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Data: 11/12/2012
Testata giornalistica: Il Messaggero
Allarme Europa sull’Italia «Non fermate le riforme»

Barroso: serve un Paese forte e stabile
Merkel: finora abbiamo lavorato bene

BRUXELLES L'annuncio di dimissioni di Mario Monti ieri ha fatto nuovamente scattare l'allarme nella zona euro, nel momento in cui i leader europei cercano con difficoltà di superare la crisi. «In Europa abbiamo bisogno di un'Italia forte e stabile», ha detto il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, a pochi giorni da un Vertice decisivo per il futuro dell'unione monetaria. L'impennata degli spread rischia di riportare il salvataggio di Spagna e Italia in cima all'agenda della moneta unica, mentre i leader stanno tentando di fare passi avanti sulla Grecia e l'unione bancaria. La Germania teme «nuove tempeste». E mentre la Merkel fa sapere che con il premier italiano ha sempre lavorato bene, è il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, a ribadire che «non c'è alternativa» alla politica di Monti. Tra attestati di stima e riconoscimenti per le riforme, alcuni leader lasciano intendere il desiderio di vedere Monti confermato per un altro mandato. L'annuncio di dimissioni «è un peccato per il breve periodo», ha spiegato il presidente francese, François Hollande. «Ma in un mese o due Monti sarà in grado di unirsi a una coalizione o andare avanti per stabilizzare l'Italia».
A spaventare gli europei non è il ritorno di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Nelle capitali, dove i sondaggi elettorali in Italia vengono seguiti con attenzione, nessuno crede davvero che il leader del Popolo della Libertà sia in grado di vincere le elezioni. «Berlusconi sta tornando in politica, ma sono convinto che non tornerà al potere», ha detto a Reuters il ministro dell'Economia francese, Pierre Moscovici. Il timore immediato è che la rinnovata instabilità politica in Italia possa provocare un contagio della Spagna, costringendo Madrid a chiedere l'attivazione dello scudo anti-spread. Il ministro delle Finanze spagnolo, Luis de Guindos, ha ribadito che il suo governo sta «studiando» questa opzione. L'Italia rischierebbe così di trovarsi da sola sotto il fuoco dei mercati: difficilmente un governo dimissionario sarebbe nelle condizioni di firmare un memorandum di intensa, condizione indispensabile per godere della protezione della Bce e del Meccanismo Europeo di Stabilità. Il direttore del Fondo salva-Stati ESM, Klaus Regling, ha sottolineato che i mercati, dopo aver «premiato» gli sforzi di Monti, «hanno reagito con preoccupazione».
Il presidente del Consiglio sarà a Bruxelles per il Vertice di giovedì, ma la cerimonia di ieri a Oslo per la consegna del Nobel per la pace all'Ue si è trasformata in un omaggio a Monti. «E' stato un grande primo ministro», ha detto Van Rompuy. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha espresso «straordinario apprezzamento». Monti ha «dato un grande contributo al dialogo europeo», ha detto Barroso. Ufficialmente tutti dicono di «non voler interferire» nella politica interna. Tuttavia l'altra grande preoccupazione delle istituzioni europee è che, dopo le elezioni, il prossimo governo a Roma rompa con le politiche dell'esecutivo Monti. «L'Italia non deve fermarsi a due-terzi del processo di riforme. Questo porterebbe nuove tempeste non solo in Italia, ma anche in Europa», ha avvertito il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle. Chiunque vincerà le elezioni «dovrà continuare questo percorso con la stessa serietà di Monti», ha detto il membro tedesco del Board della Bce, Joerg Asmussen. Stesso messaggio da Van Rompuy: «spero che le politiche che ha adottato continueranno dopo le elezioni. Non c'è alternativa a finanze pubbliche sane». Per la Commissione, invece, la priorità è l'adozione della Legge di Stabilità. «Siamo stati colti di sorpresa», ammette una fonte europea: «non ci aspettavamo una fine della legislatura così repentina». Le tensioni politiche interne mettono a rischio altre riforme che Bruxelles considera «importanti», come la riduzione del numero delle province. L'esecutivo comunitario «resta in contatto» con Roma, ma «la decisione sulle misure legislative che possono essere ancora adottate in questa legislatura spetta al governo italiano», ha detto il portavoce del commissario agli Affari economici, Olli Rehn.

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