Trattativa con il timer a Torino. Entro il 31 dicembre l'amministrazione guidata da Piero Fassino deve trovare 300 milioni di euro per poter rientrare nel patto di stabilità ed evitare l'arrivo del commissario in Municipio. La città era uscita lo scorso anno dal patto, schiacciata da peso dei debiti. Nei giorni scorsi la prima buona notizia per le casse comunali è arrivata dalla vendita dell'80 per cento dell'azienda Trm che gestisce il nuovo inceneritore e del 49 per cento dell'Amiat, la società che si occupa della raccolta rifiuti. Privatizzazioni parziali che hanno portato al Comune 155 milioni di euro, dimezzando di fatto la cifra necessaria per presentarsi in regola al d day di fine anno. L'inceneritore è andato a una cordata composta da F2i di Vito Gamberale e da Iren, la multiutility di Torino, Genova e Reggio Emilia. L'Amiat è invece stata acquistata da una cordata composta da Iren e dall'Acea di Pinerolo. Mancano a questo punto poco meno di 150 milioni. Che dovrebbero arrivare dalla vendita del 49 per cento di Gtt, la società che gestisce il trasporto pubblico della città e del 28 per cento della Sagat che governa l'aeroporto di Caselle. La cessione del 49 per cento di Gtt è stata al centro di vivaci polemiche. L'amministrazione comunale ha negato con decisione che nelle clausole ci fosse la possibilità per l'acquirente di ridurre gli organici. A difesa del mantenimento dell'attuale numero di dipendenti si è speso direttamente e pubblicamente il sindaco. La base d'asta per la cessione del 49 per cento di Gtt è di 112 milioni. Sono state presentate due proposte: quella di Trenord, società composta dalla Regione Lombardia e da Trenitalia e quella di Arriva, finanziaria delle ferrovie tedesche. Il termine per la definizione delle offerte scade oggi. Chi vincerà la gara avrà la possibilità di nominare l'amministratore delegato e di entrare nel merito dell'organizzazione del servizio, particolare che non ha mancato di suscitare qualche perplessità in consiglio comunale. Scade invece fra tre giorni, il 13 dicembre, la gara per l'acquisto del 28 per cento dell'aeroporto di Caselle. Nelle scorse settimane il Comune aveva rifiutato le offerte presentate da due concorrenti: il gruppo Benetton, che è stato in questi anni partner industriale dell'aeroporto. E il gruppo Gamberale che con F2i punta a gestire in rete una serie di aeroporti del Nord. L'offerta di Benetton, 29 milioni, è stata giudicata troppo bassa e dunque fuori mercato. Quella di Gamberale, 36,4 milioni cui se ne sarebbero aggiunti altri 5 in un secondo tempo, è stata giudicata congrua ma non accoglibile perché vincolata ad una serie di condizioni come la creazione di un patto parasociale che avrebbe garantito il controllo del 60 per cento della società. Così i due gruppi sono stati invitati a riformulare le loro proposte. Se la vendita di questi asset non dovesse andare in porto, l'amministrazione comunale sta studiando un piano B: cedere alla società mista che si occupa delle cartolarizzzioni una parte degli immobili pubblici che in questi mesi sono stati messi all'asta senza esito. Si ricaverebbe così almeno una parte della somma necessaria ad evitare il commissariamento della città.