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Data: 03/11/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Legge di stabilità - Detrazioni, ecco il piano per favorire i bassi redditi. Un miliardo nel 2013 per chi guadagna fino a 55.000 euro (Le detrazioni oggi - guarda)

ROMA Se si concentrassero le risorse rese disponibili dalla revisione della legge di stabilità, tutte sulle detrazioni da lavoro dipendente, il beneficio in busta paga, nel 2013, potrebbe variare da 50 a 100 euro in più all’anno, a seconda degli scaglioni di reddito. Non è molto, ma è un inizio. Dopo l’accordo raggiunto martedì scorso alla Camera, si punta a rinforzare le detrazioni, concentrando i benefici sulle fasce di reddito più basse e precisamente sui primi tre scaglioni fino a 55 mila euro l’anno.
Qui dovrà confluire il miliardo di risorse reso disponibile per il 2013 a cui si possono aggiungere 900 milioni per il sociale. A regime, cioè nel 2014 e 2015 si potrà arrivare a redistribuire 3 miliardi, una cifra più consistente ma comunque limitata se si considera la platea di 19,8 milioni di lavoratori dipendenti che, nel 2010, hanno beneficiato delle detrazioni da lavoro e gli 8 milioni di dipendenti che hanno utilizzato i bonus per i carichi familiari. La partita sulla riduzione del cuneo fiscale, inoltre, riguarda da un alto i dipendenti, ma dall’altro le imprese. Per loro, per il 2013 si punta a rimediare 1-2 miliardi dal piano Giavazzi sul riordino degli incentivi mentre nel 2014 si potrebbe fare leva sull’Irap e complessivamente arrivare a ridurre di un punto il cuneo fiscale (0,50 per i dipendenti e 0,50 per le imprese), cioè la differenza tra il costo complessivo del lavoro e il netto che arriva in busta paga.
È un «ponte» di lavoro alla Camera e nelle stanze di via XX Settembre. Si cerca di vedere come tenere fede all’accordo di principio raggiunto martedì scorso e che prevede la rinuncia alla riduzione di un punto su ciascuna delle prime due aliquote Irpef (23 e 27%), in cambio di un’aumento di una sola delle aliquote Iva (dal 21 al 22%) e della rinuncia alla retroattività del taglio sugli sconti fiscali. Non è detto però che la franchigia di 250 euro per le deduzioni e il tetto di 3.000 euro sulle detrazioni (inclusi mutui e spese mediche) siano eliminabili anche per il 2014 e il 2015. Si punta a questo obiettivo, ma i conti sono ancora in corso.
Per il relatore del Pd, Pier Paolo Baretta, la questione si può riassumere in questi termini: «Il valore della riduzione Irpef evitata è di 4,2 miliardi nel 2013. A questa somma vanno tolti 1,25 miliardi per il mancato aumento dell’Iva al 10% e i 900 milioni per la retroattività di franchigie e tetti. In totale, dalla nuova manovra si possono liberare, nel 2013, risorse pari a circa un miliardo per i lavoratori, che possono raddoppiare se sindacati e imprenditori faranno l’accordo sulla produttività. A questo dobbiamo aggiungere altri 900 milioni per il sociale attraverso il Fondo appositamente previsto».
Le cifre crescono in prospettiva. Infatti, i 4,2 miliardi di Irpef risparmiata nel 2013 salgono a 6,5 nel 2014 poi ridursi a 5,9 nel 2015. Il peso dell’Iva sale invece a 2,3 miliardi (in quanto calcolato sull’intero anno e non più su metà) mentre franchigie e tetti alle detrazioni scendono da 1,9 a 1,1 miliardi. «Restano dunque 3 miliardi da distribuire nel 2014 e leggermente meno nel 2015. La quantità conclude Baretta è modesta, è bene dirlo subito per non creare illusioni. Proprio per questo la via più adatta per redistribuire queste somme è di concentrarla nelle detrazioni per i lavoratori dipendenti. La soglia dei 55.000 euro, come tetto di reddito per godere dei maggiori sconti fiscali, deve restare invariata». Renato Brunetta, relatore per il Pdl, vorrebbe invece concentrare le risorse tutte sull’accordo per la produttività. La prossima settimana si tireranno le somme.
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