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Pescara, 19/12/2025
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Data: 03/11/2012
Testata giornalistica: Il Centro
Più detrazioni per i redditi bassi. Legge stabilità, si studiano le modifiche dopo la marcia indietro su Irpef e Iva. In vista un taglio Irap

MILANO Archiviato il taglio dell'Irpef e l'aumento di un punto dell'aliquota Iva ridotta (che sarebbe salita dal 10 all'11% dal primo luglio) il dibattito parlamentare sulla legge di stabilità prosegue e s'intreccia con l'imminente campagna elettorale. I relatori del provvedimento (Baretta del Pd e Brunetta per il Pdl) stanno infatti limando i testi per accogliere le indicazioni che arrivano dai rispettivi gruppi, ovviamente in ottemperanza all'accordo con il ministro Grilli sull'assoluta solidità dei saldi finali che devono essere invariati e soprattutto credibili. Il rinvio della riduzione dell'Irpef sui primi due scaglioni di reddito permetterà di risparmiare 4,1 miliardi nel 2013 e 6,5 dal 2014. Per coprire gli effetti del taglio il governo aveva ipotizzato di ridurre in modo rilevante detrazioni e deduzioni per un ammontare pari a 1,9 miliardi nel 2013 e 1,1 dal 2014. L’entità del risparmio fiscale, nelle intenzioni del governo, dovrebbe premiare soprattutto i redditi più bassi mentre l’effetto si azzererebbe oltre una soglia di reddito. Stesso discorso sulle detrazioni per figli a carico. L'annullamento dell'incremento dell'aliquota Iva dal 10 all'11% comporterà minori incassi per 1,16 miliardi quindi, almeno sulla carta, nel 2013 sarebbero disponibili poco più di un miliardo che nel 2014 potrebbero salire a 4,3 miliardi. Come utilizzare il tesoretto? Qui le posizioni si fanno confuse. Il deputato Pd Nannicini propone di decidere «la riduzione delle aliquote ma congelarla sicuramente per il 2013-2014»: si creerebbero le condizioni per un intervento reale se la gestione sarà virtuosa. I relatori vorrebbero andare più in là e approvare il pacchetto di sgravi a favore delle famiglie già a partire dal prossimo anno ma il governo frena: il costo della riduzione del cuneo fiscale è stimato tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro, troppo secondo Grilli che teme che come già accaduto quest'anno la flessione degli incassi dell'Iva possa essere superiore alla contrazione del Pil vanificando l'effetto dell'incremento dell'aliquota dal 21 al 22%. Un opzione immediata sarebbe quella di destinare 1 miliardo a ridurre di mezzo punto il cuneo fiscale nel 2013 e convogliare un altro miliardo sul sociale. Un ulteriore cuscinetto di risorse potrebbe derivare dalla decisione, assunta mercoledì notte in Consiglio dei ministri, di rinviare al 2015 la decisione se continuare o meno la costruzione del Ponte sullo stretto di Messina. Si dovrebbero rendere così disponibili i 300 milioni stanziati dalla Legge di stabilità per far fronte alle penali dovute in caso di mancata realizzazione. Il governo ha maggiori spazi di manovra nel 2014, quando la mancata riduzione dell'Irpef libererà oltre 4 miliardi, creando le condizioni per una riduzione dell'Irap per dare ossigeno alle imprese. Intanto si paventano altri rischi rincari per i cittadini per effetto di provvedimenti contenuti nella stessa legge di stabilità. La minaccia è arrivata ieri, dall'Ania, l'associazione delle imprese di assicurazione: «La misura che aumenta per le assicurazioni l'acconto sulle riserve tecniche comporta un aggravio eccessivo» e potrebbe avere anche conseguenze negative sulle polizze vita.

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