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Data: 31/10/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Napolitano: responsabilità fino alla fine della legislatura «Si voti alla scadenza naturale e con nuove regole»

Monito ai partiti. Torna l’ipotesi di un messaggio alle Camere

ROMA - Chi pensava che avrebbe assistito inerte alle convulsioni di un mondo politico disorientato, incapace di scatti d’orgoglio e alle tentazioni di chi voleva aprire un tiro al bersaglio contro le istituzioni e il governo in carica magari alimentando una nuova risalita dello spread, ancora una volta ha sbagliato i propri calcoli. Giorgio Napolitano ha atteso il momento più adatto (cioè la cerimonia per il 150° anniversario della Corte dei conti al Quirinale davanti al gotha istituzionale) per esprimere con chiarezza il proprio pensiero.
Anzitutto un nuovo, vigoroso, appello ai partiti per «un’ampia e operosa assunzione di responsabilità in vista delle sfide che sono davanti all’Italia e all’Europa». E poi due indicazioni precise che corrispondono ad altrettanti «paletti»: si vada a votare alla scadenza naturale della legislatura e sulla base di «nuove regole». Il che non lascia adito a dubbi sul pensiero del capo dello Stato. «C’è materia assai rilevante per l’impegno del governo e del Parlamento di qui alla scadenza naturale della legislatura», spiega Napolitano.
Nessuna risposta esplicita - è chiaro - a chi, come Berlusconi, aveva minacciato di staccare la spina al governo Monti e aveva prospettato elezioni anticipate a febbraio. Ma il messaggio del Colle è trasparente. Ciascuna forza politica è libera di agire come crede, ma lo scioglimento anticipato delle Camere (anche di qualche mese) è prerogativa costituzionale del capo dello Stato, il quale è deciso a condurre in porto la legislatura. Anche perché il presidente è convinto che ci sia tanto lavoro da fare, da qui ad aprile, sia per il governo Monti che il Parlamento.
«D’altra parte - osserva ancora Napolitano - la scadenza è sufficientemente vicina per consentire alle forze politiche di prepararsi a riassumere pienamente il loro ruolo nella vita istituzionale». Dunque: calma, non c’è bisogno di forzature né di strappi, basta attendere la primavera prossima e rispettare il calendario delle scadenze «per la conclusione della legislatura e del settennato presidenziale».
Però, attenzione, il Colle non cessa di chiedere una nuova legge elettorale invitando le forze politiche a sottoporre «al corpo elettorale con nuove regole le loro diversificate analisi e piattaforme programmatiche».
Questo significa che per Napolitano l’ipotesi di tornare alle urne con il Porcellum non è praticabile e che egli non intende assistere passivamente ad un eventuale fallimento dei tentativi di riforma in atto in Parlamento. Insomma: un nuovo pressing sui partiti dietro il quale torna ad affacciarsi concretamente l’ipotesi, come «extrema ratio», di un messaggio alle Camere per inchiodare ciascuno di fronte alle proprie responsabilità.
Certo, sono anche altre le preoccupazioni del Quirinale. Il forte astensionismo elettorale in Sicilia, l’antipolitica galoppante sono campanelli d’allarme che Napolitano non può e non vuole ignorare. Quindi dietro quell’appello ai partiti perché riassumano il loro ruolo e siano responsabili di fronte alle sfide del Paese e dell’Europa c’è forse l’esortazione ad un sussulto di dignità, ad evitare di far prevalere sino all’ultimo le logiche di bottega, gli interessi di parte e a guardare finalmente oltre il proprio sguardo. Ad un’Italia impegnata sullo scenario europeo per rendere concreta e operante una nuova disciplina di bilancio comune, condizione per avviare una prospettiva di sviluppo economico e sociale sostenibile.

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