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Data: 31/10/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Monti: «Governo maledetto ma più gradito dei partiti» Il premier: «Sono tranquillo, arriveremo a fine legislatura»

Messaggio a chi verrà dopo: le politiche giuste non fanno perdere consensi

ROMA - «Abbiamo fatto cose molto sgradevoli e spiacevoli, sia per chi le ha subite che per chi le ha fatte. La percezione popolare di questo maledetto governo non è proprio rosea, ma il livello di gradimento è molto più elevato di quello dei partiti». La graffiante considerazione - fatta all’indomani del rifiuto di oltre la metà degli elettori siciliani di riconoscersi in uno qualsiasi dei partiti in lizza - è del capo dello stesso «maledetto» governo tecnico che da oltre un anno torchia sì gli italiani, ma a cui Mario Monti attribuisce «un messaggio importante per i politici che governeranno il Paese: non crediate - ammonisce il premier - di non poter fare le politiche giuste perché altrimenti perdereste consensi».
Parlando ad un convegno del World Economic Forum, il professore ha, in sostanza, invitato chi gli succederà alla guida dell’esecutivo a non disperdere «l’importante retaggio» del suo governo che ha consentito all’Italia di «compiere rilevanti passi avanti nella classifica mondiale della competitività, ma che ora deve fare ancora di più. Abbiamo profuso - ha detto il presidente del Consiglio - molti sforzi per superare le posizioni acquisite. Quest’anno il nostro Paese ha compiuto un balzo di cinque posti e adesso siamo 43esimi nel mondo. Ma ancora non basta e confidiamo che il prossimo anno ci si possa trovare in una posizione molto più positiva».
Altrettanta sicurezza, aprendo i lavori del Consiglio dei ministri di ieri, Monti ha esibito di fronte alla minaccia ventilata da Silvio Berlusconi di togliere la fiducia al governo. Marcando le parole, il premier ha detto: «Sono tranquillo su tutta la linea. Le dichiarazioni di alcuni non turbano il governo che arriverà a fine legislatura».
E in difesa della sua linea Monti, al convegno del WEF, non ha esitato a polemizzare anche con un «caro amico, uno degli economisti tra i più giustamente riconosciuti» come Tito Boeri, del quale ha però detto «che non ha assolutamente capito nulla sul processo delle riforme economiche avviato dal governo. Non solo, Boeri non ama le singole parti delle riforme che stiamo affrontando, ma non ha capito che il messaggio principale dopo un anno di governo non è quello di dire quanto siamo stati bravi, ma che abbiamo fatto cose spiacevoli non solo per chi ha dovuto subirle ma anche per chi ha dovuto attuarle».
In attesa della prevedibile replica di Boeri, ieri ha ribattuto al premier un Bersani poco lusingato dal vedere il Pd messo nel mazzo dei partiti in crisi: «Questa cosa di parlare dei partiti al plurale... Il Pd - ha osservato il segretario - in questo momento è in crescita di consensi, nonostante si stia facendo carico di politiche che non condivide fino in fondo. Il mio partito - ha aggiunto Bersani - sta dando una mano al Paese e sta crescendo, quindi non lo vedo così male».
Monti ha anche sottolineato come l’esperienza delle riforme italiane sia «considerata uno specchio, una prospettiva interessante per le sfide a livello europeo» nella delicata fase che la Ue attraversa nel contesto della crisi economica globale. Il premier ha poi espresso la sua soddisfazione per il fatto che «la crescita sia al centro delle discussioni in Europa», sorridendo, tra l’altro, del «dibattito teologico in corso sugli strumenti sempre più stringenti per controllare il debito pubblico» e osservando che, d’altra parte, «non bisogna dimenticare che per i tedeschi l’economia rimane una branca della filosofia morale».
Il tema della produttività è stato affrontato, nello stesso convegno del World Economic Forum, da Ignazio Visco: «Non mi piace - ha premesso il governatore di Bankitalia - parlare competitività, efficienza o inefficienza. Si tratta di produttività e, per questo, bisogna unire gli sforzi di tutti per aumentare benessere e prosperità, lavorando tutti con maggior vigore e investendo di più nel capitale umano. Visco ha tenuto anche a respingere contrapposizioni come «austerità contro crescita», o «giovani contro vecchi». «Parlarne come di cose opposte è sbagliato. Bisogna trovare un equilibrio perché non sono fattori opposti». Ospite al convegno anche Corrado Passera che, sulla trattativa tra le parti sociali per la produttività, ha detto: «Abbiamo chiesto a imprenditori e sindacati di giungere ad accordi per ridurre le rigidità del mercato del lavoro. Se un accordo verrà raggiunto - ha affermato il ministro dello Sviluppo - ci saranno premi, ma ora la responsabilità è loro». Passera ha anche osservato che, dopo le misure prese dal governo, «l’Italia sarà uno dei Paesi più amichevoli per le start up». Le imprese nascenti, infatti, potranno godere «di contratti di lavoro molto più favorevoli e di nuovi incentivi fiscali».

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