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Pescara, 19/12/2025
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Data: 08/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Chiodi-De Laurentiis scontro sull’economia

PESCARA Quarant'anni di corsa, dal primo dopoguerra fino alla soglia degli anni '90, quando l'Abruzzo dei pastori cresceva e salutava dall'alto le regioni del Mezzogiorno. Poi giù, sempre più giù, con una dozzina di punti di Pil persi per strada, fino alla lunga stagnazione che ha caratterizzato il decennio del 2000, appesantita dalla crisi economico-finanziaria partita nel 2008 dagli Stati Uniti, che ha attraversato come un vento freddo l'Europa. Si parte da qui nel convegno organizzato dalla Cisl a Pescara nell'aula magna del Dipartimento di Economia aziendale dell’ateneo d'Annunzio, di fronte a qualche centinaio di studenti. Il tema è il rapporto dell'Abruzzo con l'Europa e le sue prospettive di crescita.
MAURO
L'economista Pino Mauro lo dice subito: «La nostra regione sta attraversando una crisi strutturale, non congiunturale». Come dire che caduta dei consumi interni e smantellamento della grande industria non sono solo questione di oggi. Mauro è ancora più chiaro quando invita tutti ad uscire dal «coro del lamento» per dare un contributo di idee che consenta all'Abruzzo di tornare a crescere. E, prima ancora dell’economista, era stata Augusta Consorte, direttore del dipartimento di Economia aziendale, a sferzare la politica: «Penso non solo all'Abruzzo che vorrei ma anche a quello che è stato, alla lungimiranza della sua vecchia classe dirigente».
Non ci sta il governatore Gianni Chiodi a vedere tutto nero: «Oggi l'Abruzzo in Europa ha la sua dignità. Stiamo facendo quello che l'Unione ci ha chiesto sul piano del risanamento e della riorganizzazione della leva fiscale. Siamo un esempio per tutti e i dati su Pil e occupazione, nonostante la crisi, sono confortanti rispetto alla media italiana». Per Chiodi non va dimenticato che «l'Abruzzo di ieri, quello dell'Obiettivo 1, era avvantaggiato da sgravi fiscali per le aziende e da finanziamenti a fondo perduto che oggi non ci sono più. Il nostro ritardo è sulla produttività, ma siamo al nono posto per l'innovazione».
INNOVAZIONE
A gelare l'ottimismo del governatore pensa però Rodolfo De Lautentiis, consigliere d’amministrazione Rai e uomo di punta dell'Udc: «I dati ci dicono che in Abruzzo solo un'azienda su cinque fa innovazione e l'86% non prevede assunzioni per i prossimi tre anni. Anzi, il 3% delle aziende ci informa che diminuirà i posti di lavoro nel 2013. La verità è che negli ultimi dodici anni non abbiamo prodotto ricchezza. Siamo rimasti fermi». E il dibattito scivola su un altro sul crinale: «Ci vuole innovazione anche nella politica -incalza De Laurentiis-, con un progetto condiviso che non c'è. Il costo della pubblica amministrazione è ancora altissimo e non c'è una cabina di regia che accompagni le nostre aziende nei processi di innovazione. Le infrastrutture non decollano. L'interporto di Avezzano, costato trenta milioni di euro, è ancora privo di una gestione di controllo. Non abbiamo bisogno di opere, ma di fare sistema». Assaggi di un prossimo duello elettorale? C'è chi giura di sì.

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