07-12-2012
Strada parco. La Regione infliggerà sanzioni all’azienda che non presenta la richiesta di valutazione
La Gtm non ha presentato la richiesta di Valutazione d'impatto ambientale entro i 30 giorni di tempo previsti. Per questo motivo il comitato regionale Via ha convocato di nuovo i vertici dell'azienda pubblica di trasporti per prendere una decisione ed infliggere eventuali sanzioni. Il termine, in verità, era abbondantemente scaduto in quanto l'organismo tecnico della Regione aveva deliberato in tal senso il 23 ottobre. Ma l'assenza del dirigente Franco Gerardini, impegnato a Roma nella conferenza di servizi sul caso-Bussi, ha fatto saltare la riunione aquilana, aggiornata al 10 gennaio. Il rinvio è solo un modo di prendere tempo in attesa che dalla Commissione europea arrivi un contrordine sulla necessità o meno di produrre la Via. Ma l'Europa è stata chiara in proposito e il comitato regionale ne ha dovuto prendere atto aprendo alla Gtm uno spiraglio accessibile soltanto in teoria. Perché in pratica, tutti sanno che la Via in sanatoria non è prevista da alcuna legge italiana e comunitaria e, laddove la Gtm dovesse presentarla andrebbe incontro al ricorso al Tar del Wwf. D'altra parte, se la stessa Gtm non darà seguito alla decisione della Commissione europea rischia la procedura d'infrazione che costa 10 milioni di euro di soldi pubblici. Insomma, un pasticcio colossale maturato negli anni, dal 2008 ad oggi, durante i quali gli enti coinvolti (Regione e Gtm) sono finiti in un vicolo cieco. La strada per uscirne l'aveva fornita il Wwf chiedendo di azzerare il vecchio progetto, ripristinare lo status quo ante e presentarne uno nuovo, abolendo i pali e i fili bocciati dalla Commissione europea. Solo così, visto che la Via in sanatoria non passerà mai, la filovia ha una chance di vedere la luce sulla strada-parco. La Gtm finora ha sempre tirato dritto continuando a puntare sul progetto originario e la Regione le aveva offerto la scappatoia di presentare la Via a posteriori sospendendo contestualmente i lavori, fermi da un mese e mezzo. Ora, il rinvio scaturito ieri dal comitato regionale Via rilancia la palla all'Europa, ma da Bruxelles non arriverà l'agognato via libera, e nel contempo c'è l'inchiesta della Procura pescarese che va avanti. Una patata bollente che, a meno di colpi di scena dell'ultimo momento, passerà nelle mani del prossimo governo regionale. Loredana Di Paola del Wwf ha seguito ieri tutta la giornata aquilana del comitato Via e rilancia la proposta dell'associazione ambientalista: «Noi pensiamo sempre che l'unico modo per uscirne sia ripartire da zero e presentare un nuovo progetto. Ed è per questo che ci appelliamo ai soggetti istituzionali che hanno le maggiori responsabilità sull'appalto, dal Ministero delle Infrastrutture all'assessorato regionale ai Trasporti. Auspichiamo che entrambi intervengano per riportare la vicenda in un solco dove non sia per forza la magistratura a dover dirimere le questioni. Il confronto con i cittadini è la strada maestra per evitare che la filovia resti tra le incompiute».