Tra le ipotesi, crisi e reincarico a Monti per fare la legge elettorale poi le urne. Lazio, oggi il dl. Anche Lombardia e Molise verso il 3 febbraio
ROMA E’ già cominciata la lotteria del toto-elezioni. Al Quirinale come a palazzo Chigi la vera questione è ormai sostanzialmente una sola: quando votare per il rinnovo del Parlamento. Anche se Mario Monti, in caso di sfiducia, non esclude l’ipotesi di un reincarico sotto Natale, una volta approvata (il 22 o il 23 dicembre) la legge di stabilità. Ipotesi che porta con se la possibilità di arrivare alla scadenza naturale della legislatura, il 7 aprile. Così come gradirebbe Giorgio Napolitano che vorrebbe evitare di doversi dimettere prima del tempo. Il Monti-bis avrebbe un solo punto nel suo programma: il varo della legge elettorale. E subirebbe un rimpastino con la sostituzione dei ministri, come Corrado Passera o Elsa Fornero, più invisi alla strana maggioranza che si è appena spappolata.
IL PORCELLUM
Ma il reincarico appare una strada impervia. Perché Pier Luigi Bersani ha una gran voglia di sfruttare l’onda lunga delle primarie, monetizzando per di più una crisi di governo causata da Silvio Berlusconi. E perché il Cavaliere, a dispetto dei suoi che gli predicano il contrario, vuole tenersi ben stretto il Porcellum. Obiettivo: indicare lui, uno ad uno, i deputati da riportare in Parlamento epurando i ribelli. Ma a palazzo Chigi c’è chi coltiva ancora uno straccio di speranza: «E’ vero, nel Pdl comanda Berlusconi», dice una fonte autorevole, «ma la stragrande maggioranza del partito vuole modificare il Porcellum per non consegnare la vittoria a Bersani. Chissà, forse potrebbero convincerlo».
10
Marzo. E’ la data più probabile per le elezioni politiche
Così, le elezioni anticipate sono probabili. Quasi certe. Crisi sotto Natale e scioglimento delle Camere a gennaio. Tra il 15 e il 20. E questo perché Napolitano sembrerebbe intenzionato a fare il possibile per far slittare lo sciogliete le righe. Obiettivo: portare il Paese alle urne il 10 marzo, data indicata un paio di settimane fa in un vertice con Monti e i presidente delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Ma non si può escludere, in caso dell’esplodere di una nuova tempesta finanziaria, un anticipo del voto al 24 febbraio. In questo caso lo scioglimento dovrebbe avvenire qualche giorno prima.
REGIONALI
Le elezioni Regionali nel Lazio, Lombardia e Molise, invece si dovrebbero svolgere il 3 febbraio. Anche se a palazzo Chigi, ancora ieri sera, c’era chi non escludeva la data del 10 febbraio a dispetto dell’ultima sentenza del Tar. E questo è stato il tema di una lunga discussione in Consiglio dei ministri tra Anna Maria Cancellieri, Paola Severino e Antonio Catricalà. Tema: si può aggirare la sentenza dei giudici amministrativi? Ma 3 o 10 febbraio la sostanza non cambia: è questo l’epilogo che voleva evitare il Cavaliere, quando minacciava sconquassi se non vi fosse stato l’election-day. Il Pdl, infatti, rischia di perdere prima nel Lazio e Molise e, dopo pochi giorni, di andare alle urne per il rinnovo del Parlamento sull’onda della doppia sconfitta. Forse tripla, se a Berlusconi non riuscirà la saldatura in Lombardia tra Pdl e Lega. Così non è del tutto da escludere un’altra ipotesi: voto il 3 o 10 febbraio per il Lazio e elezioni in Lombardia e Molise in concomitanza con le politiche. Ma non ci sono precedenti al riguardo e il Pd è «fermamente contrario».