La Cgil di Milano: "Era uno stop programmato da mesi per il rinnovo del contratto scaduto nel 2007. Si evitino strumentalizzazioni"

L'Autorità di garanzia sugli scioperi ha aperto "un'indagine conoscitiva per verificare se ieri, nel corso dello sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, siano state garantite, nelle principali aree metropolitane, le prestazioni minime indispensabili". Lo ha annunciato oggi (3 ottobre) il presidente Roberto Alesse. A suo avviso, infatti, è "evidente" che "quanto successo ieri è del tutto inaccettabile, in termini di civile convivenza".

Secondo le segnalazioni arrivate, sostiene il garante è possibile "soprattutto nelle grandi città, il mancato rispetto del servizio nelle fasce protette, fatto che, se accertato, obbligherebbe l'Autorità ad applicare le sanzioni pecuniarie previste dalla legge".

La risposta arriva dal segretario della Camera del Lavoro di Milano, Onorio Rosati. "Si è trattato di uno sciopero nazionale indetto per il mancato rinnovo del contratto scaduto nel 2007 e mai rinnovato. Quindi non ci siamo trovati di fronte ad uno sciopero selvaggio ma ad una astensione del lavoro programmata da tempo". Così commenta la protesta indetta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti Uil, Ugl trasporti e Faisa Cisal.

Rosati si sofferma sui disagi e tensioni che si sono verificati ieri sera nel capoluogo lombardo. "Se una responsabilità c'è stata nei confronti dell'utenza - aggiunge - è stata quella di non aver dato sufficiente informazione dello sciopero e delle sue modalità. E questo era di competenza di Atm (l'azienda milanese dei trasporti, ndr) che, evidentemente, non si è preoccupata di spiegare con un congruo anticipo, e magari non solo in italiano visto l'alto numero di utenza straniera ormai sui mezzi pubblici milanesi, delle modalità dello sciopero".

No alla strumentalizzazione dello sciopero, quindi. "Si eviti di mettere in discussione il diritto di sciopero ed attaccare il sindacato - chiarisce Rosati -: noi abbiamo agito nel rispetto delle leggi vigenti, per rivendicare, giustamente, un contratto scaduto da cinque anni e che né il governo né le aziende hanno ritenuto di voler affrontare e risolvere".

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