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Pescara, 19/12/2025
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01/11/2012
Il Centro
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Province, la parola d’ordine è resistere. Teramo perde la partita ma Catarra, sindaco e associazioni non si arrendono. Verrocchio accusa Chiodi: non ha fatto nulla |
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TERAMO La battaglia per salvare il capoluogo non si ferma. Se il sindaco Maurizio Brucchi spinge per il ricorso alla Corte Costituzionale e annuncia una manifestazione a Roma contro il decreto legge del governo che sancisce l'accorpamento all'Aquila, il presidente della Provincia Valter Catarra va dal prefetto e Teramo Nostra chiama a raccolta i parlamentari. Le reazioni al provvedimento che di fatto cancella il capoluogo, secondo l'ipotesi formulata dal ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi, sono tutte orientate alla resistenza a oltranza. IGNORATI. «Il govero non ha mai voluto ascoltare le ragioni dei territori», sottolinea Catarra, «e ha deciso esattamente quello che aveva annunciato». Per il presidente dell'amministrazione provinciale la soluzione contenuta nel decreto è schizofenica e confusa. «Non è una questione di accorpamento di Teramo all'Aquila, né di campanile o di ragioni storiche, culturali ed economiche», afferma, «siamo di fronte a un atteggiamento dittatoriale che, con una leggerezza spaventosa e senza una effettiva conoscenza della pubblica amministrazione, impone una decisione paradossale che rischia d'innescare effetti paradossali». Catarra giudica una "presa per i fondelli" i pareri richiesti alla Regione e al consiglio delle autonomie locali di cui non si sarebbe tenuto alcun conto. Il presidente nei prossimi giorni consegnerà la documentazione contabile dell'ente al prefetto Valter Crudo «perché la nostra Provincia, come tante altre in Italia, sin da ora non è in grado di garantire nemmeno la copertura di un piano neve: in caso di emergenza o di una semplice nevicata, non avremo i fondi per adempiere alle normali funzioni». L'APPELLO. Teramo Nostra si rivolge, invece, ai parlamentari teramani sollecitandoli ad unirsi ai loro colleghi degli altri capoluoghi cancellati per impedire l'approvazione definitiva del decreto. L'appello è indirizzato in particolare al senatore del Pdl Paolo Tancredi. «Mantenga la promessa fatta lo scorso 29 settembre, durante l'iniziativa di Teramo Nostra, fa notare l'assocazione, «nella quale dichiarò di essere pronto a fare la barricate in Parlamento pur di bloccare questo vergognoso provvedimento». La bocciatura da parte di Camera e Senato, dunque, sarebbe l'unico modo per fermare il decreto ed evitare la conseguente penalizzazione a carico del capoluogo teramano. L'associazione continuerà a organizzare e sostenere iniziative tese a raggiungere questo obiettivo in difesa del territorio. L'ACCUSA. Il Pd se la prende con la maggioranza. «Il centrodestra teramano ha la piena responsabilità di non aver fatto nulla per evitare l'istituzione delle due province in Abruzzo», attacca il segretario provinciale Robert Verrocchio, «nelle settimane scorse il Pdl, partendo da Brucchi per arrivare fino a Chiodi, ha solo messo in campo una serie di spot, evitando accuratamente di esercitare il proprio potere decisionale e scaricando sul governo quelle che sarebbero dovute essere le proprie responsabilità». Verrocchio ricorda che il Pd è stato compatto nel sostenere la proposta della provincia unica con funzioni ripartite in sette sub ambiti. «Ritenevamo e riteniamo tutt'ora che sia la soluzione migliore per l'Abruzzo», tiene a evidenziare, «sarebbe stata una scelta seria, concreta e praticabile». Il centrodestra, invece, avrebbe solo spianato la strada all'accorpamento con l'Aquila. «La verità è una sola», insiste Verrocchio, «al di là delle varie trovate propagandistiche, Brucchi non ha fatto nulla di concreto perché Teramo non perdesse la sua funzione di capoluogo, con tutto quello che ne conseguirà in futuro». Il segretario mette sul banco degli impuntati anche il governatore Gianni Chiodi che non avrebbe fatto nulla per eviare il conflitto tra i territori. Anche il ricorso alla Corte Costituzionale, secondo il segretario, è "una difesa di facciata" perché già destinata all'insuccesso. «Non si tratta della perdita di un'istituzione che presto sarà svuotata delle sue funzioni», conclude Verrocchio, «ma di difendere i servizi sul territorio e su questo il Pd continuerà a farsi sentire».
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