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Pescara, 19/12/2025
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Data: 11/12/2012
Testata giornalistica: Il Centro
Berlusconi: «Offensive le reazioni europee» Rissa Alfano-Dell’Utri: «E’ un povero disgraziato», «Non ha le p...». Zaia: «La Lega da sola al voto»

ROMA Silvio Berlusconi respinge al mittente, quasi con rabbia, quelle che definisce «le reazioni eccitate e fuori luogo di alcuni politici europei e di alcuni quotidiani stranieri» alla notizia di un suo ritorno in campo.In sostanza il terrore scatenato sui mercati dalla suo ritorno in campo. Reazioni che indignano il Cavaliere perché «offensivi»- dice - soprattutto verso la «libera scelta degli italiani». L’ex premier insinua quindi anche il sospetto che si tratti di «speculazioni» per indebolire le aziende nazionali rendendole facile preda di «acquirenti stranieri». Le spine per il Cavaliere non provengono però solo dall’Europa. Ieri Alfano si è scagliato senza mezzi termini contro Marcello Dell’Utri, storico braccio destro del Cavaliere, colpevole di averlo accusato di essere un «poveretto» che in sostanza non ha mai combinato nulla. «Molti dei guai del Pdl - replica Alfano - derivano da soggetti come Dell’Utri: un povero disgraziato, per quello che gli succede, che parla a ruota libera facendo capire che le sue parole siano di Berlusconi». Controreplica di Dell’Utri: «Alfano non ha le palle, non c’entra niente con noi». Ma il segretario a “Porta a porta, invita anche Berlusconi a «riflettere molto bene sulla modalità di formazione delle liste: su di esse l’opinione pubblica esprimerà un giudizio prima ancora di leggere il nostro programma». E il riferimento è ovviamente alla opportunità di candidare dei condannati come Dell’Utri. «Penso che quello della formazione delle liste - avverte - sarà una questione centrale, un punto fondamentale per le prossime settimane». Se non bastasse, Alfano aggiunge che «Monti sarebbe un prestigiosissimo presidente della Repubblica». Ma è molto dubbio che la stessa opinione sia condivisa da Berlusconi. Il Cavaliere punta ora tutto sulla speranza di poter ricementare la vecchia intesa con il Carroccio come snodo strategico per catturare quanti più voti nel centrodestra, a partire dalle regionali in Lombardia. Tema che però non sembra ancora affascinare gli ex alleati. «Fino a prova contraria la Lega andrà da sola alle politiche», ha detto ieri il governatore del Veneto, Luca Zaia. La questione sarà decisa definitivamente dal consiglio federale della Lega convocato per lunedì prossimo. E prima di allora il Cavaliere dovrebbe incontrare Maroni. Nel frattempo rilancia il ticket Maroni- Gelmini per la delicatissima partita elettorale che si giocherà in Lombardia. Ma si concentra anche su come drenare, alle prossime politiche, il massimo dei consensi dei moderati: ragionando anche sull’opportunità di mettere in campo liste civiche, che qualcuno definisce di disturbo, in grado di togliere voti ai competitor soprattutto per il Senato. Come quella, confermata proprio ieri sera, da Giampiero Samorì, o quella ancora ipotetica di Vittorio Sgarbi. L’obiettivo di eventuali liste collegate al Pdl potrebbe essere anche quello di creare una situazione di non governabilità a Palazzo Madama, sufficiente a riaprire poi molti giochi dopo le elezioni.

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