La procura di Pescara imprime una accelerazione all'inchiesta sulla filovia e, dopo aver interrogato nei giorni scorsi il presidente della commissione regionale di valutazione di impatto ambientale, Antonio Sorgi, ieri ha convocato il presidente della Gtm, Michele Russo e il responsabile del procedimento, Pierdomenico Fabiani. Russo, accusato di truffa, falso e abuso d'ufficio, è stato sottoposto a tre ore di interrogatorio nel corso del quale ha risposto ad ogni contestazione.
«Ho dimostrato - ha detto all'uscita dall'ufficio dei magistrati Valentina D'Agostino e del procuratore aggiunto Cristina Tedeschini - che tutto ciò che è avvenuto prima della mia nomina non mi può essere attribuito. Vorrei precisare che l'appalto in questione è del 2006 e che l'aggiudicazione e la consegna dei lavori è del 2008, pertanto io, nominato presidente nel luglio del 2009, mi sono trovato di fronte a un iter perfettamente eseguito. Nessun atto - ha proseguito Russo che era assistito dal papà avvocato, Marcello, e da Vincenzo Di Girolamo - è stato fatto da me prima e neanche dopo, perché gli atti successivi alla mia nomina sono di competenza del responsabile del procedimento». Si tratta del terzo indagato Pierdomenico Fabiani. La tesi di Russo è ampiamente nota, essendo stata ripetuta anche in dichiarazioni pubbliche: «In qualità di rappresentante legale di un ente esecutore - ha detto ai Pm - avevo l’obbligo di eseguire appunto un'opera pubblica decisa per legge. Qualsiasi altra mia attività, quale ad esempio la sospensione dei lavori richiesta a più voci, avrebbe costituto abuso d'ufficio ed usurpazione di pubblici doveri. Ciò che io ho fatto, invece, è stato di verificare, in ogni momento e con chiunque avesse titolo ad occuparsi della vicenda, e quindi per questo motivo ne ho parlato anche con Sorgi e Fabiani, difformità di forniture rispetto al contratto ed evitare di incorrere in errori di carattere giudiziario. Quindi tutta la mia azione è stata tesa a questo scopo».
Quanto alla questione del mancato screening e quindi della mancata valutazione dell'impatto ambientale, Russo ha precisato che «non è stato effettuato in quanto nel 2008 la Regione ha detto che non era necessario perché nessun filobus in Italia è mai stato sottoposto alla Via».
Fra le ipotesi di reato che vengono contestate al presidente della Gtm, in concorso con i rappresentanti delle due ditte che compongono l'Ati, e cioè la Balfour Baetty Rail di Giuseppe Ghiraldi e la Vossloh Kiepe di Maurizio Bottari, entrambi indagati, c'è anche la truffa. «I bus non sono stati né pagati né accettati - precisa a riguardo Russo - e su questo abbiamo prodotto documentazione ai due magistrati. Sono al momento soltanto parcheggiati alla Gtm. Noi abbiamo contestato formalmente il numero ridotto di posti».
«Mi meraviglio - ha concluso Russo - che il Wwf, che dovrebbe essere dalla parte della Gtm di fronte ad un'opera che è la più ecologica possibile, sia invece una controparte».