Umberto Di primio Ora tocca ai parlamentari abruzzesi difendere la nostra provincia io ho fatto il possibile
CHIETI Il Consiglio dei ministri dà il via libera alla formazione di due Province in Abruzzo, L’Aquila- Teramo e Chieti-Pescara ma il sindaco Umberto Di Primio non si arrende. «La politica abruzzese deve darsi una svegliata e mi auguro che i nostri parlamentari caldeggino in Parlamento la soluzione delle tre Province», dice il sindaco- così come mi ha suggerito il ministro Filippo Patroni Griffi». Il quale ieri mattina, poco prima che iniziasse il Consiglio dei ministri, ha incontrato il sindaco di Chieti reduce da quasi dodici ore di sciopero della fame. Una protesta inscenata davanti a palazzo Chigi dove il sindaco si è recato insieme ad una delegazione della giunta, ad alcuni consiglieri comunali e in compagnia di un cartello con su scritto: “Abbiamo tutti i requisiti, non potete cancellare la Provincia di Chieti”. E invece il Consiglio dei ministri ha fatto l’esatto opposto tenendo fede alle indicazioni fornite dal Consiglio delle autonomie locali (Cal) che aveva deciso, con una maggioranza piuttosto risicata, la formazione di due Province in Abruzzo. La non decisione del consiglio regionale, che ha rimandato la palla al Governo, ha fatto il resto costringendo il Consiglio dei ministri a prendere in considerazione le scelte del Cal. L’iter degli accorpamenti imposti dalla spending review scatterà da subito, o meglio, da quando il riordino diventerà legge in Parlamento. Restano, quindi, sessanta giorni di tempo per cambiare le cose anche se appare improbabile che ciò accada. Il sindaco, comunque, non si dà per vinto. Anzi, chiama in causa la politica abruzzese colpevole in toto e senza distinzione di colore, a suo dire, di aver dribblato lo scottante tema del riordino delle Province. «Abbiamo perso soltanto il primo round. Credo di aver fatto tutto il possibile per la mia Provincia», afferma, «mettendoci sempre la faccia. Ora i parlamentari abruzzesi si diano una mossa e facciano la loro parte in Parlamento per difendere l’Abruzzo e il nostro territorio». Il sindaco ha ribadito al ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi come la Provincia di Chieti sia l’unica ad avere i requisiti per restare autonoma e che la perdita dello status di capoluogo significherebbe infliggere un colpo mortale all’antica Teate. «Duemila lavoratori statali andrebbero via da Chieti», dice Di Primio, «in quanto la sede degli uffici pubblici verrebbe spostata nella nuova città capoluogo. Sarebbe una catastrofe». Ormai dietro l’angolo vista la decisione del Consiglio dei ministri che solo il Parlamento potrà ribaltare. Il sindaco rivendica la bontà della sua azione, ignorata dal resto del Pdl abruzzese. «Non mi sono sentito solo in quanto ho incassato tanti attestati di stima dalla gente, anche da chi non mi ha votato. Per il resto», riprende Di Primio, «la mia protesta ha permesso di portare sul tavolo del ministero la soluzione delle tre Province, la migliore possibile per non squilibrare il nostro territorio».