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Data: 31/10/2012
Testata giornalistica: Il Centro
Bersani a Casini: «Non fare il difficile su Sel» Fra i segretari di Pd e Udc l’incognita Vendola. Oggi la sentenza sul governatore della Puglia

ROMA No agli «accrocchi elettorali, l’alleanza di centrosinistra deve essere coerente e per questa ragione non può comprendere l’Udc». Il giorno dopo il terremoto siciliano Nichi Vendola ribadisce che Pier Ferdinando Casini non «può far parte della compagnia» e ricorda che Bersani al leader centrista ha preferito lui. Ma, anche alla luce del risultato di Crocetta che ha vinto le elezioni siciliane sostenuto da Pd e Udc, dietro le quinte il segretario democratico si prepara alla battaglia con Matteo Renzi e continua a tessere la sua tela con il partito di Casini. Ieri mattina, prima di partire per Caserta, Bersani e Casini si sono incontrati alla Camera. «Non è tempo di fare i choosy», cioè gli schizzinosi, sarebbe stato l’invito di Bersani a Casini, citando la gaffe del ministro del Lavoro, Fornero. Formalmente i due segretari avrebbero parlato della legge di stabilità : oggi scadono i termini per la presentazione degli emendamenti da parte dei partiti. Ma ovviamente l’occasione è stata sfruttata per discutere il risultato siciliano e parlare del futuro. A partire dalle possibili intese per le candidature nel Lazio e in Lombardia. Casini, esattamente come Vendola, continua a mettere veti all’alleanza con Sel. Il leader Udc è impegnato a costruire un nuovo centro con Luca Cordero di Montezemolo e i protagonisti cattolici di Todi. «Bersani dovrà spiegare perchè presentiamo gli stessi emendamenti alla legge di stabilità, abbiamo fatto l’alleanza in Sicilia, sosteniamo insieme Monti ma poi lui non si separa dal governatore pugliese», avverte un dirigente Udc. «Siamo impegnati a fare la nostra parte perché sia allegerito il carico sui Comuni», conferma Bersani. Al segretario democratico non è andata giù l’affermazione di Monti sul peso sempre minore dei partiti. «Il mio partito in questo momento ha una crescita di consensi» replica. Ma Matteo Renzi gela ancora una volta gli entusiasmi del segretario. «Quello del Pd è un risultato decisamente bassino: in termini assoluti il partito democratico ha preso meno voti della volta scorsa», sottolinea il sindaco di Firenze. A largo del Nazzareno tuttavia non nascondono la soddisfazione per il risultato dell’Italia dei valori che sarebbe in caduta libera nei consensi, intorno al 4%, e dove per la prima volta l’ala moderata, quella di Massimo Donati, chiede un congresso vero e di profondo rinnovamento. «Grillo ha spianato Sel e Idv», ironizza Beppe Fioroni, invitando Bersani a non tener conto dei diktat di Vendola e a puntare su Casini. «Io continuo a pensare che l’alleanza con i moderati e il coinvolgimento di Vendola e Sel nel governo del Paese non sono affatto incompatibili», assicura invece Massimo D’Alema, il leader che più ha lavorato in passato per un’intesa tra Pd e Udc. Per l’ex ministro degli Esteri è la propaganda preelettorale a mettere in mostra Udc e Sel in antitesi. Oggi per Nichi Vendola potrebbe essere una giornata decisiva. Il governatore della Puglia è stato rinviato a giudizio per un presunto abuso d’ufficio nella nomina di un primario nella sua Regione e oggi è atteso il giudizio. Il leader di Sel ha annunciato nei giorni scorsi che se sarà condannato lascerà la politica. In casa democrat è di nuovo polemica sul risultato del sorteggio per la scheda delle primarie: apre Bersani e Renzi è l’ultimo della lista. «Bersani.. in alto a sinistra, come nel Pci», commenta acido Mario Adinolfi.

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