«Si sta facendo il piano industriale, è probabile che vengano fuori degli esuberi». Mauro Moretti, amministratore delegato delle Fs, arriva a Firenze, accanto a lui il sindaco Matteo Renzi, e gela il futuro dei lavoratori Ataf, l'azienda fiorentina di trasporto pubblico appena rilevata dal gruppo Ferrovie dello Stato. È la prima volta che una società di trasporto pubblico locale diventa interamente privata (passaggio che peraltro è avvenuto senza alcun tipo di accordo con i sindacati e senza nessuna clausola di salvaguardia per i lavoratori, di ogni garanzia cioè sul mantenimento dei livelli occupazionali), ed è anche la prima volta che il gruppo Fs entra nel trasporto urbano su gomma. E l'esordio non è buono, già si annunciano licenziamenti di massa. Lo avevano previsto i dipendenti Ataf che hanno a lungo manifestato e protestato contro la privatizzazione. «Vedremo come trattare gli esuberi - spiega senza lasciare dubbi Moretti - non ci sono garanzie a priori. Gestiremo l'Ataf in maniera imprenditoriale, applicando gli stessi metodi che ci sono dentro le Ferrovie, come ogni azienda del gruppo». Il sindaco Matteo Renzi, che si è aggiudicato il «successo» della vendita, ora rimanda all'anno prossimo: «Verificheremo cosa si potrà fare, se ne parlerà a gennaio».