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Pescara, 19/12/2025
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Data: 06/12/2012
Testata giornalistica: Il Fatto Quotidiano
Berlusconi: “Paese nel baratro, assediato dalle richieste di ricandidarmi. La situazione oggi è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità”.

In una nota il Cavaliere scrive: "La situazione oggi è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità. Non posso consentire che il mio Paese precipiti in una spirale recessiva senza fine. Non è più possibile - avverte - andare avanti così. Sono queste le dolorose constatazioni che determineranno le scelte che tutti insieme assumeremo nei prossimi giorni"

“Sono assediato dalle richieste dei miei perché annunci al più presto la mia ridiscesa in campo alla guida del Pdl”. Sono passate meno di due ore dal termine del vertice fiume tra Silvio Berlusconi e i rappresentanti del Pdl. Una prima nota, uscita subito dopo sancisce il nulla di fatto. Ma quando l’ex premier legge le ricostruzioni secondo cui lui, sentendosi abbandonato da tutti, avrebbe pronunciato la frase – “Non mi ricandido perché non mi volete” – decide di rimescolare le carte. Ecco così la seconda nota che, nelle intenzioni del Cavaliere, deve spiegare come stanno realmente le cose: “Leggo su un’agenzia una frase a me attribuita del tutto inventata e addirittura surreale: ‘Io non mi candido perché non mi volete’, frase che avrei oggi rivolto ai miei colleghi del Popolo della Libertà. La realtà è l’opposto: sono assediato dalle richieste dei miei perché annunci al più presto la mia ridiscesa in campo alla guida del Pdl”.

La situazione oggi – sottolinea – è ben più grave di un anno fa quando lasciai il governo per senso di responsabilità e per amore del mio Paese. Oggi – scandisce il leader del Pdl – l’Italia è sull’orlo del baratro. L’economia è allo stremo, un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d’acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili. Le famiglie italiane – prosegue – angosciate perché non riescono a pagare l’Imu. Le imprese che chiudono, l’edilizia crollata, il mercato dell’auto distrutto”.

“Non posso consentire che il mio Paese precipiti in una spirale recessiva senza fine. Non è più possibile – avverte – andare avanti così. Sono queste le dolorose constatazioni – conclude quindi l’ex premier – che determineranno le scelte che tutti insieme assumeremo nei prossimi giorni”.

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