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Pescara, 19/12/2025
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Data: 10/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Riordino delle Province - Province, lo strappo di Sospiri e Chiavaroli. I vertici pescaresi del Pdl contro il collega di partito. Chiavaroli e Sospiri scrivono ad Alfano Nel mirino gli emendamenti di Di Stefano

Diventa secondario, a questo punto, che la fine anticipata della legislatura non consentirà probabilmente la conversione del decreto sul riordino delle province. La questione, sostengono Lorenzo Sospiri e Federica Chiavaroli, leader provinciale e cittadina del Pdl, è di principio. E il principio dice che il ruolo leader di Pescara non si discute. Figurarsi se a metterlo in discussione è il fuoco amico di Fabrizio Di Stefano e del gruppo parlamentare del senato, colpevoli, sostengono, di aver firmato e recepito emendamenti che rimettono in gioco le ambizioni territoriali di Chieti, Frosinone e Avellino. Così Sospiri e Chiavaroli arrivano a minacciare l’uscita dal partito e, peggio, l’appoggio a candidati in grado di sostenere e rappresentare le ragioni di Pescara alle prossime, imminenti elezioni politiche. Tutto scritto in una lettera indirizzata ieri al coordinatore del Pdl Angelino Alfano e ai senatori Gasparri e Quagliariello, numeri uno e due del gruppo a palazzo madama.
«E’ assolutamente inaccettabile - si legge nella lettera - che il nostro partito consenta ad alcuni senatori di difendere i propri campanili modificando i principi del decreto per avvantaggiare alcuni territori più rappresentati in senato a danno di altri. Qualora il nostro partito, nel quale nonostante le difficoltà ancora crediamo e per il quale continuiamo a lavorare, dovesse consentire che ciò accada ci dimetteremo immediatamente e ci adopereremo affinché con i nostri viti il nostro territorio sia diversamente rappresentato alle prossime elezioni politiche». A dar fuoco alla miccia sono stati gli emendamenti recepiti dal relatore del provvedimento, il senatore del Pdl Filippo Saltamartini: nel mucchio ci sono anche la proposta Legnini che attenua («salvo diverso accordo») il criterio del Comune più popolo nella scelta dei futuri capoluoghi e quella di Di Stefano che prevede l’istituzione di tre province abruzzesi e, in caso di fusione, il mantenimento del capoluogo nella provincia che ha i requisiti di territorio e popolazione. Recepimento che esprime un’indicazione di voto. «La posizione ufficiale del partito - dicono però Lorenzo Sospiri e Federica Chiavaroli - era per l’azzeramento delle province». A Di Stefano viene dunque imputato un radicale cambiamento di linea. «Intollerabile», secondo i leader pescaresi del partito

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