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Pescara, 19/12/2025
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Data: 03/11/2012
Testata giornalistica: Il Centro
Processo Sanitopoli - Conti, quadri e pellicce al processo Del Turco

Depone la Finanza: versamenti in contanti di Quarta, tele vendute, capi comprati dalla moglie di Cesarone e incarichi agli amici del governatore

PESCARA «Carabinieri, carabinieri portate via Antonio Boschetti: espulso dall’aula. Basta, non siamo al mercato». Il processo sanità, quello in cui convivono nella maxi-aula 27 imputati, una selva di avvocati e i pm, vive anche di questo: di toni accesi e di urla, di battute sarcastiche e di cartellini rossi, sempre più frequenti, del presidente del collegio Carmelo De Santis. Ieri, è stato il turno dell’ex assessore regionale Boschetti, imputato nel processo e solitamente silenzioso, ad essere cacciato per essersi avventato al microfono dell’avvocato che difende Ottaviano Del Turco urlando: «L’emendamento, l’emendamento». «Mi costringete anche al cartellino rosso», dirà più tardi De Santis ricordando ancora: «Questo è un processo, non un mercato». Quadri e pellicce. E’ di pellicce e di quadri, di conti e di consulenze che si è parlato nella nuova udienza del processo i cui imputati maggiori sono Del Turco e l’imprenditore Vincenzo Angelini. Al banco dei testimoni i pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli hanno chiamato altri finanzieri tra cui Fabrizio Russo che ha ricordato la vicenda che ruota attorno alla vendita nel 2006 di 5 quadri, tra cui uno di Mario Schifano, da parte di Del Turco alla galleria Mucciaccia di Roma che, poi, sarebbero stati acquistati dalla Global Service del gruppo Tosinvest di Angelucci. I quadri sarebbero stati venduti per comprare parte della casa al figlio di Del Turco e per l’accusa, che dalla vicenda ha dato vita a un’inchiesta bis, dopo qualche tempo la Regione avrebbe assegnato 25 posti letto di unità spinale alla casa di cura San Raffaele di proprietà del gruppo Angelucci. «Produco un documento decisivo», ha detto l’avvocato di Del Turco, Gian Domenico Caiazza, depositando una documentazione per dire che «i 25 posti letto furono assegnati su parere contrario della giunta ma in seguito a un emendamento approvato all’unanimità dal consiglio regionale». Ed è qui che Boschetti si è avventato al microfono. Il maresciallo ha parlato, poi, «di due pellicce pagate 5.400 euro in contanti da parte della moglie di Camillo Cesarone», l’ex capogruppo Pd imputato. Consulenze e conti. Al banco dei testimoni si è seduto, poi, il finanziere Antonio Guido che ha parlato delle consulenze che sarebbero state affidate «su richiesta di Del Turco», come ha precisato, «a Silvia Pegoraro, Roberta Galeotti, Egidio Marzicola e Luigi Salucci» rispettivamente critico d’arte, componente della segreteria di presidenza, fotografo e vignettista tirati in ballo dal finanziere, «perché percepivano redditi dalla Regione ed erano legati all’ex governatore o da rapporti di amicizia o personali». «Pegoraro è stata pagata 30 mila euro all’anno e Galeotti ha preso 100 mila euro dal 2005 al 2009. Il fotografo ha guadagnato circa 180 mila euro dal 2005 al 2009 e il vignettista 32 mila euro. Non abbiamo trovato le relazioni richieste mensilmente e l’autocertificazione dei titoli di Galeotti. Quando venne presentata un’interpellanza per il fotografo, Del Turco rispose che l’Abruzzo doveva essere fiero di ospitarlo». Sulla scia delle precedenti udienze sono stati, poi, passati al setaccio i conti dell’ex segretario di presidenza Lamberto Quarta imputato e di Cesarone. A sviscerarli è stato il finanziere Giampaolo Ioannone. «Su un foglio manoscritto di Quarta», ha spiegato Ioannone, «si parlava dell’acquisto di una casa a Francavilla in viale Alcione. Il prezzo concordato era di 445 mila euro, fatturato 380 mila e non fatturato di 65. Quarta, per la casa, ha pagato 115 mila euro in contanti». Il finanziere ha, poi, fatto riferimento «ai versamenti in contanti di Quarta: 59 mila nel 2005, 107 mila nel 2006, 57 mila nel 2007 e 5 mila nel 2008». Il finanziere è passato, poi, a Cesarone parlando dei «5 rolex che il giorno delle perquisizioni vennero trovati a casa di Cesarone stimati in circa 26 mila euro» e di alcune vacanze in Grecia, a Ischia e in Kenya. «Non vi sono prelievi in contanti da parte di Cesarone nelle date prossime ai viaggi», ha detto. «Risulta invece un versamento di 10 mila euro in contanti sul conto della suocera che prendeva un pensione di 468 euro». «Quanto guadagnava Cesarone come consigliere?», ha chiesto De Santis. «Circa 9.600 euro al mese», ha risposto il testimone. Il processo torna il 15 novembre.

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