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Data: 10/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Stabilità, sviluppo, Ilva: corsa contro il tempo per il sì

ROMA Non è solo la sorte del decreto sul riordino delle province a preoccupare il governo. L’accelerazione della crisi, rischia di mandare all’aria alcuni provvedimenti chiave di questo scorcio di legislatura. Le uniche certezze, in queste ore, appaio la Legge di stabilità e il decreto sull’Ilva («Siamo una forza responsabile e garantiremo la loro approvazione perché si tratta di due punti chiave», ha chiarito il segretario del Pdl, Angelino Alfano). Ma per il resto, è tutto in alto mare. Se non addirittura già affondato. E’ il caso della delega fiscale. Un provvedimento che era stato sollecitato dal Fondo monetario e che era stato indicato tra le priorità dall’esecutivo tecnico. Il disegno di legge è da pochi giorni approdato in commissione al Senato, dove, tra l’altro, ha già incontrato un’ottantina di possibili modifiche. La conversione in legge da realizzare entro 60 giorni, dicono fonti politiche, è ormai da escludere. Saltano così, con disappunto di Confindustria e di Rete imprese, alcune novità molto attese come il riordino dell’imposta sul reddito d’impresa e la riforma del catasto che puntava a rendere più equa la base imponibile sulla quale si paga l’Imu. Senza dimenticare che nel provvedimento erano contenute diverse norme anti erosione che si proponevano di dare impulso alla lotta all’evasione fiscale.
I CONTI PUBBLICI
La legge di Stabilità, come detto, non corre alcun pericolo. Si trova in commissione Bilancio al Senato e potrebbe essere votata in aula entro la fine di questa settimana per arrivare in terza lettura a Montecitorio. Nessuno, negli ambienti parlamentari, nutre dubbi sul fatto che avrà il via libera entro fine dicembre («avrà disco verde entro Natale» pronostica il sottosegretario all’Economia, Polillo). L’unico incaglio potrebbe essere rappresentato dai 1500 emendamenti presentati. Ma è probabile che le forze che in questi 13 mesi hanno sostenuto il governo trovino un accordo per dare una sforbiciata a questo volume di carte evitando al Paese l’esercizio provvisorio di bilancio. Nella Legge di stabilità, dove troverà posto il decreto per l’Ilva (ha garantito il relatore del Pdl al provvedimento, Paolo Tancredi), dovrebbe essere inserito anche il decreto milleproroghe, vale a dire il contenitore che contiene la norma salva-precari della pubblica amministrazione.
Sempre nel milleproroghe, è previsto il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, il trasferimento dell'Imu ai Comuni, le norme sulla tobin tax, quelle sulle cartelle pazze e i finanziamenti per le regioni terremotate dell'Emilia. E’ possibile che la Legge di stabilità possa accogliere anche il decreto salva-infrazioni, approvato dal governo pochi giorni fa per non incorrere in multe dall’Unione europea. In quel decreto, ha ricordato ieri il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, c’è la soluzione del problema dei rifiuti nel Lazio. «Vorrei fosse chiaro a tutti - ha avvertito Clini - che questa questione deve essere considerata una responsabilità bipartizan». Domani alla camera comincia anche l'esame del dl Sviluppo che il Senato ha appena licenziato. In questo caso le certezze vacillano. La scadenza è fissata per il 18 dicembre prossimo e dunque il tempo stringe: un eventuale cancellazione del progetto finirebbe per bruciare alcune norme come quelle per favorire le start up innovative e le imprese che operano nel rispetto della sostenibilità ambientale. L’ostilità del fronte berlusconiano per il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, rende strettissimi i margini per l’ok definitivo.
In bilico c’è anche il decreto sul pareggio di bilancio da inserire in Costituzione. Su questo provvedimento, in aula alla camera da martedì, c'era un accordo tra l'allora maggioranza e l'opposizione per l’approvazione. Il via libera torna in forse, anche se fonti del Pd si dicono convinte che arriverà disco verde. Finisce invece il suo percorso al Senato il ddl sul biotestamento. Dopo il sì di Palazzo Madama e le modifiche della Camera, il testo è bloccato in commissione Sanità del Senato da un anno. Stop anche per il cosiddetto ddl Fazio-Balduzzi, con le norme per la sperimentazione clinica e la riforma degli ordini professionali.

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